In Formula 1

Fotografie. Di quelle impresse nella memoria e nelle emozioni. Di quelle che metti in cornice e guardi prima di andare a dormire. Di quelle che poi quando te ne vai di casa prendi e porti con te. Nel Parc Fermè di Shaghai, Fernando Alonso in piedi sul muso della F138 sventola una enorme bandiera gialla con il cavallino rampante sommerso da una pioggia di flash, un temporale di fotografi e applausi e tifosi. E’ un’immagine mozzafiato, che blocca il respiro e stringe il cuore, che incarna colore per colore la passione che la Ferrari sa infondere non solo nei suoi tifosi, ma anche in chi sta dentro l’abitacolo. Una giornata meravigliosa, nella prima domenica di primavera italiana.

Risvegli. Alonso ricama una gara perfetta, da 10 pieno, sul circuito cinese. Parte benissimo al via e si butta immediatamente a caccia di Hamilton. L’inglese fa quel che può ma nella domenica del Cavallino non può nulla contro questo Alonso e questa Ferrari. Lo spagnolo vola in testa e inizia la gara alla sua maniera, quelle che preferisce, quelle in cui lo vedi sfrecciare nel guidato sempre più forte, sempre più forte. E’ talento cristallino: l’asturiano dipinge curve che sono geometria viva e danza sui cordoli. Un giro veloce, poi un altro, poi un altro.

Fernando, siamo davanti, non c’è bisogno che spingi così forte” -invoca ad un certo punto l’Ingegner Stella via radio, terrorizzato che queste nuove Pirelli di biscotto cedano ad un certo punto trasformando il sogno in un incubo. “Va bene -risponde laconico Alonso- però guardate che io adesso non sto spingendo“. Siamo a questo punto.

Attorno, nel frattempo, succede il disastro dovuto a strategie fantasiose e diversissime, mentre una dozzina di piloti si alternano al comando della gara. C’è chi rientra al sesto giro, chi dopo 17, chi addirittura opta per due soste. Le coperture tenere portate dall’azienda milanese durano sei giri sei, e calano di circa mezzo secondo al giro in termini di prestazioni: non sono pneumatici, sono ghiaccioli al sole. I piloti, disorientati, chiedono aiuti al muretto: “Scusate, ma questo qui dietro chi è? Cosa devo fare?” domanderà ad un certo punto Button al suo Box. Persino Alonso, nel minestrone delle soste si trova invischiato nel traffico, ma la cosa non lo preoccupa: risupera Hamilton (ancora) e Vettel (due volte) e si riprende una gara che è sua senza alcun riserbo.

Già. Vettel. Il tedesco è vittima di prove non facili e di una griglia di partenza che non lo favorisce certamente. Rimane dietro Hulkenberg una vita e perde tempo, terreno e chance di vittoria. Horner si arrabbierà, in seguito, ma la verità è che la Sauber di ieri certamente non aveva nulla da cedere a questa RBR. La verità è che qui in Cina la Red Bull non è un granchè nè tecnicamente nè a livello psicologico, forse profondamente ferita dai guai successi in Malesia. Lo vedi nel weekend di Mark Webber, che il sabato rimane senza benzina (dico io, ma come si fa) e la domenica, dopo essere stato costretto a partire dai box, perde una gomma fissata male al pit stop precedente. La scuderia di Milton Keynes si deve accontentare del quarto posto del Campione del mondo, la cui forsennata rimonta su Hamilton non vale lo sforzo.

Secondo arriva Raikkonen, autore di una gara magari non emozionante ma concreta. Il finlandese, che ora è a tre punti dalla vetta del Mondiale, prende solo un po’ di paura quando Perez (seriamente, ma questo in McLaren cosa ci sta a dire?) toglie il gas a metà curva e Kimi gli entra nel retrotreno rovinando il muso della sua Lotus che arriverà a fine corsa con il naso all’insù.

Ma ieri non ce n’era. Semplicemente non ce n’era per nessuno. Non con quell’Alonso, non con quella Ferrari. Già perchè, diamo a Cesare quello che è di Cesare, la F138 guidata dall’asturiano è creta nelle sue mani. Precisa, veloce ed affidabile forse non è la macchina perfetta, ma ci siamo abbastanza vicini. E spero che a Maranello oggi se la stiano godendo, questa splendida vittoria, perchè è davvero un grande lavoro quello fatto dagli uomini Ferrari.

In Barhain ci si può ripetere. I presupposti ci sono tutti. Ma non oggi. Per oggi teniamoci questa festa e questo bel lunedì di primavera. Anche quello, sì, andrebbe messo in cornice.

By Emanuele Venturoli - RTR Sports Marketing
Nelle foto: Fernando Alonso e Kimi Raikkonen
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Emanuele Venturoli
Emanuele Venturoli
Laureato in Comunicazione Pubblica, Sociale e Politica all'Università di Bologna, è da sempre appassionato di marketing, design e sport.
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Capolavoro Alonso. In Cina è Festa Ferrari., RTR Sports
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