In Formula 1

La F1 alla conquista dell’America?

Velocissimi. Perché se da un lato è il Venerdì di Pasqua, dall’altro è vero che non possiamo cavarcela così a buon mercato, senza commentare la notizia racing della settimana, ovvero l’asturiano in America.

Ora, tanto vale essere chiari sin dall’inizio: Fernando Alonso non va a correre la Indy 500 per un semplice capriccio da pilota, sopratutto se questo significa saltare la più importante gara dell’anno. La Formula 1 non funziona così. E, per trasparenza, non funzionano così neanche la MotoGP, la serie A, l’NBA o il Campionato di Rugby australiano. Ci sono contratti, esclusive, assicurazioni, penali, avvocati.

Se -cosa che certamente è- Alonso da pilota vero ha la smania di correre e provare a vincere una gara di gran blasone come quella di Indianapolis, è largamente probabile che lo faccia con il vento in poppa sia della McLaren che del Circus.

Il costruttore britannico non solo ha al momento tutto l’interesse a sviare l’attenzione dalle proprie operazioni F1, e lo fa mandando il suo astro più luminoso a quindicimila chilometri da Monaco, ma potrebbe avere qualcosa da guadagnare in termini di popolarità e sponsorizzazioni facendo acceder il Fernando alla Indy alla guida di una McLaren-Honda-Dallara di sicuro interesse.

D’altro canto, è difficile pensare che la stessa F1 non abbia dato il suo placet a questa operazione.  Una prima “trade” a stelle e strisce che potrebbe essere il primo esperimento di commistione di un campionato europeo e panamericano, con i piloti che zompettano di qua e di la fra i continenti e fra le serie.

Un altro tassello importante, in tal senso, sarà quello del rimpiazzo di Alonso alla guida della macchina arancio nel weekend del principato. Se la cosa fosse sensata, McLaren e la Formula 1 dovrebbero mettere in macchina un pilota americano proveniente proprio dalla Indy.

Tuttavia, sogni di gloria a parte, in realtà sono molto pochi i driver nel mondo che possiedono la super licenza per la F1 (Alexander Rossi è uno di questi, ma è improbabile che molli una Indy 500 che può vincere per andare a sbattere dopo due giri nelle vie di Monaco). Un altro candidato sembra essere Jenson Button, ma -pur con tutto il nostro immenso amore per il britannico- sarebbe un’occasione persa.

In un certo senso, per questa F1 blindata e super moderna, questo è un passo storico: una delle sue stelle rivolge lo sguardo ad occidente. È troppo presto per dire se questo significhi l’apertura totale delle frontiere e l’inizio di una lenta transumanza a quattro ruote. Certamente sarà interessante.

Buona Pasqua

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Emanuele Venturoli
Emanuele Venturoli
Laureato in Comunicazione Pubblica, Sociale e Politica all'Università di Bologna, è da sempre appassionato di marketing, design e sport.
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