In Formula 1

Bernie Ecclestone e F1: la fine di un’era

Ora che Bernie Ecclestone non è più “F1 Supremo”, il mondo del racing si spacca in due parti. Da un lato sta chi gioisce per la dipartita di Mr. E, dall’altro chi già scommetterebbe sulla caduta dell’impero senza il suo comandante in capo.

È opinione personale che non sia indispensabile prendere una posizione o l’altra. Come diceva un tale divenuto poi famoso “la via non è fatta solo di bianchi e neri”. Inoltre, come diceva uno conosciuto al bar ieri sera “le opinioni sono come qualcosa di molto intimo: ognuno ha la sua”. Difficile, ed inutile, predire adesso cosa capiterà al secondo sport più importante del globo: il futuro è sempre racchiuso in una palla di vetro opaco capace di riservare grandi sorprese.

Bernie-ecclestone

Quello che è certo è che con l’uscita di scena di Ecclestone termina un’era fondamentale nella storia della F1.

Bernie Ecclestone Bio

Per 40 anni l’uomo di Ipswich ha avuto per le mani il timone di un’industria divenuta mastodontica, a cui ha cambiato faccia, immagine e conto in banca. Quando a cavallo degli anni 50 e 60 era manager di Lewis-Evans e poi Jochen Rindt, la Formula 1 era uno sport di cavalieri senza paura che si muovevano in garage infangati e pregni dell’odore di grasso e tubi di scarico. Ora, nel momento in cui lascia le redini, il Circus rappresenta l’icona stessa dell’élite sportiva, specchiata in paddock scintillanti e popolata da VIP, celebrità e capi di Stato. Non è solo merito di Ecclestone se la torta è venuta buona, ma la ricetta è sua.

Non ci interessa discutere l’uomo, i modi, le boutade: quelli rimangano pure ai tabloid e ai curiosi. Ciò che è davvero stato straordinario, di Bernie Ecclestone, è stata la capacità unica di traghettare non solo uno sport, ma un mondo intero -quello delle corse, fra epoche diverse in un costante e difficilissimo equilibrio fra tradizione e innovazione, fra appetibilità ed esclusività, fra apertura e chiusura.

Il caschetto bianco più famoso del mondo è riuscito in alcune sfide di portata straordinaria, che nel giorno della sua nomina a Chairman Emeritus è necessario ricordare. Con lui, ad esempio, il circus ha fisicamente raggiunto i quattro angoli del globo: un traguardo che a nessuno sport, neppure alle tanto celebrate NFL o Premier League è riuscito. Grazie alla sua visione strategica, le corse del Campionato del Mondo sono diventate il banco di prova numero uno per le più prestigiose case automobilistiche del mondo, oltre al più blasonato salone espositivo. Infine, con il suo lavoro la Formula 1 è diventata in maniera indiscutibile la summa di una serie di valori universalmente riconosciuti quali velocità, tecnologia e performance, in una delle più memorabili operazioni di market positioning della storia della comunicazione.

Questo, attenzione, non ha nulla a che vedere con chi guiderà la Formula 1 da oggi pomeriggio e nulla toglie o aggiunge a chi prenderà il posto di Eccelstone. Tuttavia, reddite Ceasari quae sunt Ceasaris, serve sicuramente a posizionare l’asticella.

Perchè, lo si ami o lo si odi, va detto che Bernie è stato un grande uomo d’affari ma anche e soprattutto un grande uomo di sport, che amava le corse e i piloti sopra ogni cosa.

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Emanuele Venturoli
Emanuele Venturoli
Laureato in Comunicazione Pubblica, Sociale e Politica all'Università di Bologna, è da sempre appassionato di marketing, design e sport.
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