La spesa annuale in sponsorizzazioni
Cresce ancora la spesa globale nelle sponsorizzazioni sportive: nel mondo la spending totale nel settore delle sponsorship ha raggiunto nel 2018 i 65,8 Miliardi di dollari. È quanto emerge dai dati riportati da Forbes (e riassunti sul sito di Statista), che parlano di un settore in continua ascesa, nonostante le non trascurabili vicissitudini nazionali ed economiche. Si tratta di una crescita del 52,7% rispetto a dieci anni fa, quando la spesa in sponsorizzazioni si misurava in 43,1 Miliardi di Dollari a fine 20o8.
Se il dato sulla crescita decennale è certamente interessante, ancora di maggior valore è per i professionisti del settore osservare la crescita stazionaria anno su anno intorno ai 5 punti percentuali. Un dato che mostra la salute di questa industria, e l’efficacia dello strumento del marketing sportivo.
Sponsorizzazioni e geografia: chi spende di più fra le regioni?
Nonostante la crescita, quello della sponsorizzazione sportiva rimane comunque un mondo a trazione chiaramente nord-americana. Per ogni dollaro speso in sponsorship nel mondo, quasi 37 centesimi circa provengono dal mercato americano e canadese, con le stelle e strisce che giocano il ruolo del protagonista.
24,2 sono stati i Billion spesi dal continente nordamericano in sponsorizzazioni nel 2018: 10 in più di quelli che spende annualmente l’Europa, seconda in questa speciale classifica, come si vede dal grafico sottostante.
A cosa si deve questa suddivisione, particolarmente sbilanciata specie se si ragiona in termini di spesa in sponsorizzazioni pro-capite (è necessario ricordare infatti che il continente europeo ha quasi 165 Milioni di abitanti in più dell’America del Nord, per non parlare ovviamente dell’Asia)? Cerchiamo nel prossimo paragrafo di vedere brevemente alcune delle ragioni.
Sponsorizzazioni Americane: perchè USA e Canada spendono più dell’Europa in sponsorship
Come è evidente, quando si parla di sponsorizzazioni nel binomio USA-Canada è la nazione a Stelle e Strisce a farla da padrona.
Per iniziare, non è errato dire che uno dei motivi principali dell’egemonia americana è proprio il fatto che il marketing sportivo è una disciplina profondamente americana. Se non è vero infatti che la sponsorizzazione è nata in America, è certamente giusto asserire che gli statunitensi sono i padri dello sports marketing, grazie sopratutto al ruolo giocato dai college e da alcuni importanti pensatori del settore.
Un altro tema fondamentale è poi certamente quello della competizione interna fra discipline, presentissima in America e più labile in Europa, un continente dominato quasi esclusivamente dal Calcio. Negli Stati Uniti, MLB, NBA, NFL e NHL hanno dovuto sgomitare fra loro e progredire a livello comunicativo e di marketing per conquistare un pubblico che aveva di fronte 4 scelte quasi equivalenti (con l’eccezione dell’hockey ghiaccio, perenne fratellino minore). Mentre nei confini nostrani il calcio e le leghe che lo componevano sonnecchiavano sornione, in America i lavori di potenziamento interni di ogni campionato procedevano lesti. NBA, NFL e MLB sono oggi anni luce avanti rispetto a qualsiasi competizione del vecchio continente, con l’unica eccezione della Premier League e della Champions League, che negli ultimi anni hanno effettivamente fatto passi da gigante.
Tuttavia, e questo è un terzo punto da tenere in considerazione, il Nordamerica è riuscito nell’impresa di creare “brand” sportivi di incredibile valore, specie quando si tratta di leghe, eventi e serie. Andando a guardare i Most Valuable Sport Events Brands Worldwide in 2017, ovverosia gli eventi sportivi che valgono di più come marchi a sè stanti (indipendentemente da chi vi partecipi) la situazione è assai chiara.
È sufficiente osservare il grafico qui sopra (dati Forbes Ottobre 2017) per comprendere il “value” di alcuni dei più importanti eventi sportivi mondiali. In termini di marchio il Super Bowl, la finale del Campionato di Football della National Football League vale più o meno come la Coppa del Mondo di Calcio e i giochi Olimpici sommati. Altresì, fa strano vedere la Champions League -certamente il torneo continentale più importante- dovere cedere il passo alle Final Four del Campionato NCAA o addirittura al Brand Wrestle Mania.
