In Formula 1

Lewis Hamilton Niki Lauda Mercedes F1 2014

Neppure la gita ad Austin ha giovato alla lite familiare della Formula 1 versione duemila e quattordici. Al contrario, le ferie forzate nelle terre della stella solitaria hanno avuto come unico risultato quello di un bel viaggio di ritorno a braccia conserte, radio spenta e manco l’autogrill per comprare le sigarette. Con Caterham e Marussia a casa perchè avevano già speso tutta la paghetta comprando Topolino al Mercoledì, il Circo iridato si è trovato con poche macchine alla partenza, pochi soldi per l’anno prossimo e un sacco di domande al momento senza risposta. Il tutto ad un sacco di chilometri da casa.

Insomma, è crisi, con buona pace di coloro che devono mettere una crisi dovunque, un po’ come quelli che mettono la cipolla anche nel mascarpone. Siamo alla fase in cui si discute su tutto: sullo scongelamento dei motori, sulla ripartizione dei guadagni durante l’anno e su quante volte ti ho già chiesto di mettere la roba da calcetto direttamente in lavatrice.

Siamo sempre fra il serio e il “dai, va là”, con i nostri Toto & Marco & Bernie & Ron & Chris ad alzare la voce dicendo -prima- che occorre assolutamente tagliare i costi della F1 se non si vogliono perdere i team e poi -dopo- che però non si devono assolutamente toccare i compensi stratosferici dei Top, segno evidente che lo psichiatra tedesco Karl Leonhard poi non si sbagliava troppo quando parlava di sindrome bipolare.

Ad ogni modo, la cosa divertente è quando, proprio a metà della riunione di condominio entra Nonno Lauda e si mette ad insultare tutti, come vuole la costituzione, senza distinzione di razza, di colore, di religione o di opinione politica. Chi vuole scongelare il 48% dei motori è un bamboccio, gli amministratori delle squadre sono degli incapaci, se ci sono pochi team mettiamo tre macchine a squadra, questa stagione è stata la più bella di sempre. Esilarante. 

Ciò che non mi spiego infatti è come mai, in una stagione completamente dominata dal punto di vista sportivo, Mercedes abbia dovuto dare tanto e tale spettacolo di sè, montando un teatrino tante volte arrogante e borioso. Dalla faida fantozziana fra Rosberg e Hamilton alle burle più bambinesche, come quelle della Mercedes con cartello parcheggiata davanti a Maranello o della collana con stella a 3 punte al Toro del Red Bull Ring, l’atteggiamento da bullo del cortile della squadra già campione del mondo è poco spiegabile.

Sia chiaro, onore al merito, perchè la W05 è un missile con le ruote, guidato da un ottimo pilota e da un decente autista e ha strameritato tutto il successo di quest’anno. Però ci si aspettava altro, in termini di eleganza e di sportività, da un brand così d’alto profilo, così attento all’immagine e al gusto. Ci si aspettava, ad esempio che si evitassero gli sfottò inutili, le interviste da più bello della scuola (“Nico, come è stato passare da ultimo a secondo, superando tutto il gruppo?” “Beh, facile”) e che il signore con la zanetta e il cappellino rosso moderasse quanto meno il linguaggio in presenza di gente con microfoni e telecamere.

Le frecce d’argento han tirato su un teatro a sè, apposito, in cui sta andando in scena la grande commedia Mercedes. Visti i risultati, solo posti in piedi.

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Emanuele Venturoli
Emanuele Venturoli
Laureato in Comunicazione Pubblica, Sociale e Politica all'Università di Bologna, è da sempre appassionato di marketing, design e sport.
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