In Formula 1

Potrebbe rivelarsi ancora più sbagliato ciò che Bernie Ecclestone affermò in un’intervista di tre anni fa riguardo alle sponsorizzazioni Formula 1, e che già allora aveva suscitato scalpore.

“I giovani vedono nelle pubblicità il marchio Rolex” disse nel 2014 al Campaign Asia-Pacific “ma andranno mai a comprarne uno? Non possono permetterselo. Lo stesso vale per un altro dei nostri sponsor, UBS; Questi giovani non sono interessati alle banche, perchè in ogni caso non hanno abbastanza soldi da metterci dentro.”

Sponsor F1: un target sempre più giovane

“Ora, tu mi stai dicendo che io devo trovare un modo per convincere un quindicenne a guardare la Formula 1 perchè qualcuno vuole piazzare un nuovo sponsor di fronte a lui? Non sarà minimamente interessato. Piuttosto, preferirei attirare il settantenne che ha una disponibilità economica molto maggiore.”

Un recente sondaggio condotto da CMS Sport & Entertainment riguardo al pubblico degli Sponsor F1 suggerisce ben altro. La maggior parte del pubblico della Formula 1 è al di sotto dei 35 anni e, secondo lo studio, la disponibilità economica non gli manca.

La ricerca ha individuato sei gruppi, il più numeroso dei quali è il “New Wave”, che conta ben 260 milioni di persone. Un dato interessante è che per queste persone è più comune assistere a una corsa piuttosto che guardarla in televisione, un dato questo che torna a porre l’enfasi sull’importanza dei cartelloni pubblicitari a bordo pista.  Poco male se questi cartelloni appaiono esagerati e troppo numerosi a coloro che guardano le corse da casa, il “New Wave” non se ne renderà conto, proprio perchè saranno tra quelli nelle tribune o addirittura in hospitality.

Sponsor F1 e Branding

E il branding sembra funzionare: più del 40% degli spettatori è venuto a conoscenza di un marchio grazie alla sponsorizzazione della f1.

Perciò i brand ricevono un buon incentivo, e quasi metà dei 260 milioni ritiene che la F1 migliori l’immagine dei suoi sponsor. L’acquisizione di Liberty sembra essere coincisa con una maggiore concentrazione degli sponsor sulle auto, Sauber a parte, e questo non può che essere stato utile. Solo nelle scorse settimane, Martini ha attirato molta attenzione ripubblicando il cartellone che, così vuole la leggenda, ha giocato un ruolo importante nell’incidente di Lewis Hamilton nel 2009 a Monaco.

La maggior parte delle livree più amate e ricordate sono risultato di sponsorizzazione da parte di marche di sigarette, e quei marchi sono spesso ancora oggi visti di buon occhio, quindi tutto questo potrebbe non essere una novità. Ma in anni più recenti gli sponsor si sono allontanati in massa dalla F1.

Ecclestone affermò anche, questa volta correttamente, che la maggior parte del suo pubblico non consuma molti social media. Ma la nuova era della F1 ha visto una evidente svolta verso Twitter e Facebook, con la pubblicazione ogni lunedì degli esaltanti successi della Formula 1 ogni weekend di corse. Per il fan medio il nuovo approccio si è rivelato eccellente: clip dei momenti migliori, brevi video e foto hanno reso la F1 più accessibile di quanto non sia mai stata a coloro che non hanno la possibilità di essere in tribuna.

La CSM è convinta che l’attenzione ai social potrebbe alienare gran parte del “New Wave”, a meno che non si rinunci alla pubblicazione del contenuto più arido. Lavorare come partner con gli sponsor per sfruttare più contenuti legati ad essi potrebbe di fatto attrarre più “New Wave”.

Gli spettatori nel circuito e quelli lontano da esso non sono più esclusi se non sono vicino a uno schermo, e pubblicare contenuti rilevanti e coinvolgenti provenienti da molteplici fonti che possono visualizzare direttamente dal telefono potrà solo migliorare la loro esperienza.

Allo stesso modo il “Fan Festival” introdotto da Liberty al Gran Premio di Spagna sarà accolto con entusiasmo. Si tratta del tipo di area riservata ai fan che si può trovare a ogni altra corsa importante, con simulatori, sfide pitstop e simili, segno che l’esperienza della F1 per gli spettatori presenti al circuito si sta progressivamente ampliando. Non ci si limiterà più ad aspettare per ore fino alle 14 per la grande corsa e poi tornare direttamente a casa quando si abbassa la bandiera.

I cambiamenti di Liberty, almeno all’inizio, sono stati evidenti, e difficilmente sentiremo Chase Carey lamentarsi di questa crescente tendenza alla nuova sponsorizzazione della F1. Specialmente ora che sembra funzionare.

[blog-ita]
Vuoi firmare il tuo migliore accordo di sponsorizzazione?

Emanuele Venturoli
Emanuele Venturoli
Laureato in Comunicazione Pubblica, Sociale e Politica all'Università di Bologna, è da sempre appassionato di marketing, design e sport.
Recent Posts

Leave a Comment

avus-berlin-circuit
Il crescente mercato delle sponsorizzazioni Formula 1, RTR Sports