In MotoGP

Riportiamo qui un commento arrivatoci via mail da Valerio Andreoli. Valerio ci ha scritto venerdì sera alle 22:38, quando ancora non era chiaro se Jorge Lorenzo sarebbe stato dichiarato “fit to race” per il warm up e la gara di Assen. Lo spagnolo non solo è stato dichiarato abile alla guida, ma ha regolarmente partecipato al Gran Premio, completando la gara ed ottenendo un eccellente 5° posto. I pensieri di Valerio, ammirati e profondi, sono stati quelli di tutti quelli che amano il motociclismo e il motorsport. Ci piace che queste parole rimangano qui, sul nostro blog, a testimonianza delle straordinarie emozioni che questa disciplina meravigliosa sa regalare.

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La velocità precisa rilevata al momento dell’inizio della caduta è 237 km/h, forse alcuni di noi comuni mortali non hanno mai raggiunto quella velocità nemmeno su un automobile. Il pilota ha strisciato sul bagnato consapevole del dolore e del colpo dato, è stato tradito da una curva impostata mezzo metro troppo larga, come conseguenza ha messo le ruote su una riga bianca, con un basso livello di grip e la moto l’ha lanciato.

Dai primi responsi clavicola fratturata, a noi spettatori toccherebbero 1-2 mesi di riabilitazione, nonostante i tempi record di recupero dei piloti si diceva con sicurezza che avrebbe saltato il Gran Premio. Conferma a tale ipotesi, il fatto che Jorge Lorenzo è volato poche ore dopo a Barcellona, dove nella notte tra giovedì e venerdì è stato operato, due ore di intervento con l’inserimento di una placca in titanio e e otto viti. Il medico Zasa, dell’equipe che ha effettuato l’operazione ha affermato:”Jorge si è già svegliato dall’anestesia. Nelle prossime ore valuteremo i suoi progressi e potremo fare una stima dei tempi di riabilitazione”.

Ma i pensieri nella testa del pilota maiorchino non riguardavano controlli medici e fisioterapie, erano fissi sul distacco in campionato di sette punti dal connazionale Dani Pedrosa destinati ad aumentare dato che Lorenzo sembrava fuori dai giochi. Così gli è accesa la scintilla, quel barlume di pazzia per cui un obiettivo da raggiungere oltrepassa tutte le motivazioni del dolore fisico e della riabilitazione, a poco più di 12 ore dall’intervento Jorge alle 15 del venerdì prende un aereo e torna in Olanda sul luogo del gran premio.

A seguito di questa notizia i portavoce del team hanno dichiarato: “Jorge vuole venire per stare con il team, appena sapremo di più sulle sue condizioni potremo essere più precisi”, a quel punto inevitabile la domanda sull’ipotesi di correre la gara a cui gli uomini Yamaha hanno risposto: “Non affrettiamo i tempi, se volesse veramente tentare di guidare ci sono molte variabili da considerare e dovrebbe passare tutti i controlli medici”. Ma quella di Jorge è più di un’idea, il campione del mondo vuole provarci, non perdere punti e lottare, con tutti i suoi mezzi.

Si è detto che, nel caso Jorge Lorenzo venisse definito “fit to race” cioè ricevesse il consenso dei medici a correre la gara, direttamemte da Imola (sede del round della World Superbike), il dottor Claudio Costa arriverebbe per aiutare il pilota a sostenere la gara con infiltrazioni di antidolorifici.

L’aspetto meraviglioso della vicenda, secondo me, è il passaggio in meno di 24 ore dal lettino dell’ospedale al circuito attraversando mezz’Europa, per correre dietro a un sogno, a un obiettivo, quello di un titolo mondiale che rischia di allontanarsi troppo, perchè le lesioni e le placche in titanio non valgono l’occasione di un gran premio perso, peraltro aveva iniziato il weekend benissimo con il primo posto nel primo turno di prove libere, e di punti regalati ai rivali più pericolosi. Jorge ha ricevuto molti attestati di stima da colleghi e persone del settore, il più incoraggiante quello di Cal Crutchlow, che ha firmato la pole position venerdì pomeriggio, ha dichiarato che nel caso Lorenzo, decidesse di disputare la gara sarebbe il suo eroe. Ha usato il termine giusto secondo me, infatti Jorge come un vero lottatore sprezzante di ogni pericolo e complicazione vuole tornare in quell’arena fatta di cordoli e asfalto dove giocarsi una battaglia, di grande importanza  per quella “guerra” che è la corona di campione del mondo.

Nel corso della storia del motociclismo imprese così ci sono state, come Bayliss che si è fatto amputare un dito, in quanto il tempo di riabilitazione per guarire la ferita era lungo e avrebbe dovuto saltare una gara decisiva, ma l’episodio che mi ha colpito di più riguarda Capirossi ed è raccontato in un articolo dell’epoca dal titolo “Come Tazio Nuvolari”.  L’articolo riporta: “Loris Capirossi ha gareggiato nel Gran Premio d’ Olanda imitando il leggendario mantovano volante, che nel primo dopoguerra si metteva al volante anche in condizioni fisiche più che precarie. Alle prese con diverse fratture alla mano sinistra, Capirossi ieri ha dominato il dolore ed è finito sul podio di Assen. Nel warm-up del mattino Capirossi era finito per terra: sembrava k.o., irrecuperabile. Fino alle 12.30 i sanitari volevano impedirgli di gareggiare. Poi il dottor Claudio Costa gli ha ridotto le fratture e Loris, a denti stretti, ha potuto superare anche l’ esame del medico olandese. «Mi ha schiacciato la mano verso   il basso – ha raccontato a fine gara – per verificare quanto male mi facesse. Gli ho sorriso. Poi l’ ha schiacciata verso di me e gli ho sorriso ancora. Quando se n’ è andato, mi sono messo a piangere dal dolore. Ma non potevo vedere la gara in tv». In queste proibitive condizioni, Capirossi ha onorato la pole-position di sabato con una gara maiuscola” . A fine di quella gara Capirossi svenne nel suo box tra le braccia amiche dei suoi tecnici e della futura moglie.

Questi sono episodi che devono far capire al pubblico la grandezza dell’animo di un pilota, la sua volontà d’animo per competere ai massimi livelli, ciò dovrebbe portarli a rispettare tutti per ciò che ci mettono, per lo spettacolo e le lezioni di vita che ci danno, a prescindere dai loro risultati sportivi.

Non si sa ancora nel momento in cui scrivo se Jorge Lorenzo verrà decretato “fit to race” e parteciperà alla gara ma spero vivamente che ciò possa accadere, scrivendo una nuova pagina di passione ed eroismo nella storia del motociclismo.

AMO QUESTO SPORT

By Valerio Andreoli
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Emanuele Venturoli
Emanuele Venturoli
Laureato in Comunicazione Pubblica, Sociale e Politica all'Università di Bologna, è da sempre appassionato di marketing, design e sport.
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