È impossibile scrivere qualcosa che non sia già stato scritto, su Re Roger e sulla sua impresa di ieri. Eterno, infinito, maestoso, debordante, sontuoso, onnipotente, Federer porta a casa il trofeo numero 8 sull’erba più famosa del mondo, lo slam 19 di una carriera che è un capolavoro di intelligenza, solidità, passione e talento smisurato.
Roger Federer Wimbledon 2017
La partita con Cilic, onestamente, non dà ragione della grandezza dell’impresa se non per un dettaglio, non trascurabile. Federer ha vinto Wimbledon senza perdere neppure un set. Il croato, autore di un buonissimo torneo, ha dovuto cedere sotto i colpi puntuali e precisi dello svizzero, e infine cedere anche per colpa di un dolore al piede. Senza girarci attorno, non ha potuto nulla: 6-3, 6-1, 6-4 in appena cento minuti di tennis. Sono bastati i primi 15 minuti per fare capire a tutti chi avrebbe portato a casa la coppa più ambita. Federer, al termine dell’incontro, gli ha tributato onore: “Devi essere orgoglioso di ciò che hai fatto. È il dolore più grande, giocare una finale da infortunato”
Ancora una volta, il quasi 36enne di Basilea stupisce per freschezza, ma anche per la capacità di reinventare continuamente il suo tennis, che non potendo più crescere in cifra di talento, ora si è arricchito di un calcolo matematico, di una geometria scientifica.
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Come un mantra, gioca a un metro dalla linea di fondo, producendo colpi che cadono sempre con millimetrica precisione ai vertici del campo, agli incroci delle linee, sbagliando pochissimo. È un tennis non solo vincente, ovviamente, ma raziocinante, logorante per l’avversario e al contempo non massacrante per chi lo gioca: nel solo 2017, Federer ha già vinto due slam e due ATP 1000, per citare le parti più grosse del puzzle. Fra circa due mesi inizia lo US Open, un altro bersaglio grosso.
Quella di Federer è più di una straordinaria storia di sport, o di una bella favola di tennis. È una straordinaria lezione di professionalità sportiva, di integrità e intelligenza, di classe e capacità. Un giorno racconteremo di avere visto in azione probabilmente il più grande tennista di sempre. Ma al momento, l’impressione è che il sacco delle sorprese di Re Roger non sia ancora vuoto.