Formula 1: Non è un paese per gommisti. Nel disastro Pirelli vince Rosberg, ma così non ci siamo.
By Emanuele Venturoli| Posted July 1, 2013
| In Formula 1
By Emanuele Venturoli| Posted July 1, 2013
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Formula 1: Non è un paese per gommisti. Nel disastro Pirelli vince Rosberg, ma così non ci siamo.
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Bisogna decidersi, questo mi par chiaro. Bisogna decidersi sul ruolo di queste gomme all’interno del Campionato motoristico più prestigioso al mondo e sul futuro della Formula 1 come punta planetaria dell’automobilismo. Bisogna decidere se è gioco di ruolo o se gara di velocità fra le macchine ed i piloti migliori. Senza far polemica, non è accettabile che 5 pneumatici 5 esplodano nello stesso Gran Premio. O è F1, o è partita a dadi. Delle due l’una.
Proprio nel weekend del trionfo della MotoGP (poichè, sissignori, il weekend di Assen è stato qualcosa di stupefacente), a Silverstone va in onda un Gran Premio confuso, pasticcione e pasticciato, frutto anche della mattanza gommata Pirelli. Lo vince Rosberg, cui gli dei delle quattro ruote pare rivolgano il loro favore nelle giornate in cui, come a Monaco, si capisce poco o nulla. Secondo Webber, poi Alonso, Hamilton, Raikkonen, Massa, Sutil, Ricciardo. Vettel ci mette poco a capire che la giornata non è un gran chè: prima si presenta ai box con un grande taglio sulla gomma posteriore sinistra, poi rompe il cambio e parcheggia a metà rettilineo. Safet Cay e amen.
Al rientro, a 7 giri dalla fine, va in onda il Gran Premio vero: una mini corsa in cui Alonso e Webber danno spettacolo e il pubblico se la gode. L’asturiano conduce una straordinaria rimonta e l’australiano fa vedere che ha ancora qualche coniglio nel cilindro da estrarre. Magra consolazione: è purtroppo evidente che il cavallino odierno, senza il cirque-flamboyant andato in scena, avrebbe fatto fatica a piazzarsi sul podio.
In ogni caso, così non ci siamo. E’ opinione personale di chi scrive che un conto sia cercare di apportare qualche modifica al regolamento in qua e in là, mentre tutt’altro è riempire lo sport di variabili impazzite e incontrollabili. Le gomme, oggi, sono una di quelle variabili. Spinta dalla continua pressione della Federazione a produrre coperture “spettacolari e imprevedibili“, Pirelli ha generato un prodotto che (è sempre mia opinione) sta mettendo in ombra il campionato stesso. Fra pneumatici che esplodono, gomme che durano 6 giri, test segreti e infinite telenovele sulle novità da introdurre, è diventato un campionato di “gommisti“. Questo, purtroppo, non è sostenibile. Diceva una volta Montezemolo, parlando del ruolo dell’aerodimanica, che “qui non facciamo aeroplani o satelliti, qui facciamo macchine“. Le gomme, come l’aerodinamica, il carburante, l’elettronica, le propulsioni, devono essere parte -e non protagonisti- di un campionato di automobilismo.
A SilverstonePirelli ha portato gomme di nuova concezione che non erano mai state del tutto testate (almeno apertamente): la casa italiana dice di aver avuto in tasca anche altre soluzioni che però non sono state accettate unanimemente da tutte le scuderie. Come sempre, capire dove stia il vero è cosa impossibile.
By Emanuele Venturoli – RTR Sports Marketing
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Emanuele Venturoli
Laureato in Comunicazione Pubblica, Sociale e Politica all'Università di Bologna, è da sempre appassionato di marketing, design e sport.
