In MotoGP

Abbiamo fatto i bagagli, chiuso le valigie, lasciato fuori solo le ultime cose indispensabili. Spazzolini, dentifricio, giacca antipioggia. Abbiamo controllato di non avere dimenticato niente negli armadi, di non avere scordato qualcosa sotto il letto. Siamo pronti, anche se non è ancora ora. Altro albergo, altro aereo, altro pass. Dopodomani si torna a casa.

L’ultima, la migliore

Valencia è l’apice di quella meravigliosa favola che è il Motomondiale, un miracolo che si ripete tutti gli anni e che si spegne qui, nel sole torrido della Comunitad Valenciana. Fa caldo qui, è ancora estate. Bastano bermuda, camicia e un antivento leggero: sembra di essere fuori dal mondo. Alti e bassi dell’ultima tappa, che non è mai vestita di chiaroscuri, ma solo di bianchi o di neri. Può essere inutile, noiosa e superflua, come quando non ci si gioca niente. Oppure, come oggi, può essere così ricca di significati da divenire elettricità pura, l’aria così densa di adrenalina e aspettative da essere densa e irrespirabile.

Abbiamo aspettato questo giorno per 7 anni e ora, come spesso succede, non lo vogliamo. Ora, ora che è così vicino che lo puoi toccare solo allungando una mano, il gran finale fa paura. Perchè, in fondo, è sempre un finale. Così bello e così pesante, così unico e -per l’appunto- così faticoso. Basta corse, basta rumore, basta televisione alle cinque del mattino, basta aerei, basta moto. Basta tutto. Dipende da come la guardi: può essere un sollievo o un incubo.

Valencia è il gran finale, il castello incantato alla fine del viaggio. E’ meraviglioso certo, e brilla di una luce sensazionale e abbagliante, ma proprio come nelle favole, dopo non c’è più niente. Invece il viaggio è stato faticoso ma ricco, colmo di incontri e protagonisti e grandi risate, pieno. Pieno come il sole che ti batte sulla testa nel paddock di Misano o come il bar da Fabio al mare quanto parte la gara, e tutti sgomitano e spingono per essere davanti alla TV. Son già partiti? No, ma sbrigati che manca poco, oggi me lo sento che è la volta buona, fammi posto che c’è Valentino, siediti per terra che le sedie son finite. E’ questa la MotoGp, e io la ricollego al sole, all’estate, alle domeniche di Luglio in spiaggia o alle colline del Mugello a inizio giugno, quando tutto attorno è verde e profuma di vita.

Un ultimo, grande fuoco d’artificio prima del buio. Lo spettacolo in tutto il suo splendore prima del silenzio. L’ultimo palcoscenico, l’ultima tappa, l’ultimo abbraccio dell’anno a questo pezzo della nostra vita così semplice, così importante, così incredibilmente nostra.

Pass al collo, chiave della camera in tasca, due giorni al tramonto. E’ bello qui.

Così bello che mi manca già.

Emanuele Venturoli
RTR Sports
Pictures from the web

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Emanuele Venturoli
Emanuele Venturoli
Laureato in Comunicazione Pubblica, Sociale e Politica all'Università di Bologna, è da sempre appassionato di marketing, design e sport.
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