In Sponsorizzazioni Sportive

Vi è capitato di vedere recentemente una gara di Moto3 o MotoGP? Risultato imprevedibile? Un po’ come le vostre lotterie.
La possibilità che un certo risultato si verifichi sono estremamente limitate, le gare sono tanto incerte quanto l’estrazione di alcuni numeri o la previsione di certi risultati.
Si tratta di un ottimo segnale che conferma la bontà del lavoro svolto da chi governa il campionto.
La presenza di più squadre e piloti in grado di lottare per la vittoria garantiscono un grande spettacolo, si tratta della competitività diffusa tanto teorizzata ma difficile da ottenere.

“Ma noi ci occupiamo di scommesse…”

L’incertezza portata dall’alto numero di moto competitive rende il campionato avvincente e potenzialmente dà la possibilità di organizzare, a chi lo volesse, scommesse complesse. Se nel tennis si può scommettere sui singoli games o sui punti, in MotoGP sarebbe facile mettere insieme un prodotto molto sfaccettato. Quante posizioni guadagnerà Valentino Rossi al primo giro? Chi taglierà per primo il traguardo al quinto giro? Chi guadagnerà più posizioni nel corso della gara? E chi saranno i primi tre classificati? E così via, a creare una molteplicità di scenari tutti ipotizzabili ma anche estremamente difficili da prevedere, vista la competitività diffusa dei partecipanti.

Gli operatori del gambling sono presenti ovunque, devono sgomitare per acquistare spazi nelle discipline sportive che più frequentano e -per riuscire a svettare sul rumore di fondo- devono esercitare una forte pressione investendo cifre elevate.

Meglio sarebbe rivolgere le proprie attenzioni a settori ugualmente popolari ma meno utilizzati.

Si potrebbe risultare più visibili con investimenti minori. La sponsorizzazione è uno strumento che necessita di tempi diversi da quelli della pubblicità tradizionale, ed esporre il proprio logo all’interno di manifestazioni che ne mostrano tanti (a volte anche un centinaio) può risultare poco efficiente, diluendo l’impatto a causa del famoso clutter.

Quindi due diverse strade

  1. Manifestazioni che prevedono -a fronte di investimenti elevati- l’esposizione di un numero ridotto di marchi (es Champions League , MotoGP e qualche stadio di alcune squadre lungimiranti come la Juventus)
  2. Orientarsi per sport dove non sono presenti i nostri competitor.

Nel secondo caso si evita il rischio di essere omologati: se dopo il marchio X viene subito esposto il marchio di aziende concorrenti si fa grande fatica a fare passare il messaggio. Come ci si distingue infatti se tutti gli operatori del settore fanno la stessa cosa, mostrando il marchio in sequenze di 10 , 20 e 30 secondi a bordo campo? L’uno vale l’altro. E il vantaggio competitivo che cercavamo associandosi allo sport? Dove va a finire? Meglio verificare ex ante se, nello stesso evento, siamo i soli o uno dei tanti.

Perché scegliere la MotoGP?

Il numero di spettatori che segue le due ruote è enorme, in alcune nazioni asiatiche, terreno fertilissimo per le scommesse, addirittura in esplosione.

Ma perché la MotoGP è così popolare?

È lo spettacolo che rende il campionato eccitante. I sorpassi, i duelli e l’incertezza sono il pepe di questa disciplina. Lo stesso criterio è applicabile ovviamente ad ogni sport. Nessuno si diverte, quindi si appassiona, e di conseguenza concede il suo tempo, a uno spettacolo noioso. Di certo la noia non alberga in pista quando a gareggiare trovate Rossi, Marquez e Dovizioso. E ancora più eccitante potrebbe risultare la visione di una gara di Moto3 dove i piloti si contendono la vittoria furiosamente, giro dopo giro, gara dopo gara sulle 19 piste più belle del mondiale. 9 mesi di sorpassi, di staccate al limite e di colpi di scena che solo la MotoGP può garantire.

Se volete fare una chiacchierata sull’argomento siamo sempre raggiungibili info@rtrsports.com.

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Riccardo Tafà
Riccardo Tafà
Managing Director di RTR Sports, Riccardo si è laurea in giurisprudenza all'Università di Bologna. Inizia la sua carriera a Londra nelle relazioni pubbliche, poi si sposta nel settore delle due e quattro ruote. Si trasferisce brevemente a Monaco prima di tornare in Italia. Lì fonda RTR, prima una società di consulenza e poi un'azienda di marketing sportivo che, alla fine, trova una nuova e definitiva sede a Londra.
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