In Formula 1

Formula 1 2012: Le Pagelle Del GP USA di Austin, Texas, RTR SportsHamilton, voto 10 e lode. Non c’è nulla da dire, in domeniche del genere. L’inglese ricama una gara di forza, eleganza, talento puro e maturità. Sta seduto su un missile, verissimo, ma l’impresa che Lewis compie nel Texas è da storia dell’automobilismo. Svernicia Vettel e, anche se la partenza dal lato sporco gli complica la vita, affronta la corsa con un ritmo da qualifica. Sua Maestà.

Button, voto 8: Vero, il biondino britannico arriva solo quinto, ma c’è da dire che parte sedicesimo. Male in qualifica ma in gara regala uno spettacolo vero, spiegando a tutto il circus dove e come si frena alla prima curva di Austin. Ne passa uno dopo l’altro e vederlo guidare è sempre un piacere. Like a Sir.

Massa, voto 7,5: Bisogna che Felipe ci dica chiaramente che cosa Maranello e i suoi tifosi devono aspettarsi da lui, poichè persino Dr. Jekyll e Mr Hyde lo definirebbero un tantino poco costante. Ci sono domeniche in cui sembra stia andando in ufficio, da quanto è poco aggressivo, e domeniche come ieri in cui mangia l’asfalto. Pennella una corsa da veterano della categoria, anche se Domenicali & Co. lo retrocedono apposta manomettendo il sigillo del cambio per far passare davanti Alonso in griglia. Non si abbatte e al netto di tutto fa una gara migliore dell’asturiano. In Brasile, a casa sua,ci aspettiamo i fuochi d’artificio: le Ferrari a Interlagos ha bisogno di lui. Carioca.

Alonso, voto 7: In una pubblicità di qualche tempo fa, Nando è sul lettino di uno psicologo a narrare le sue disgrazie. Chi scrive è convinto che il futuro di Alonso non sarà molto diverso se questo Mondiale non si sbriga a finire. Il ferrarista ha già dimostrato il suo talento abbondantemente e in più di un’occasione, ma bisogna che qualcuno lo faccia guidare una macchina seria. Nello Stato della stella solitaria solita partenza stratosferica e poi…silenzio. E’ quarto dopo il via e deve aspettare che Webber spacchi tutto prima di farsi vedere sul podio. Provaci ancora Nando.

Vettel, voto 6,5: Ha il Mondiale in tasca, ma da un paio di occasioni non riesce a vibrare il colpo di grazia e forse qualche dubbio gli sta venendo. Anche in Texas arriva secondo, dopo aver preso una lezione severa da Hamilton. In buona sostanza è l’unico dei piloti di testa a perdere posizioni rispetto alla griglia di partenza. Quando scende nel parc fermè di Austin coccola il toro sul coprimotore della sua RedBull e fa bene: Newey gli ha regalato una vettura che è un capolavoro. Di dubbio gusto infine la sparata sul traffico dei doppiati e su Karthikeyan: ci sono anche loro e più di spostarsi e andar più piano non possono fare. Il tedesco, nel dubbio, ne ha sempre una per tutti. Matador da confermare.

Hulkenberg, voto 6,5: Alla fine della fiera mette il muso della Force India, non esattamente la Batmobile, fra i primi 10 e si conferma con una gara di spessore. Non è male, sto ragazzo, e lo si sente parlar poco. Qualità di non poco conto in un paddock che sembra lo Speaker’s Corner di Hyde Park. Ce piace.

Grosjean, voto 5,5: Glielo dò sulla fiducia, perchè stavolta almeno non ha spaccato niente. Solitamente è l’equivalente del bambino con i calzoni corti e la fionda nei cartoni animati e il tentativo di sorpasso al secondo giro è una roba illegale in diversi Paesi del mondo. Poi c’è poco da dire, il francesino va forte ma sbaglia parechio. Deve crescere e capire che la F1 è un gioco per bimbi grandi. Omelette du Fromage.

Schumacher, voto 3: Michael, per piacere, basta. Io, che sono un nostalgico, non posso vedere uno dei più straordinari campioni della storia dello sport girare in pista come io giro in via Rizzoli il Sabato pomeriggio. La macchina va malissimo, la squadra gliel’ha data su e il Kaiser si fa sorpassare da chiunque. Non ci siamo, fa male al cuore. Kaput.

Ferrari, voto 2: Onestamente quello fatto a Massa non è il gesto di una delle più gloriose squadre sportive dell’automobilismo. Siamo al pari di “Fernando is faster than you”, e sono cose che non fanno bene, specie se poi stiam lì a lamentarci della correttezza o meno delle macchine che escono da Woking o Milton Keynes. Le tanto attese modifiche non hanno portato un risultato uno e Massa ha dimostrato di andare più forte di Alonso tenendosi la macchina vecchia e lavorando un po’ su quella. Montezemolo una volta disse “L’aerodinamica nella formula 1 moderna conta troppo. Noi non costruiamo aerei o satelliti, costruiamo macchine”. D’accordissimo, ma a Maranello è tre mesi che si fan tricicli. Non vi vogliamo così.

By Emanuele Venturoli - RTR Sports Marketing
Nelle foto: Hamilton, Vettel, Alonso
Pictures from the web

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Emanuele Venturoli
Emanuele Venturoli
Laureato in Comunicazione Pubblica, Sociale e Politica all'Università di Bologna, è da sempre appassionato di marketing, design e sport.
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