Esercizio difficile, il seguente. Difficile perchè questo blog, che solitamente si occupa delle eccellenze del marketing e dello sport mondiale, oggi vuole trattare di qualcosa di diverso. Qualcosa di più locale -certamente- di più intimo e domestico, ma non per questo meno potente.
Già, perchè il video esperimento di Raffaele Ferraro dal titolo “Il basket è”, è già divenuto sul territorio nostrano un piccolo capolavoro di popolarità. 6.000 visualizzazioni circa in poche ore. Iniziato originariamente come un progetto da proporre alla Lega Basket italiana e rapidamente divenuto invece un percorso autonomo, il video (che potete trovare qui) raccoglie personaggi più o meno rinomati della pallacanestro che spiegano in un aggettivo cosa significhi per loro il basket.
Ne viene fuori un divertente ritratto, nazional popolare finchè volete ma altrettanto efficace, in cui si susseguono a mò di sketch le risposte più disparate. Da “il basket è passione” fino a “il basket è una bomba”, coronato da rumoroso tuffo in piscina, si passano tre minuti e trentasette di buon godimento.
E, seppur forse in maniera inconsapevole, l’esercizio centra il segno per diversi ordini di motivi che chi si occupa di marketing conosce bene.
Innanzitutto il video fa leva su ciò che vi è nello sport di più forte, ovvero sulla passione e l’emozione generata. Queste due componenti sono da sempre driver assai efficaci tanto per il business quanto per il word of mouth che il prodotto genera.
In seconda istanza il filmato mischia con intelligenza sportivi più o meno conosciuti e anonimi signor nessuno per costruire una ricetta vincente. Da Pozzecco a Pecile, da Poeta a Binelli, da Vitali a Cavaliero, si susseguono tante facce note di ieri e oggi che certamente impreziosiscono il prodotto.
Infine, v’è poi da dire che il video si rivolge ad una nicchia di ascoltatori piccola ma molto ben identificata da cui ci si aspetta una condivisione attiva, cosa che è effettivamente accaduta. Chi ha giocato almeno una volta sua a pallacanestro a Bologna riconoscerà con facilità questo o quel luogo, dal Meloncello all’ingresso dell’Arcoveggio, e alcuni visi noti. Una componente non da poco.
Insomma, il video trova il suo successo proprio nel suo localismo dichiarato e nella sua onestà realizzativa, consapevole del fatto che è inutile mascherarsi nel celeberrismo “vorìa ma non posso” ma anzi celebrare il proprio spirito familiare e ruspante. E questa, nell’epoca di Youtube e della condivisione assoluta, è una assoluta qualità, poichè si è riconosciuto che il contenuto può superare tranquillamente le barriere del contenitore.
Un plauso, per terminare, va anche alla scelta di non realizzare questo video nè per Lega Basket nè per fini di lucro. E’ giusto che rimanga permeato da quella spontaneità e da quella passione che caratterizzano anche il suo autore.
By Emanuele Venturoli - RTR Sports Marketing
Nelle foto: alcuni fotogrammi del video
Pictures from Youtube