In Formula 1

alonso raikkonen

“Ogni vera passione non pensa che a se stessa” – Stendhal, Il Rosso e Il Nero.

Oggi pomeriggio, la pagina Facebook ufficiale del Lotus F1 Team riporta la gigantesca fotografia di due conigli intenti a fare ciò per cui i conigli sono meglio conosciuti, saltelli e zompi a parte. La didascalia, e cito testualmente, legge: “E quindi Kimi se ne è andato alla Ferrari per il 2014. Già, fa un po’ male…” Nonostante l’ironia che contraddistingue da sempre l’attività digitale del Team Lotus, la notizia è di quelle grosse. Non tanto perchè giunga come un fulmine a ciel sereno, anzi era il segreto di Pulcinella, ma perchè ridisegna in maniera abbastanza netta l’atteggiamento del Cavallino e del circus al tempo della Crisi (di risultati).

Raikkonen è pilota (e uomo) talentuoso ma spigoloso, amato o odiato, tanto gelido nei confronti del “pacchetto Formula1” quanto assolutamente idiosincratico nelle manifestazioni personali. Andò via dalla F1 non perchè non gli piacesse correre (anzi, si gettò immediatamente sul rally), ma perchè mal digeriva il contorno di JetSet, giornalisti e pettegolezzo che il paddock più pettinato del motorsport impone. Raikkonen è l’uomo degli eccessi, degli altissimi e dei bassissimi: mentre moltissimi oggi ricordano come sia stato lui l’ultimo a portare il Mondiale in rosso, altrettanti lo dipingono come uomo non degno del sedile italico. Talento o ubriacone, campione o bollito, il finlandese farà dall’anno prossimo il paio con Fernando Alonso, e tanti saluti a Felipe Massa. E allora, si volta pagina.

Se sia o meno l’uomo giusto, nessuno lo sa, neppure in Ferrari. La decisione della Scuderia è stata quella di costruire un Team più forte possibile, psicologicamente e col volante in mano, per fronteggiare un dominio che, a meno di inspiegabili scossoni, dura da 4 anni. Mostrarsi forti, anche sul mercato, era un passo fondamentale per lanciare un segnale al nemico. Siamo qui, siamo pronti.

Probabilmente, il “no” a Nico Hulkemberg è più frutto di questo che di vere e proprie capacità al volante. Anzi, in ottica futura il giovane Nico sarebbe chiaramente più adatto al programma Ferrari, che ad oggi si trova con due piloti di 32 e 33 anni. Non proprio primissimo pelo se si considera che l’uomo da battere di anni ne ha 26 e di titoli mondiali vinti già 3.

Paradossalmente, Alonso e Raikkonen sono due piloti completamente diversi. Quasi all’opposto, antipodici. Il rosso e il nero. Laddove Alonso è latino nella guida, caliente e aggressivo in gara ma probabilmente troppo emotivo per il giro secco, il finlandese è pilota solido e affidabile, per quanto forse spesso mancante del necessario pathos. In due, tre Mondiali vinti e una carretta di vittorie e podi: piloti veri, gente che col volante in mano c’è nata, su questo non si discute.

Ora però, per la Ferrari la faccenda cambia radicalmente. Da Maranello va via un pilota che, per storia e per carattere, ha sempre accettato di buon grado il ruolo di comprimario. Scuderio storico, Massa anche nel giorno del suo addio è stato definito da Domenicali “uomo squadra“. Chi arriva, questo è poco ma sicuro, di fare squadra non ne ha voglia e certamente non arriva in terra emiliana per reggere il lume al Nando nazionale.  

Delle due, l’una. O i due, galeotta l’età, l’esperienza e il conto in banca, si mettono a giocare ai bravi fratelli (in stile Lorenzo-Rossi post muro del pianto in Yamaha), oppure si fanno i coltelli. La speranza di tifosi, management e Team è che Alonso e Raikkonen lottino fianco a fianco per strappare il dominio a Vettel e a Red Bull e a riportarlo in Italia, aiutando la preparazione della vettura 2014 e supportandosi l’un l’altro in pista.

Il rosso e il nero, di nuovo. Il Kimi-Nando può essere un’accoppiata devastante in un senso o nell’altro: i due possono (se dotati di auto competitiva) dominare il mondiale o annientarsi fra di loro. Al momento, siccome galateo e impegni contrattuali glielo impongono, i due sono tutti zucchero e cannella. Complimenti reciproci, parole d’elogio, felicitazioni per il poter lavorare insieme. Educazione.

Se Raikkonen sia la scelta giusta o meno, non è facile a dirsi. Anzi, probabilmente la risposta si avrà dopo la prima gara del Mondiale 2014. In ogni caso, Ferrari ha buttato sul tavolo tutte le carte che aveva. C’è il top Team, c’è l’impegno, ci sono i soldi.

Ora bisogna lavorare. Questo mondiale 2013 pare già finito.

By Emanuele Venturoli - RTR Sports Marketing
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Emanuele Venturoli
Emanuele Venturoli
Laureato in Comunicazione Pubblica, Sociale e Politica all'Università di Bologna, è da sempre appassionato di marketing, design e sport.
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