In Calcio

Le vacanze natalizie sono finite più o meno per tutti e già qualcuno le rimpiange. Tempo libero da spendere con i propri cari, un clima di gioia e bonanza in cui l’unica preoccupazione è  capire come riuscire a digerire i mastodontici piatti di tortellini in brodo seguiti a ruota da cotechini vari, purè e compagnia cantante, declinata ad usi e consuetudini regionali. L’Italia è un paese che si regge sulle tradizioni, niente di nuovo, ed è dunque normale per l’opinione comune che in questo periodo tutto si fermi per lasciare spazio e tempo a festività dal forte valore religioso, tanto più nel nostro paese. Ovviamente per chi come noi vive di sport, nel vero senso della parola, è un dramma inimmaginabile. Due settimane senza calcio giocato sono obiettivamente tanto per quanto mi riguarda, e gioco forza si ripiega sul meraviglioso spettacolo offerto dalla Premier League. Che non si ferma mai. Ma Mai.

Voi il 26 Dicembre dove eravate? Io ero in piena fase di hangover culinario, cercando di prepararmi mentalmente all’ennesima cena tra amici. Gli inglesi invece, popolo che che vive più o meno da un secolo un passo avanti a tutto il resto d’Europa, lo chiamano Boxing Day, equivalente per i paesi del Commonwealth del nostro S.Stefano. E indovinate qual’è la consuetudine di questa giornata? Sì, lo stadio, elemento preponderante e onnipresente nel tempo libero del cittadino britannico. Il campionato inglese non conosce pause e anzi raddoppia, garantendo la copertura sportiva anche per l’ultimo dell’anno. Certo, si potrebbe discutere se sia o meno corretto da un punto di vista etico spostare l’attenzione dal simbolismo religioso ma tant’è, show must go on…o no?

Curiosamente, lo spunto per questo articolo mi è venuto leggendo proprio le dichiarazioni, le ultime in ordine di tempo, di uno dei tanti nostri celebri connazionali che vive da vicino il movimento calcistico d’oltremanica. Angelo Gregucci, ex calciatore ed allenatore, ad oggi collaboratore inserito nello staff tecnico del Manchester City di Mancini. L’ex difensore della Lazio dei primi anni ’90, rimarca la positiva sensazione del giocare in una cornice di festa di questo tipo, sebbene per le squadre si tratti di un vero e proprio tour de force composto da tre partite in una settimana; inoltre Gregucci sposta intelligentemente l’attenzione su un altro aspetto, probabilmente il più rilevante per il mondo dello sport marketing, ovvero quello legato a degli interessi commerciali. Archiviando del tutto le argomentazioni dovute alle evidenti differenze di cultura, scendere in campo in questi periodi permette anche di cavalcare l’onda di positività dovuta al particolare momento del calendario. Se per una famiglia londinese è una piacevole pratica comune andare a tifare insieme la squadra del cuore, figuratevi poterlo fare il giorno dopo Natale. Aggiungiamoci anche l’importanza legata alla trasmissione dell’evento, ovvero lo sfruttamento dei diritti tv tema già trattato nell’ultimo post del 2012 (https://rtrsports.com/sports-marketing/premier-league-2012-inevitabile-rotta-verso-il-salary-cap/), e il gioco è fatto. Il valore generato in questo preciso periodo diventa così tra i più degni di nota dell’intera stagione e a dimostrarlo sono i sold out in più della metà degli impianti delle squadre partecipanti al torneo. A casa nostra gli stadi a malapena si riempiono con la bella stagione, il 26 Dicembre a vedere Manchester-Newcastle, tanto per fare un esempio, c’erano quasi 76000 spettatori.

Differenze non solo culturali.

By Alberto Malaguti - RTR Sports Marketing
Nelle foto: l'esultanza dei Red Devils nel match con il Newcastle  e alcuni simpatici tifosi "natalizi" del Southampton - Fonte il web

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Emanuele Venturoli
Emanuele Venturoli
Laureato in Comunicazione Pubblica, Sociale e Politica all'Università di Bologna, è da sempre appassionato di marketing, design e sport.
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Sports Marketing: L’importanza Strategica Del Boxing Day., RTR Sports
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