In Sponsorizzazioni Sportive

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Di Valentina Cozza

Sponsorizzazioni sportive: “Sharing the passion”: è questo l’onere di cui dovrà farsi carico Panasonic, azienda leader nell’elettronica, scelta come partner ufficiale delle cerimonie di apertura per le Olimpiadi e le Paralimpiadi di Rio 2016. L’ennesima collaborazione di sponsorizzazione sportiva tra l’IOC (Comitato Olimpico Internazionale) e il colosso giapponese, Panasonic suggella così un programma di sponsorizzazione sportiva globale iniziato nel 1984, in occasione dei Giochi Olimpici di Los Angeles e che andrà avanti almeno fino al 2024.

Un percorso ininterrotto di sponsorizzazioni che ha portato il celebre brand del Sol Levante a imporsi come Worldwide Top Partner delle Olimpiadi, detenendo, per 32 anni, il monopolio su tutte le operazioni tecniche audio-visive necessarie al broadcast dell’evento in tutto il mondo.

Il colosso giapponese avrà, però, anche l’onore di far fermare il mondo intero ad ammirare la potenza dello sport, di proiettarne la magnificenza sin dalle cerimonie d’apertura, introducendola nelle case di miliardi di spettatori di ogni nazionalità e religione.

In pratica, il compito è quello di organizzare degli show d’apertura in cui il fascino della cultura carioca si mescoli con il linguaggio universale dello sport, plasmando suoni e colori per divulgare le emozioni e l’eccitazione unica che da sempre caratterizzano questa competizione sportiva.

Traducendolo in termini tecnici, tutto ciò equivale a dire che Panasonic sarà incaricata di fornire un’offerta chiavi in mano che comprenda l’intero sistema di proiezione, il supporto tecnico e le attrezzature digitali, al fine di permettere agli amanti dello sport di guardare i Giochi Olimpici in alta definizione: come se i loro occhi fossero lì, sui campi di gioco.

 

L’altra faccia del Brasile

Organizzatore degli ultimi mondiali di calcio e primo Paese sudamericano ad ospitare i Giochi Olimpici, il Brasile sta puntando a incrementare la propria economia, dando impulso al turismo attraverso lo sport: una strategia di sviluppo che dovrebbe mirare, tra le altre cose, a ridurre il divario esistente tra le classi sociali. Tuttavia, la fretta di ripulire l’immagine di un Paese ancora così problematico e il tentativo di rendere la città di Rio più vivibile proprio in vista delle Olimpiadi, sta dando vita a misure quanto meno discutibili, per le quali anche l’Onu sta richiedendo interventi tempestivi ed efficaci, al fine di evitare fenomeni già segnalati durante il mondiale di due anni fa.

Ospitare eventi di tale portata può rivelarsi purtroppo un’arma a doppio taglio: il fattore mediatico gioca un ruolo di non poco conto e la volontà di essere pronti agli occhi del grande pubblico a volte rischia di portare a commettere (e nascondere) rilevanti abusi di potere.

L’augurio che ci facciamo, quindi, è che non siano i più deboli a pagare il prezzo di questa folle corsa alla conquista dell’immagine del Paese perfetto; questo vorrebbe dire essere un Paese che non sa leggere le esigenze dei suoi stessi cittadini, un Paese che si arrende ai propri problemi. 

E un Paese che “ripulisce” invece di valorizzare stride fortemente con i valori dello sport e, nello specifico, con lo spirito olimpico che da sempre esorta l’uomo a migliorarsi, agonisticamente ma anche e soprattutto umanamente.

Di Valentina Cozza

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Emanuele Venturoli
Emanuele Venturoli
Laureato in Comunicazione Pubblica, Sociale e Politica all'Università di Bologna, è da sempre appassionato di marketing, design e sport.
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