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Le attivazioni sono il cuore pulsante
Le attivazioni sono il vero cuore della sponsorizzazione sportiva. Senza di esse, rimane solo un’adesivo vuoto su una moto, una macchina o una divisa e nessun contatto con il pubblico, nessun legame emozionale, nessun impatto sulla bottom line. E allora come si fa? Di certo non saranno i team o gli atleti ad aiutarvi a sfruttare la sponsorship e a farvi godere dei tanti diritti di marketing che avete pagato. Per tirare fuori il meglio da un progetto di marketing sportivo vi serve un’agenzia che sappia utilizzare la sponsorship per coinvolgere la fanbase sul web, per arrivare nei Centri Commerciali, per organizzare hospitality, per sviluppare possibilità di B2B e B2C e per portare i “vostri” atleti di fronte a milioni di potenziali consumatori.
Le informazioni giuste, la scelta giusta
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Andreste mai dal concessionario che vi ha venduto l’auto per chiedere se la macchina della concorrenza è migliore? No, ovviamente. Quindi, come pensate di ottenere misurazioni certe dell’efficacia della vostra sponsorizzazione se non vi affidate a qualcuno di super partes? Noi di RTR collaboriamo da sempre con agenzie terze indipendenti che ci permettono di conoscere il ritorno di ogni esposizione del vostro marchio in TV e sui media. Inoltre, crediamo nel calcolo del ROI come misura ultima del vostro successo: così sappiamo dirvi per ogni centesimo speso quanti ne state guadagnando.
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Sedetevi, rilassatevi, ci pensiamo noi
Da più di 30 anni ci occupiamo di sponsorizzazioni sportive e di marketing sportivo. Siamo consulenti, nel senso che il nostro obiettivo è quello di massimizzare il vostro investimento, ma siamo anche un’agenzia che gestisce il progetto dall’inizio alla fine. Lo facciamo dal 1995 con passione e professionalità, seguendo tre principi che sono diventati cardine della nostra attività: indipendenza, verticalità e trasparenza.
Conosco e lavoro con Riccardo Tafà dal 1995, quando per la prima volta abbiamo collaborato insieme ad un progetto per il Team Williams di Formula 1. Da allora abbiamo sviluppato molti altri accordi. Dopo avere lasciato Williams per lavorare con Gerhard Berger alla scuderia Toro Rosso, mi sono rivolto nuovamente a Riccardo per trovare un fornitore di utensili per il team, e Riccardo ha risposto positivamente con un’introduzione ad USAG: la partnership fra USAG e Toro Rosso sarebbe poi durata ben cinque anni. Di recente ho assunto il ruolo di Group Commercial Director per la prestigiosa squadra Andretti Autosport e mi trovo nuovamente a lavorare con Riccardo su una quantità di interessanti progetti. Perchè dunque questa collaborazione dura da così tanto? È un uomo capace, conosce egregiamente il lato commerciale dello sport ed è onesto e affidabile. Riccardo Tafà è un uomo del fare, più che del parlare: in oltre 20 anni non ho mai avuto uno screzio con lui o con una delle aziende che mi ha presentato. Inoltre, ciascuna delle partnership ha generato un ROI notevole sia per lo sponsor che per la parte sportiva. Non riesco a pensare a nessuna migliore testimonianza di questa per descrivere il lavoro di Riccardo.
Jim Wright
Group Commercial Director
Da oltre 10 anni lavoriamo con RTR Sport, gli obiettivi e i programmi di collaborazione continuano a rinnovarsi e a crescere con grande soddisfazione da parte nostra. Personalmente considero RTR una squadra di grandi professionisti capitanata da Riccardo Tafà che considero abbia competenze eccezionali e una sviscerata passione per il proprio lavoro.
Lucio Cecchinello
Team Principal
Vorrei porre in rilievo che tra le qualità di RTR c’è la sua grande abilità nell’approcciarsi strategicamente allo scenario delle sponsorizzazioni, connessa ad un modo di fare appassionato, una enorme volontà di risolvere i problemi, e una robusta professionalità.
Gianluca Degliesposti
Executive Director Server&Storage EMEA
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