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Formula1 e Social Media Marketing, un binomio vincente?

Quanto il social media marketing influisce sull’audience generale della Formula1?

La Formula1, oltre che per la ricerca tecnologica in termini di performance, è nota anche per essere stata la disciplina che ha rivoluzionato, se non creato, l’attuale rapporto di business tra sport e sfruttamento dei diritti tv. A distanza di anni però sono cambiati i valori in gioco e proprio la Formula1 sembra essere lo sport rimasto più indietro di tutti, nonostante abbia un enorme potenziale mediatico.

Secondo i dati forniti da Twitter circa l’80% degli spettatori di un gran premio twitta per condividere l’evento con altre persone, generando un flusso di informazioni continuo lungo tutto l’arco di gara. Per questa ragione, probabilmente, abbiamo visto negli ultimi anni sia gli account dei team che il profilo ufficiale Formula1 su Twitter comunicare sempre di più con i fan. Ad ogni modo, i followers dell’account ufficiale del Circus sono circa 1.7 milioni mentre la Nascar, che non gode della globalità della Formula1, va oltre i 2.1 milioni. Per non parlare poi dell’NBA che supera i 18 milioni. Questi dati parlano chiaro, la F1 ha un potenziale nascosto.

Come fare?

Come sfruttare questo potenziale è ovviamente un “tricky point” come lo definirebbero gli inglesi. La necessità è quella di trovare il giusto bilanciamento tra il dare al pubblico ciò che interessa generando “engagement” e il rispetto di vincoli contrattuali con le televisioni che hanno pagato a caro prezzo quei contenuti che, per stare al passo con i tempi, si dovrebbero in parte condividere in maniera gratuita con il pubblico.

Cosa condividere gratuitamente sui social media in tempo reale rimane un punto interrogativo, perchè dietro quei secondi di video trasmessi potrebbero nascere trattative più lunghe del distacco in punti tra Mercedes e Manor. Ad ogni modo, l’idea di postare sui social in tempo reale i primissimi giri del gran premio, i replay dei sorpassi più belli e la festa finale del podio potrebbe aiutare a coinvolgere persone che non sono attualmente disposte a pagare una pay-tv per guardare la Formula1 e si sposerebbe a pennello con la natura intrinseca dei social, ovvero contenuti facilmente fruibili e rilevanti. Inoltre, ragionando in ottica futura, questa mossa aumenterebbe l’engagement del consumatore medio e di conseguenza la possibilità che il consumatore stesso veda il campionato seguente con un abbonamento pay-tv in mano. E ancora, una presenza più costante e ricca di contenuti rinforzerebbe la posizione della F1 anche tra gli appassionati che la vedrebbero più vicina a loro e più disposta a soddisfare i loro bisogni.

Ne conseguirebbe un aumento dell’audience generale che rappresenterebbe un pay-off non soltanto per la Formula1 ma anche per i team e per gli sponsor, monetari e tecnici, che cercano nella F1 una piattaforma di comunicazione trasversale ma che attualmente proprio di trasversalità pecca. Infatti sono per lo più gli sponsor tecnici, specialmente quelle aziende nel mondo dell’automotive, a trarre il maggiore beneficio da una serie automobilistica così tecnica e poco attraente al consumatore medio.
Al contrario, molte aziende di beni di consumo, faticano a trovare la reason-why per investire ingenti somme di denaro nel Circus, un ambiente sempre più popolato soltanto da appassionati di motorsport e non dal consumatore medio al quale loro si rivolgono.

Concludendo, il coinvolgimento dello spettatore medio è ciò di cui l’attuale Formula1 in crisi di ascolti ha bisogno e il social media marketing possono essere lo strumento in grado di trovare il giusto bilanciamento tra il soddisfare i bisogni del pubblico e il rispettare le regole di un business che la Formula1 ha inventato.

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Silvia Schweiger
Silvia Schweiger
Direttore Associato, Marketing Esecutivo e Commerciale di RTR Sports Marketing, una società di marketing sportivo con sede a Londra, specializzata in sport motoristici da oltre 25 anni.
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