Intendiamoci: il valore del marchio non ha niente a che vedere con il numero di spettatori generati o con l’incasso ottenuto da questa o quella manifestazione. Non è misuratore del prestigio di una competizione, del suo successo o del suo heritage. Al contrario, è semplicemente un indicatore di quanto costa il “brand” SuperBowl e -conseguentemente- di quanto giro d’affari è capace di generare: in sostanza una misura del potenziale di quell’evento in termini di marketing.
Uno sguardo al futuro: le sponsorizzazioni negli e-sport
Uno degli scenari più interessanti che si profilano per i professionisti del marketing sportivo è quello tratteggiato dagli e-games, ovvero dalle leghe e dai campionati professionistici di videogiochi. Non v’è dubbio infatti che gli e-sport stiano radicalmente cambiando le prospettive dello sports marketing. Internet ha reso possibile a centinaia di milioni di giocatori di sfidarsi senza la necessità di una compartecipazione fisica, il numero di titoli disponibili è cresciuto a dismisura così come l’accessibilità alle tecnologie necessarie per il gaming. Al contempo, l’industria del videogioco è uscita dal cono d’ombra del passatempo per ragazzini, ed è rapidamente diventata la più ricca e potente voce dell’entertainment mondiale, superando cinema, musica e televisione per fatturato e volume d’affari (il solo FIFA 18, penultima edizione del titolo calcistico di EA Sports, ha venduto più di 24 Milioni di copie in tutto il mondo).
Non c’è voluto molto prima che l’industria della sponsorizzazione si accodasse a quello che non è semplicemente un trend. Dapprima produttori di hardware ed accessori, poi bevande energetiche e abbigliamento: la crescita delle sponsorizzazioni sportive negli e-sport sta conoscendo una scalata impressionante.
Dai 230 Milioni di dollari investiti appena 3 anni fa a più del doppio del 2017, ben oltre il mezzo miliardo. Ciò che impressiona, tuttavia, è la stima che gli esperti tracciano per il futuro, ipotizzando che ben più di un Miliardo di Euro possa essere iniettato nelle e-sponsorship nel 2020.
È un profilo interessante, che delinea un futuro certamente digitalizzato ma non per questo meno avvincente. Se da un lato gli e-sport rappresentano un deciso salto rispetto alle discipline tradizionali, è altrettanto vero che le basi e l’efficacia della sponsorizzazione non si modificano, mostrando una nuova via per gli uomini di sponsorship e di marketing legato allo sport.
L’internazionalità: la chiave del successo del marketing sportivo
Impossibile, infine, quando si dà uno sguardo agli orizzonti futuri della disciplina, non menzionare l’importanza dell’internazionalità all’interno del moderno sistema dello sport e della sponsorizzazione sportiva. L’esplosione del mercato dei media rights, la disponibilità quasi totale di fruizione dei contenuti e l’espansione sovra-geografica dei contenuti sportivi impone a tutti i professionisti dello sport logiche “think global“, come dimostrano le tante sponsorizzazioni non solo extra nazionali ma addirittura extra continentali di alcune delle principali property sportive.
Si badi, sapere parlare con appassionati e tifosi (ma anche consumer e utenti) di tutte le nazioni, lingue e culture non è solo l’imperativo dello sport del futuro ma il nodo stesso su cui si gioca il presente.
In questo è evidente che campionati che -per loro stessa natura- toccano e fanno tappa in diversi territori del mondo, come la MotoGP e le massime serie motoristiche, possiedono una carta fondamentale da giocare per sè e per le aziende che decidono di sponsorizzare. Vere e proprie piattaforme mobili di marketing capaci di raggiungere audience immense non solo attraverso le trasmissioni del segnale TV, ma coinvolgendo il pubblico nei circuiti e nelle fan-zone di tutto il mondo.
Se ritenete utile approfondire l’argomento siamo sempre raggiungibili utilizzando info@rtrsports.com
A presto.