Di Carlotta Avenali
Tra poco meno di una settimana la MotoGp tornerà in scena a Sepang, sul circuito Malese che da quasi due anni a questa parte ci riporta alla mente terribili ricordi. E’ qui dove il 23 ottobre 2011 perse la vita Marco Simoncelli.
Sembra quasi impossibile ora parlare di Sepang senza pensare a lui, anche se c’è di mezzo un titolo mondiale. Nel corso di questi due anni Marco Simoncelli è stato sempre ricordato, e non mancava l’occasione in qualsiasi momento per rivolgere un pensiero a lui, perché il vuoto che ha lasciato è incolmabile e ancora oggi non si è riempito nemmeno di un po’, nonostante la spettacolarità delle bagarre che ci offre quest’anno il motomondiale, nonostante siano passati già due anni e perché in fondo la vita va avanti. Non solo la vita dei piloti, ma anche tutto il mondo che gira intorno a loro, e a noi.
Piloti, persone particolari
Spesso forse ci dimentichiamo di pensare che queste persone hanno qualcosa fuori dal comune. Da sempre intorno al pilota aleggia un’aurea quasi incantata, che li rende protagonisti di immense fantasie, di racconti quasi epici che li eleva ad esseri quasi immortali. Il fascino del pilota, così per dirla in un luogo comune, ha sempre sorpreso, ci ha sempre lasciato a bocca aperta soprattutto quando li vediamo sfrecciare a 300 km/h , quando infrangono il muro del tempo e si abbattono su di esso come se non ci fosse niente di più semplice da fare, si buttano in curva e sbattono la moto a terra e di colpo la tirano su in una brevissima frazione di secondo, quando li vediamo sorridere a fine gara possiamo capire che dietro ai loro occhi si nascondono persone normalissime, che fanno ciò che amano fare.
Possiamo vederli così lontani dalla normalità che a volte ci sfugge che anche loro son fatti di carne e ossa, che provano dolore e che purtroppo sanno bene a ciò cui si va incontro gareggiando fino all’ultima curva su un animale a due ruote. Lo sapevano bene Simoncelli, Antonelli, Tomizawa e Dajiro Kato, solo per nominare alcuni dei piloti che ci hanno lasciato negli ultimi anni, facendo ciò che li spinge ad alzarsi la mattina, a sacrificare gran parte del loro tempo a mettere a posto una moto per poi correre intorno a una pista senza un apparente senso logico, come se fossero cani e gatti che giocano a rincorrersi.
Correre, sempre più forte
Già, forse a noi comuni mortali sembra così, ma quando parlano, parlano con la passione, con il cuore in mano e sanno benissimo ciò che rischiano, ma se ne fregano perché in fondo la vita per loro è questo: correre sempre più forte. Le leggende vogliono che i piloti corrano sempre più forte per due motivi: o per scappare dalla morte,p er provare a sfuggirle in un senso che va ben oltre le nostre capacità, o per avvicinarsi ad essa, in un senso che è ancora più difficile da decifrare. Ma che il verbo sia scappare o avvicinare, l’imperativo dei piloti è sempre quello: correre, correre sempre più forte. Molto spesso vediamo dei ragazzi giovanissimi intraprendere questo percorso così rischioso e difficile e se avessimo l’opportunità di domandargli se abbiano paura della morte, possiamo star certi che ci risponderebbero di sì, con un sorriso sulle labbra e con gli occhi accesi di passione.
Perché in fondo sanno ciò che rischiano ,ma è l’unica cosa che amano davvero fare, e per avere il loro nome iscritto sulla storia del motociclismo son disposti ad accettare anche questa immensa e pesantissima condizione.
Fanno i conti con la loro paura ogni volta che salgono sulla moto, perché purtroppo dove non arriva la coscienza umana a volte arriva il destino. E queste straordinarie creature, così fuori da ogni convenzione lo sanno benissimo, e gli ridono in faccia così forte, certi di riuscire a correre per sempre.
By Carlotta Avenali MotoGP Contributor for RTR Sports Pictures from the web
Sei interessato alla sponsorizzazione? Parliamone!
Compila il form qui in basso per ricevere notizie e aggiornamenti sul mondo del marketing sportivo, o per richiedere una consulenza.
Un membro del nostro staff ti ricontatterà in pochi minuti.