In MotoGP
  • Crutchlow: 9
    Guida la moto come se l’avesse appena rubata e giunge al secondo podio consecutivo con una gara tutto cuore e muscoli. Certo, non avrà uno stile di guida ortodosso, ma la sua è la gara più divertente di tutto il pomeriggio italiano. Dal settimo giro in avanti non fa una curva con la sua Tech3 dritta e salta sui cordoli tipo Mondiale Motocross. Certo, se Marquez non fosse caduto forse non avrebbe centrato il podio, ma se ci fossero stati altri due giri forse avrebbe preso Pedrosa. Comunque, dove i “se” non contano nulla, Cal mette una Yamaha satellite là dove osano le aquile. E dedica il terzo posto al pubblico italiano. Un mito.
  • Lorenzo: 9
    E’ un manuale di guida, dovrebbero farlo studiare a scuola. Non si capisce bene come, ma infila otto giri con lo stesso identico tempo, sul 48 bassissimo, scavando un solco assolutamente insormontabile e mettendo la gara in ghiaccio già a metà corsa. Non c’è storia: se va davanti non lo si prende più. E’ talmente pulito e senza sbavature che, quasi, non è divertente. E poi, qui in Italia, la sua Yamaha va che è una meraviglia. Maestro.
  • Pedrosa: 7 1/2
    Senza infamia e senza lode. Lamenta problemi di grip quando in verità pare un po’ deconcentrato e remissivo in alcune fasi della gara. Certo, la Honda non interpreta appieno il circuito toscano, ma lui preferisce prendere punti importanti e non rischiare. Si fa passare da Marquez senza opporre resistenza, in una giornata in cui sia il Cabroncito che Lorenzo sono più veloci di lui. Eppure, chiamalo scemo, alla fine si tiene la seconda piazza e la testa del Mondiale. Formica.
  • Bradl: 7 1/2
    Trovo divertente il fatto che nessuno lo menzioni mai quando, con un pacchetto molto meno competitivo degli altri, il tedesco è sempre lì a giocarsela con i bimbi grandi. Mette la sua Honda super satellite fra Crutchlow e la prima delle Ducati, quella di Dovizioso. Stefan forse non farà parlare di sè quanto gli altri e non sarà un personaggio mediatico ed amato come i big, ma è un rider consistente e talentuoso. Ieri al Mugello ha fatto una gran gara, poco da dire. Alla via così.
  • Dovizioso: 6
    E’ generoso, ma non basta. Sul giro secco tira fuori il 110% dalla moto di Borgo Panigale e in qualifica si becca con Pedrosa ma in gara non ce ne è e non ha il passo per stare con gli altri. Non fossero caduti Rossi e Marquez sarebbe giunto settimo, ma dei “se” e dei “ma” ne son pieni i fossi e Dovi adesso è davanti a Rossi in classifica generale. Una bella rivincita, ma deve aiutare Ducati a crescere e a costruire una moto competitiva. Work in Progress.
  • Marquez: 5
    Non è il suo weekend e lo dimostra finendo fuori strada a 240 all’ora il venerdì pomeriggio. Forse si prende un po’ di paura, perchè in gara è ben diverso dal solito Cabroncito ostinato e aggressivo e pazienta più del dovuto per superare un Pedrosa non irresistibile. Quando finalmente lo passa si butta all’inseguimento folle di Lorenzo, scivolando miseramente dopo poche curve. Peccato perchè sarebbero stati punti molto preziosi per il Mondiale, che invece ora è più lontano. Deve capire che nella classe Regina conta anche giocare d’astuzia e rimanere in sella. Ma non si può pretendere che sappia leggere la situazione come un veterano. In fondo, sò ragazzi.
  • Rossi: 4
    Verissimo, Bautista lo centra come i birilli al Bowling, ma ad onor del vero il pesarese è fuori traiettoria. Insomma, concorso di colpa mi pare la tesi più verosimile. I problemi, quelli seri, sono comunque che partire (e male) dalla settima casella non è il migliore degli avvii. Quando Alvaro lo butta nella ghiaia, i due stanno lottando per la nona e la decima posizione, non esattamente quello che ci si aspetta. Rossi deve migliorare in qualifica se si vuole togliere dal centro del gruppo ed evitare situazioni del genere. Il “suo” Mugello poteva e doveva andare meglio. E quest’anno non si può certo dire che manchi la moto. Ci crediamo ancora?
  • Bautista: 3
    Carino, simpatico e coccoloso. Però deve piantarla di guidare come alla fiera del materasso e capire che l’obiettivo è quello di essere ancora in moto (lui e gli altri) dopo le prime quattro curve. Il biondo Alvaro non è certo insolito ai problemi in partenza e in molti hanno paura ad averlo accanto quando si spengono i semafori rossi. Occhio che ci si fa male.
By Emanuele Venturoli - RTR Sports Marketing
Nella foto: Pedrosa e Marquez
Picture courtesy of Honda HRC

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Emanuele Venturoli
Emanuele Venturoli
Laureato in Comunicazione Pubblica, Sociale e Politica all'Università di Bologna, è da sempre appassionato di marketing, design e sport.
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