In Calcio, Marketing Sportivo

Di Alex Righi

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Brexit cosa cambia nello sport

Il 23 giugno 2016 la Gran Bretagna ha detto addio all’UE, un addio che avrà sicuramente numerose conseguenze su ogni aspetto dell’economia europea nell’eurozone e nella uk economy. Molto probabilmente, le conseguenze non saranno così drammatiche come previsto appena dopo il referendum che ha scelto il “Leave”, ma saranno comunque importanti e interesseranno ovviamente anche il settore sportivo.

Brexit e Premier League

Lo sport britannico aveva preso una posizione chiara sul referendum, anche grazie alle dichiarazioni dell’amministratore delegato della Premier League inglese, Richard Scudamore, che aveva espresso la netta volontà di votare per il “Remain”. Infatti, analizzando lo sport più popolare al mondo (il calcio), si può constatare come l’Unione Europea sia servita alla Gran Bretagna (Inghilterra su tutti) per aumentare il proprio livello tecnico grazie agli arrivi negli anni 80 e 90 di numerosi campioni dal resto d’Europa, tra cui Zola e Vialli dall’Italia, Cantona dalla Francia, Bergkamp dall’Olanda e così via.

In ogni caso, a 5 mesi dal referendum ancora non è chiaro cosa significa Brexit e cosa implicherà nel contesto sportivo. Nel calcio si potrebbe andare incontro a limitazioni per i permessi di lavoro e per la libertà di movimento dei calciatori e questo non farebbe sicuramente bene ai Paesi anglosassoni oggetto di referendum.

Il videogioco Football Manager (il più importante e reale gioco manageriale calcistico) si è espresso così tramite Miles Jacobson, Studio Director dello sviluppatore del gioco Sports Interactive: “noi di solito cerchiamo di tenere la politica fuori dal gioco ma quest’anno si è verificata una situazione interessante che abbiamo dovuto tenere in considerazione”.

Gli sviluppatori hanno concesso la scelta “Brexit leggera” o “Brexit dura”. In quest’ultimo caso, avendo regole simili a quelle applicate negli altri Paesi non appartenenti all’UE, i giocatori non nati nel Regno Unito avrebbero regole diverse e questo significherebbe aumento dei prezzi per i trasferimenti e limiti sul numero di giocatori acquistabili dal resto del mondo (Europa compresa). Se fosse imposto nella realtà un limite molto basso, come ad esempio solo 4-5 giocatori non britannici per squadra, la situazione sarebbe davvero molto complicata poiché la qualità ne risentirebbe e anche gli introiti TV (che ormai reggono in piedi il calcio europeo) crollerebbero.

Alle domande rivolte agli appassionati di sport riguardanti Brexit, la maggior parte di questi si è dimostrata contraria alla stessa, poiché ritiene che sarà più difficile per i club del Regno Unito ingaggiare giocatori europei ed aumenteranno, inoltre, i costi per i viaggi e gli spostamenti. In sostanza però, nessuno ancora sa quali saranno gli effetti della Brexit e questo genera preoccupazione e sconforto.

Di seguito alcuni possibili effetti sui principali protagonisti dello Sport Business:

GIOCATORI PROFESSIONISTI

Brexit e conseguenze economiche. Sì o no’ Circa 2/3 dei calciatori che giocano in Premier League potrebbe non soddisfare i requisiti post Brexit (cosa succedera? Saranno costretti ad andarsene?), nel rugby diventerebbe ancora più attraente il campionato francese, mentre nel golf ci sarebbero dei problemi a causa del viaggio per partecipare al tour europeo.

Non è neanche lontanamente immaginabile che regole quali il Kolpak e il Bosman che hanno profondamente cambiato il mondo del calcio possano essere annullate nel Regno Unito; ma questo per quanto riguarda i calciatori; cosa succederà invece a tutto il personale e lo staff delle società sportive? Questi non sono e, probabilmente, non saranno “protetti” dalle leggi suddette.

EVENTI e MANIFESTAZIONI

Le grandi competizioni di calcio internazionali, per fortuna, non verranno modificate dalla Brexit perché sia il Campionato Europeo sia la UEFA Champions League non si basano sull’adesione o meno all’Unione Europea, ma sul fatto di essere o meno membri della UEFA. Discorso simile nel golf, per manifestazioni quali ad esempio la Ryder Cup; problemi maggiori invece potrebbero verificarsi per il Tour Europeo per complicazioni riguardanti i visti e il costo dei viaggi.

TIFOSI E APPASSIONATI

Se il costo degli spostamenti aumenterà e se i migliori talenti potrebbero non giocare più nel Regno Unito, i tifosi potrebbero risentirne e perdere interesse per lo sport.

TV

Come accennato, le pay-tv potrebbero risentire della Brexit a causa della perdita di attrazione dello sport anglosassone, in particolare il calcio, che muove milioni e milioni grazie a diritti tv e programmi ogni anno.

SPONSOR

Stesso identico discorso per gli sponsor: se i migliori talenti non andranno più a giocare nel Regno Unito, gli sponsor reagiranno di conseguenza investendo di meno sullo sport anglosassone a causa della mancanza di attrazione. Lo straordinario caso di marketing dell’operazione Pogba al Manchester United potrebbe non ripetersi più.

Inoltre i tifosi e gli appassionati in generale potrebbero spendere di meno anche nel merchandising, con ulteriori effetti negativi per l’attrattività nei confronti degli sponsor.

In definitiva, quello che accadrà non è chiaro a nessuno, l’unica punto fermo è che chi segue lo sport, generalmente, non è stato a favore della Brexit ed un motivo ci sarà. Alcune modifiche verranno introdotte ed è molto difficile che queste possano avvantaggiare lo sport britannico. D’altro canto c’è chi non vede nel Leave un passo indietro a causa del probabile aumento di spese di trasferimento, salari e acquisto per accaparrarsi giocatori europei ma, al contrario, un’occasione per poter rilanciare lo sport anglosassone. Infatti, alcuni sostengono che il Leave potrebbe rappresentare un ottimo affare per arginare il flusso di giocatori stranieri in Inghilterra e Gran Bretagna in generale, e lanciare giovani talenti locali. Questo infatti è stato un sogno a lungo inseguito da molti dirigenti e presidenti sportivi ma, al momento, accantonato a causa delle norme comunitarie. E non si parla solo di calcio perché, guardando al cricket e al rugby, molti giocatori africani (sudafricani su tutti) e caraibici, in forza nei vari campionati britannici e addirittura da anni rappresentanti della nazionale inglese, stanno godendo degli stessi diritti dei giocatori europei e potrebbero perdere parte della loro forza.

Lo sport britannico, però, ha molto seguito e molto fascino proprio perché cosmopolita e capace di attrarre talenti, tifosi e sponsor da tutto il mondo. Anche la NFL ha scelto Londra come rampa di lancio per l’Europa.

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Emanuele Venturoli
Emanuele Venturoli
Laureato in Comunicazione Pubblica, Sociale e Politica all'Università di Bologna, è da sempre appassionato di marketing, design e sport.
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