In MotoGP

Jorge_Lorenzo_2016In un’intervista a Quotidiano.net, la leggenda del motociclismo Giacomo Agostini ha dichiarato che Ducati ha offerto a Lorenzo un super contratto per le stagioni a venire a bordo della moto di Borgo Panigale. Quella di Agostini è l’ennesima voce -autorevolissima, per carità- che si aggiunge al coro di coloro che vedono tinto di rosso il futuro del pilota maiorchino attualmente in forza alla Yamaha.

Di ufficiale, manco a dirlo, non c’è nulla, ed è opinione di chi scrive che Jorge e il suo staff aspetteranno ancora diverse settimane, se non mesi, per levare il velo sul futuro del pluricampione del Mondo. Di certo c’è solo che Lorenzo non ha firmato la proposta di rinnovo presentatagli durante il weekend del Qatar dalla casa dei tre diapason -prontamente siglato invece dal compagno di box Valentino Rossi- e che al momento il suo contratto scadrà con il finire della Stagione 2016. In sostanza, non è dato sapersi se il 99 sarà sulla Yamaha l’anno venturo, ma ci sono troppi indizi per non far la prova.

Un passaggio importante

È legittimo chiedersi diverse cose a proposito del possibile passaggio di Lorenzo alla rossa bolognese: una mossa che, se e quando sarà confermata, scombinerà non poco le carte sui tavoli della massima serie della competizione a due ruote.

La prima è certamente cosa possa spingere un pilota come Jorge a mollare una moto pressochè perfetta (la Yamaha) per andare ad accasarsi in una scuderia che, seppure in grande crescita come il progetto Ducati, ha mietuto in passato più di una vittima eccellente e non pare ancora essere al 100% del potenziale. Mentre la M1, specie quella in veste 2016, calza come un guanto allo stile di guida di Jorge, lo stesso non si può dire della bestia felsinea: una moto robusta e spigolosa che è sì migliorata nella guidabilità ma ha ancora nella scorbutica potenza del motore il suo punto forte.

I beninformati, fra i quali non mi annovero, sono soliti ricordare che l’unico a domare i cavalli della Ducati, negli anni che furono, è stato Casey Stoner, un pilota diametralmente opposto per stile e per intenzione a Lorenzo. Tanto l’australiano era fisico sulla sella e violento nel buttare la moto dentro la curva con lunghe derapate sull’asfalto, tanto lo spagnolo è delicato nell’uso del gas e preciso nel disegnare traiettorie più rotonde. Persino nei test di quest’anno, in quei pochi chilometri a disposizione di Stoner a bordo della nuova Desmo, si è visto un lampo delle gesta passate, obbligando i vertici di Borgo Panigale (o quantomeno quelli che li circondano) a domandarsi se per caso non si fosse fatta confusione fra il tester e i piloti ufficiali. Insomma, se dovesse arrivare Jorge in rosso, occorrerebbe trovare un buon compromesso fra il DNA di Ducati e lo stile Martillo + Mantequilla di Lorenzo.

Una sfida affascinante

Tuttavia, o forse proprio per ciò che si è detto sopra, la complessità della sfida Ducati può affascinare tremendamente un maniaco della competizione come Jorge. Perchè se vincere è riservato ai campioni, vincere con mezzi diversi è roba da leggende, specie laddove in tanti hanno fallito la missione. Vi sono pochi dubbi infatti che se Jorge finisse in Ducati e se riuscisse a vincere con la Rossa, il suo nome andrebbe stampato nella storia del Motociclismo con una forza ancor maggiore di quanto non sia già oggi. Certo, è una storia piena di “se” e di “ma”, ma non si può sottovalutare l’eterno confronto con quel Rossi che nei due anni in Ducati ha “ciccato” clamorosamente e che, se Lorenzo vincesse, potrebbe portare l’eterna sfida fra i due ad un livello più equo, nel bilancio complessivo.

Infine, altri due sono gli elementi da non sottovalutare. Il primo è puramente economico, poichè il gruppo Audi potrebbe arrivare al tavolo con la classica offerta che non si può rifiutare. Il secondo, certamente più nobile, è quello del prestigio e della fascinazione che il marchio Ducati comunque continua a proiettare su tutto ciò che ha due ruote.

Come Ferrari nel mondo dell’automobile, il marchio Italiano rappresenta l’essenza, lo spirito, la passione pura che le giapponesi (per una ragione o per l’altra) non sono mai riuscite ad emulare completamente. Vincere in Ducati, come vincere in Ferrari ha un proumo diverso, più persistente e più intenso.

Un profumo che probabilmente neppure una superstar come Lorenzo potrà ignorare.

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Emanuele Venturoli
Emanuele Venturoli
Laureato in Comunicazione Pubblica, Sociale e Politica all'Università di Bologna, è da sempre appassionato di marketing, design e sport.
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