In Formula 1

Di Massimiliano Mostes

Il Gran Premio del Canada è da sempre uno dei più emozionanti del circus iridato: un tracciato cittadino, stretto, ma con lunghi rettilinei che favoriscono i sorpassi. Gli ingredienti giusti per una gara mozzafiato.

Gran Premio del Canada: una lunga storia iniziata nel 1967

Per avvicinarci a questo evento vi propongo un rapido pit-stop al box della memoria, dal 1967, anno della prima edizione del GP canadese, fino ai giorni nostri.

Per cominciare un po’ di numeri: nelle 47 edizioni del GP canadese, il pilota che ha ottenuto più successi è Michael Schumacher a quota sette, seguito da Lewis Hamilton a cinque e dal brasiliano Nelson Piquet a tre. La scuderia più titolata è la McLaren, con tredici successi all’attivo, seconda la Ferrari a undici.

1967. Il Canadian Gran Prix sul circuito di Mosport

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Tre diversi circuiti hanno avuto la titolazione di GP Canada: il primo fu l’affascinante ma pericoloso tracciato di Mosport. Una pista molto tecnica, immersa nel verde dell’Ontario, dura per piloti e vetture. Otto i GP Canada disputati a Mosport: il primo assoluto nel 1967, doppietta delle Brabham-Repco di Jack Brabham e Denis Hulme, uniche monoposto a pieni giri all’arrivo. L’ultima edizione è datata 1977, subito dopo il divorzio tra Niki Lauda ed Enzo Ferrari dopo il secondo titolo mondiale dell’austriaco. Al suo posto esordisce un pilota canadese che rimarrà nel cuore di tutti i ferraristi: Gilles Villeneuve.

1968-1970. Il Gran Premio del Canada a Mont Tremblant

Nel 68′ e nel 70′ il GP Canada si è disputato sul tracciato di Mont Tremblant, 40 km da Montreal. I piloti non gradivano il circuito sopratutto a causa della sede stradale troppo stretta e ricca di gibbosità, che costringeva ad autentici miracoli per rimanere in pista. Protagonista di ambedue le edizioni fu Jacky Ickx su Ferrari: nel 68′ il belga si rompe una gamba e uno zigomo in qualifica, dicendo addio al titolo mondiale, nel 70′ domina davanti all’altra Rossa di Clay Regazzoni, ma non basterà per raggiungere in classifica Jochen Rindt, deceduto a Monza due settimane prima, al quale verrà assegnato il titolo mondiale postumo.

1978. Gran Premio Montreal

Dal 1978 ad oggi si corre a Montreal, sul circuito nell’isola di Notre Dame. Un circuito cittadino atipico, non sempre amato dai piloti, non difficile a livello tecnico ma molto insidioso. All’uscita dell’ultima chicane si trova il “Muro dei Campioni“, che deve il suo nome ai tre campioni del mondo (Michael Schumacher, Damon Hill e Jacques Villeneuve) che nel 1999 terminarono la loro gara andando a “baciare” la scritta “Bienvenue en Quebéc” stampata su di esso.

La prima edizione è appannaggio di Gilles Villeneuve, al suo primo successo in F1, a un anno esatto dal suo esordio con la Ferrari. Nel 1980 il GP Canada si tinge di giallo: Didier Pironi su Ligier vince ma viene penalizzato di un minuto per partenza anticipata, retrocedendo terzo alle spalle delle Williams di Alan Jones e Carlos Reutemann, mentre la Ferrari conosce la sua peggiore qualifica di sempre, con Villeneuve in penultima fila e Scheckter non qualificato.

L’anno dopo siamo testimoni di una delle più grandi imprese di Gilles Villeneuve: dopo avere tamponato la March di Daly il canadese corre per alcuni giri con l’alettone anteriore piegato verso l’alto, sotto l’acqua, quasi alla cieca, finchè non salta via. Senza deportanza all’anteriore, Gilles conclude eroicamente terzo.

Nell’82’ la tragedia: Riccardo Paletti, pilota italiano su Osella, tampona al via il poleman Pironi, rimasto al palo per problemi tecnici. L’impatto è violentissimo, l’Osella prende fuoco e Riccardo muore subito dopo il ricovero in ospedale, a 24 anni.

Ayrton Senna e il Gran Premio di Canada

Nel 1990 un’altra squalifica per partenza anticipata: il ferrarista Berger, primo al traguardo, retrocede al quarto posto, vince Ayrton Senna. L’edizione del 1995 verrà ricordata per l’unica vittoria in carriera del francese Jean Alesi; la sua Ferrari nel giro d’onore rimane senza benzina. Sarà costretto a chiedere un passaggio a Schumacher per arrivare in tempo alla premiazione. Nel 1997 la gara dura 15 giri in meno: in un incidente nel tratto più guidato del circuito Olivier Panis riporta la frattura di entrambe le gambe, i commissari sono costretti a fermare i piloti con la bandiera rossa. Dieci anni dopo la BMW dello sfortunato Robert Kubica carambola sul muretto prima del tornantino e vola per diversi metri, disintegrandosi.

L’edizione 2011, caratterizzata dalla pioggia e vinta dalla McLaren di Jenson Button, è teatro della gara più lunga della storia della F1 (quasi cinque ore!), con sei ingressi della safety car (record) e con la velocità media più bassa di sempre (meno di 75 km/h, altro record).

Di Massimiliano Mostes

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Emanuele Venturoli
Emanuele Venturoli
Laureato in Comunicazione Pubblica, Sociale e Politica all'Università di Bologna, è da sempre appassionato di marketing, design e sport.
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