In Calcio

Ronaldinho: il sorriso più bello del calcio mondiale

A cura di Luca Mapelli

Un mese Ronaldinho fa ha appeso gli scarpini al chiodo. Lascia il calcio una delle icone del nuovo millennio. L’atleta che forse ha meglio rappresentato l’amore per il gioco del calcio nudo e crudo. Spensieratezza, divertimento, dribbling e magia pura. Non è stato un attaccante moderno, di quelli che fanno la fase difensiva per intenderci. Non è stato un capitano trascinatore. E non è stato un giocatore tutto cuore e grinta. E’ stato un giocoliere con la fantasia di un pittore e la genialità di un inventore.

ronaldinho milan

Ronaldinho dice addio al calcio

Lo abbiamo visto letteralmente danzare sul pallone, doppi passi, veroniche, elastici, tunnel e “no look”. Tecnicamente da brividi, velocità di pensiero e imprevedibilità da lasciare a bocca aperta l’avversario. Tutto questo con un fantastico sorriso sempre stampato in faccia. Perché chi può trasformare la sua vera passione nel proprio lavoro è un privilegiato e la sua felicità nello scendere in campo la si vedeva lontano un miglio.
Memorabile quella doppietta al Santiago Bernabeu, dove il pubblico intero si alzò per dedicargli una standing ovation al momento della sua sostituzione. Vera testimonianza che il calcio sa andare oltre i colori sociali. Se un giocatore dimostra di essere un fenomeno è giusto applaudirlo, e lui valeva il prezzo del biglietto!

Ronaldinho migliore calciatore al mondo nel 2005

Migliore calciatore al mondo meritandosi un pallone d’oro e portando, qualche mese dopo, il suo Barcellona alla conquista della Champions…
Ma ciò che davvero ho apprezzato è non averlo mai visto arrabbiarsi con l’avversario dopo aver subito un fallo o polemizzare nei confronti dell’arbitro. Di scarpate ne prendeva parecchie, ma prima di tutto era li per divertirsi, per questo era il più forte!
Poterlo osservare in Italia con la maglia del Milan, anche se nella fase calante della sua carriera, è stata comunque una gioia. Qualche sprazzo di pura classe è emerso, nonostante una condizione fisica non al top.
Sicuramente la sua carriera non è stata all’altezza del suo talento e i rimpianti sono molti. A soli 31 anni ha abbandonato il calcio europeo per tornare in Brasile.
Agli amanti dello sport quei pochi anni nel pieno della forma sono comunque bastati per vedere giocate da fenomeno. Solo guardarlo palleggiare durante il riscaldamento ti faceva capire quanto fosse il miglior amico del pallone.
Il calcio dev’essere divertimento prima di sacrificio e vittoria, grazie per avercelo ricordato ogni volta che sei sceso in campo.
Obrigado Dinho

 

A cura di Luca Mapelli

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Emanuele Venturoli
Emanuele Venturoli
Laureato in Comunicazione Pubblica, Sociale e Politica all'Università di Bologna, è da sempre appassionato di marketing, design e sport.
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