In Marketing Sportivo, MotoGP

Siamo spesso abituati a vedere i piloti della MotoGP che compiono gesti scaramantici e rituali sempre uguali all’inizio di ogni corsa per cercare di esorcizzare la malasorte e portare a casa un buon risultato. Uno dei gesti scaramantici comuni tra tutti i piloti della MotoGP consiste nel non poggiare mai il casco per terra, nemmeno all’interno del box, per evitare che la stessa situazione possa verificarsi con una caduta.

Tutti, chi più chi meno, sono dediti a questi rituali e il più famoso di tutti, il più evidente, è forse il nostro pilota italiano Valentino Rossi ripreso in mondovisione mentre si prepara a correre. Il Dottore è solito compiere alcuni gesti metodici già all’interno del suo box prima di scendere in pista, quando si tocca in sequenza le spalle, le mani e le gambe per poi dedicarsi all’attrezzatura che servirà a proteggerlo durante la corsa, ossia tuta, casco e guanti, per cercare una sorta di feeling, di contatto emozionale.

Prima di entrare definitivamente in pista, Valentino si accuccia sempre alla destra della moto, in religioso silenzio: è un rituale molto conosciuto del Dottore, che anni fa dichiarò di cercare in questo modo un dialogo con la moto, una compagna di avventura di cui si deve avere assoluta fiducia.

Marco-lucchinelli

Marco-lucchinelli

La tartaruga è inoltre un elemento fondamentale nella ritualità di Rossi. In origine lo stesso animale, modellato in oro, fu regalato da D’Annunzio a Nuvolari, con la celebre dedica “All’uomo più veloce, l’animale più lento“. Proprio da questo episodio nasce l’attaccamento di Rossi alla pigra bestiola: il campione di Tavullia non solo ce l’ha tatuata sul corpo ma la inserisce continuamente nelle grafiche di tute e caschi. Come in occasione della (sfortunata, a dirla tutta) gara del Mugello, in occasione della quale tutto il casco di Rossi era graficizzato con il guscio verde.

Famosissima è poi la scaramanzia numerologica del Dottore, che fin da quando ha iniziato a correre e a vincere non si è mai separato dal suo numero di gara, il 46, nemmeno quando per diritto gli sarebbe spettato il numero uno, essendosi laureato campione del mondo.

I fan delle due ruote saranno poi a conoscenza del particolarissimo rituale scaramantico di un altro grande pilota italiano di moto del passato, Marco Lucchinelli, che si laureò campione del mondo nel lontano 1981: per quella stagione, sotto la tuta protettiva, Marco era solito indossare sempre, per ogni gara, una camicia con la cravatta.

Un altro pilota del recente passato della MotoGP, Loris Capirossi, uno degli eterni rivali di Valentino Rossi, ha sempre preferito salire in sella alla sua moto dal lato destro, per scaramanzia: diceva che in questo modo era convinto di evitare cadute rovinose-

Non tutti però ricorrono ai riti scaramantici, come Casey Stoner: l’australiano ha sempre dichiarato di non avere nessun rituale scaramantico o nessun oggetto portafortuna per le gare, non credendo nella forza di questi strumenti.

RTR Sports
Nelle foto: Valentino Rossi e Marco Lucchinelli

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Emanuele Venturoli
Emanuele Venturoli
Laureato in Comunicazione Pubblica, Sociale e Politica all'Università di Bologna, è da sempre appassionato di marketing, design e sport.
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