Valentino Rossi, l’uomo più atteso del weekend toscano, viene buttato fuori dal circuito del Mugello alla curva numero tre da un proiettile chiamato Alvaro Bautista. La corsa del nove volte campione del Mondo si spegne contro un muro a neppure 500 metri dalla partenza, facendo levare un sospiro di rassegnazione dai tantissimi cappelli gialli seduti pazientemente sull’erba di Scarperia. Oggi, il giorno dopo il Mugello, Andrea Dovizioso su Ducati ha 3 punti in più in classifica generale sull’uomo di Tavullia, ma è una guerra fra poveri, con gli spagnoli che volano già oltre i 100 punti e Crutchlow unico simpatico ma innocuo incomodo.
Lorenzo si cuce sul petto la terza vittoria consecutiva al Gran Premio d’Italia, nella ennesima gara corsa in semi-solitaria con traiettorie millimetriche. “Il Martillo“, lo chiamano, ed a ragion veduta perchè il maiorchino sembra girare su un binario, la Yamaha che danza fra le pieghe toscane, il cronometro che si ferma sempre sull’uno quarantotto basso.
Chiaroscuri di un Motomondiale e di una Domenica difficili da interpretare. Perchè il Mugello e la sua atmosfera sono sempre irripetibili (se non ci siete mai stati, andateci, davvero) ma la gara non è certo fra le più emozionanti di sempre, tanto che l’unico sorpasso vero nelle prime posizioni è quello di Marquez su Pedrosa a dieci giri dalla fine, con una manovra pigra e compiuta troppo in ritardo nelle strategie di gara. Il Cabroncito passa Dani senza troppi sforzi nè convinzione, salvo poi cascare qualche chilometro dopo, sdraiandosi nella ghiaia fiorentina e maledicendo le turbe celesti.
Non è una gran gara, siamo onesti, e l’unico a tirar su la testa è Crutchlow, che conquista il secondo podio consecutivo. L’inglese è ruspante, certo, ma è l’unico che emoziona per davvero, che ci mette il cuore e la faccia e che alla fine dichiara “non mi piace arrivare sul podio perchè uno davanti cade”. Idolo, davvero.
Pedrosa arriva secondo e probabilmente anche lui si sta ancora chiedendo come ha fatto: la Honda sembra tornata ai problemi di chattering dell’era Stoner e manca del grip necessario per scaricare sull’asfalto tutti i suoi cavalli. Camillino, che non può competere con Lorenzo, si limita ad arrivare al traguardo, lieto del fatto che il compagno di squadra sia finito nel ghiaione e che gli altri, Crutchlow, Bradl e le Ducati, non possano minimamente competere con il suo bolide giapponese.
Infine, è un Mugello che mette in luce tutti i limiti di questo Mondiale in cui tutte le classi sono più divertenti della MotoGP (ero in pista a vedere Moto2 e Moto3 ieri e i ragazzi se le danno di santa ragione). Il gap fra Honda e Yamaha e tutte le altre è assolutamente incolmabile ad oggi, e costringe a lunghi ricami fra Lorenzo-Marquez-Pedrosa con gli altri ad inseguire a rotta di fiato. Quando, come ieri, due dei quattro piloti di testa (fra Lorenzo, Rossi, Marquez e Pedrosa) vengono tolti dal carosello, ecco che si magnificano i dubbi su questo Campionato, cui mancano alternative efficaci e in cui, spiace dirlo, 15 CRT hanno poco significato. Vero dunque che Dovizioso e Hayden arrivano quinto e sesto, ma è purtroppo altrettanto vero che dietro di loro non può classificarsi nessun altro, poichè le moto vere sono finite.
Dorna ed Ezpeleta sanno di dovere correre ai ripari e certamente hanno qualche asso nella manica da giocare. Oggi, il giorno dopo il Mugello, piove e la classifica parla chiaro: a meno che Marquez non ci metta la pezza, anche quest’anno la MotoGP sarà solo Lorenzo VS Pedrosa.
By Emanuele Venturoli - RTR Sports Marketing Nelle foto: Lorenzo, Crutchlow, Pedrosa Pictures courtesy of Yamaha Factory Racing and Honda HRC
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