Quando Ferdinand Piech ha chiuso alle sue spalle la porta della Volkswagen in molti hanno subito pronosticato un’entrata del gruppo tedesco in Formula 1.
Le quote del pronostico sono andate ulteriormente al ribasso quando personaggi illustri della F1, da Helmut Marko a Ecclestone, ne hanno pubblicamente sostenuto il progetto.
Ciò che i più pragmatici si chiedono è però: “Cosa avrai mai da guadagnare Volkswagen entrando in una Formula 1 non propriamente in salute?”.
A questa domanda seguono motivazioni prevalentemente di carattere commerciale.
Audi, il marchio candidato alla corte di Mr.E, viene da anni di dominio nel Wec, una categoria storica che gli appassionati hanno imparato ad apprezzare sempre di più grazie all’elevata tecnologia portata in pista dai costruttori (figlia di un regolamento piuttosto libero) e al fascino intramontabile dell’endurance.
Inoltre, un biglietto per un gara del calendario Wec ha costi nettamente più bassi rispetto a quelli da affrontare per un Gp di F1, un fattore chiave per ogni appassionato.
Ecco, l’appassionato è una costante presenza in queste righe, lo è meno però nello share televisivo.
Il Wec, per quanto possa considerarsi all’avanguardia sotto il profilo sportivo, paga in termini di popolarità un prezzo forse troppo alto ma giustificato dalle stesse ragioni che lo rendono invece così apprezzato da coloro che amano il motorsport: la lunghezza delle gare scoraggia lo spettatore medio che preferisce invece eventi sprint, come la F1; inoltre l’elevata tecnologia, core di questa categoria, non viene “capita” dalla maggior parte delle persone.
Last but not least, i piloti presenti nel Wec difficilmente potranno innalzarsi ad “eroi” per il semplice fatto che ogni singola vittoria la dovranno dividere con i propri compagni di squadra.
Chiudendo il cerchio, il Wec è una categoria apprezzata in particolare dagli appassionati ma difficilmente potrà attaccare la popolarità della F1.
Una popolarità che in chiave di marketing gioca ovviamente un ruolo fondamentale e che il gruppo VW non può sottovalutare. Da qui, la possibile scelta di entrare in F1.
Il Circus offre più visibilità ed è un ambiente nel quale aziende da ogni parte del mondo possono incontrarsi e siglare accordi milionari con una naturalezza disarmante.
Inoltre, questo passo permetterebbe di mostrare agli occhi di qualunque persona la tecnologia e la competitività del marchio VW.
Uso però il condizionale, sia perché l’entrata dei tedeschi in F1 è tutt’altro che certa, ma soprattutto perché Honda ha dato un chiaro segnale riguardo la difficoltà nel raggiungere obiettivi a breve termine nella massima categoria.
Magari in VW saranno più preparati dei giapponesi ma certamente se sul piano commerciale si prefigurano prevalentemente vantaggi, su quello sportivo il gruppo tedesco dovrà valutare se il gioco valga o meno la candela.
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