In Marketing Sportivo, MotoGP

Dopo la tappa di Aragona mi chiedo se il mondiale sia già finito… e mi rispondo di sì.

La moto per sua natura ha un equilibrio instabile ma, prendendo spunto da un post di Livio Lodi, curatore del museo Ducati, Ercolino Sempre in Piedi ha il titolo in tasca e la caduta di Lorenzo aggiunge un tassello al mosaico che Marquez ha iniziato ad approntare da inizio stagione.

motogp-2018-marquez-lorenzoMM93 sta attraversando un periodo di grazia totale. È evidentemente in una sorta di trance agonistica ottimamente coadiuvata da un mezzo, la RC213V, certamente ben riuscito. La moto nipponica non è la migliore forse, ma è certamente sufficiente a vincere per il momento ben 6 gare con Marquez e una con Crutchlow sulle 13 effettivamente disputate.

Fortunatamente però non assisteremo ad uno spettacolo noioso. Dorna è riuscita grazie a regole azzeccate a produrre la griglia più corta di sempre, garanzia di sorpassi e colpi di scena. Le Michelin vanno gestite e spesso i piloti sono costretti a limitarsi per averne alla fine offrendo a noi fortunati spettatori finali sempre tirati.

Ma ancora più del 2018 -che sembra già scritto- cosa si può prevedere per il 2019?

Riusciranno Yamaha, KTM ed Aprilia a recuperare il divario che le separa da Ducati ed Honda? E Suzuki potrà garantire a Rins e Mir un prototipo costantemente in grado di lottare per le prime posizioni? Staremo a vedere. Quello che però è certo è che, se compariamo le squadre della prossima stagione considerando soltanto il numero di vittorie e di mondiali dei team impegnati difficilmente mi viene da dire che assisteremo ad un cambiamento.

Le accuse del dopo gara di ieri di Jorge a Marc però potrebbero scombinare le carte in tavola, già prima della fine del Campionato in corso. Le inevitabili frizioni che ci saranno tra due campioni che hanno il comune obiettivo di vincere, la rivalità interna e questo screzio di Aragona potrebbero aggiungere un po’ di pepe ad un duello che si preannuncia stellare.

Una nota finale è invece necessaria sul caso Yamaha. Nel momento in cui si scrive, il brand dei tre diapason affronta la più lunga carestia di vittorie della sua storia recente: è da Assen dell’anno passato che la casa di Iwata non sale sul gradino più alto del podio. La posizione di Rossi e Vinales in classifica, rispettivamente 3° e 5°, non riflette il momento di difficoltà di una moto che ad oggi trova enormi problemi nell’uso delle gomme e ha poco motore rispetto alla concorrenza. L’auspicio è che gli ingegneri giapponesi abbiano nella manica qualche asso da giocare per la M1 2019, riportando una delle grandissime del Motomondiale là dove le spetta.

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Riccardo Tafà
Riccardo Tafà
Riccardo nasce a Giulianova, si laurea in legge all’Università di Bologna e decide di fare altro, dopo un passaggio all’ ISFORP (istituto formazione relazioni pubbliche) di Milano si sposta in Inghilterra. Inizia la sua carriera lavorativa a Londra nelle PR, prima da MSP Communication e poi da Counsel Limited. Successivamente, seguendo la sua insana passione per lo sport, si trasferisce da SDC di Jean Paul Libert ed inizia a lavorare nelle due e nelle 4 ruote, siamo al 1991/1992. Segue un breve passaggio a Monaco, dove affianca il titolare di Pro COM, agenzia di sports marketing fondata da Nelson Piquet. Rientra in Italia e inizia ad operare in prima persona come RTR, prima studio di consulenza e poi società di marketing sportivo. Nel lontanissimo 2001 RTR vince il premio ESCA per la realizzazione del miglior progetto di MKTG sportivo in Italia nell’anno 2000. RTR tra l’altro ottiene il maggior punteggio tra tutte le categorie e rappresenta L’Italia nel Contest Europeo Esca. Da quel momento, RTR non parteciperà più ad altri premi nazionali o internazionali. Nel corso degli anni si toglie alcune soddisfazioni e ingoia un sacco di rospi. Ma è ancora qua, scrive in maniera disincantata e semplice, con l’obiettivo di dare consigli pratici (non richiesti) e spunti di riflessione.
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