In Marketing Sportivo

Qualcuno, tra gli addetti ai lavoro, auspicava una soluzione di simile portata. Molti, fans e sponsor in testa, possono abbandonarsi a un sospiro di sollievo.
Il mondo del tennis vivrà una nuova era, nel segno della trasparenza e del fair play, con l’introduzione del passaporto biologico per gli atleti voluto dai vertici del tennis mondiale. Un comunicato ufficiale ha evidenziato come ATP World Tour, ITF, WTA e i tornei dello Slam abbiano concertato una decisione che segnerà un punto di svolta nella storia di questo sport: “Il Tennis anti-doping programme working group si è riunito per una normale revisione del programma annuale. Tutte le parti in causa si sono però trovate già d’accordo sull’opportunità di introdurre la nuova misura antidoping e ne è stata deliberata l’introduzione senzaattendere oltre”.

Tennis, ecco il Passaporto Biologico, RTR Sports

Un provvedimento necessario, insomma, alla luce anche di una pericolosa evoluzione della piaga del doping in svariate discipline sportive (ciclismo in primis, nella gogna mediatica a maggior ragione dopo la confessione di Lance Armstrong). Il mondo del tennis, per voce dei suoi protagonisti, spesso si è interrogato sulle misure adottate in campo internazionale per contrastare un fenomeno dilagante e potenzialmente deleterio per i valori incarnati da tale disciplina. Nonché per il ritorno d’immagine che i campi d’erba, terra rossa o cemento generano in termini economici. Anche gli atleti più rappresentativi, tra i quali lo svizzero Roger Federer o Novak Djokovic, si sono schierati a favore di controlli più stringenti e severi, “denunciando” modalità evidentemente troppo blande nelle misure antidoping proprio in seno alla federazione internazionale.
“Siamo tranquillissimi, – ha spiegato a proposito Francesco Ricci Bitti, Presidente dell’International Tennis Federation (ITF) – non abbiamo mai pensato di possedere il miglior sistema antidoping e che questo possa raggiungere tutti indistintamente. Siamo consapevoli dell’importanza che gli atleti rivestono nell’esortarci a fare di più. Anche se questi stessi non hanno il quadro della situazione, è positivo il loro schierarsi a favore di un miglioramento ulteriore del nostro programma, che già pensiamo sia buono e di qualità”.

Non solo ciclismo, dunque, anche il tennis si prepara all’introduzione del passaporto biologico, un documento elettronico individuale che permetterà di monitorare costantemente i risultati dei test che gli atleti effettuano su sangue e urine, anche in momenti temporali diversi. Dall’analisi e dall’incrocio di tali risultati, difatti, possono essere evidenziati con maggior precisione impieghi di sostanze illecite.
In molti avevano avanzato proposte in tal senso, nel recente passato. Il già citato Federer, ma anche Andy Murray, fresco profeta in patria (oro olimpico a Londra 2012), il quale si era espresso a favore di un aumento della tassazione sui prize money dei top player per finanziare ulteriormente il programma antidoping.
Denaro, appunto: quello che l’ITF dovrà reperire per far fronte al necessario aumento del numero di controlli effettuati sui tennisti del ranking mondiale, soprattutto al di fuori delle competizioni, con fondi che giungeranno dagli organi di controllo e amministrati proprio dalla federazione internazionale.
Il grande spettacolo del tennis vuole mostrarsi al mondo con trasparenza e serietà, mettendo all’angolo chi, in nome di chissà quale dio, è pronto a infangare sé stesso, il suo avversario, gli sponsor e la loro brand image. Senza dimenticare, naturalmente i milioni di fans sparsi in tutto il globo.

By Marco Lorenzi - RTR Sports Marketing Contributor
Nelle foto: Novak Djokovic, Andy Murray oro a Londra 2012
Pictures from the web

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Emanuele Venturoli
Laureato in Comunicazione Pubblica, Sociale e Politica all'Università di Bologna, è da sempre appassionato di marketing, design e sport.
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