Lo scopri così. Lontano dalle luci della ribalta e dai flash, lontano dai richiami dei fotografi. Lontano dai divi da passerella, dalle bottiglie di champagne, dai paddock da miliardi di dollari. Lo scopri così, lontano, e fa più male. A freddo, come un pugno allo stomaco quando non stai guardando.
Ieri, al Gran Premio del Canada, un commissario di pista è morto nelle operazioni di rimozione della Sauber di Gutierrez, finito fuori pista appena dopo l’uscita dei Box. L’uomo, la cui identità è ancora sconosciuta, stava lavorando accanto alla gru impegnata a spostare la vettura incidentata, quando è stato schiacciato dallo stesso mezzo di soccorso. E’ morto poco dopo, nell’ospedale Sacre-Coeur.
Ironia del destino, tragico scherzo della sorte che ha fatto cadere all’uomo la radio proprio mentre i soccorsi dietro a lui si affollavano attorno all’auto di Gutierrez. Si è chinato per raccoglierla e non ha sentito arrivare l’enorme gru, a causa delle cuffie antirumore che i commissari debbono portare per tollerare il frastuono delle propulsioni F1.
E’ una scomparsa tanto dolorosa quanto assurda. Perchè è beffardo pensare che fra chi è in pista a sfrecciare a 340 all’ora e chi è fermo dietro una transenna se ne vada proprio il secondo. Pazzo mondo, questo. Da cui ce ne si può andare così, in mezzo al silenzio del frastuono, al buio pesto delle luci, nell’angolo più nascosto della ribalta.
Tutta RTR si stringe nelle condoglianze per il commissario scomparso. Tante volte siamo stati sui circuiti e ben conosciamo quanti siano e quanto lavoro prezioso svolgano quelli che rendono possibili corse come quella di ieri.
By Emanuele Venturoli - RTR Sports Marketing Nella foto: la gru immobile nella rimozione della Sauber di Gutierrez
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