In Formula 1

lewis-hamiltonIn pochi sanno che nell’antichità le Ferie Augustane, ovvero il riposto di Augusto, venivano inizialmente festeggiate il primo giorno di Agosto. Esse erano il preludio ad un’altra serie di festività più lunghe e complesse, dedicate al ringraziamento per il raccolto estivo e all’invocazione per l’abbondanza della vendemmia. Giunto il Cristianesimo, il ferragosto fu spostato al 15, per farlo coincidere con l’assunzione della Beata Vergine e cogliere i proverbiali due piccioni con l’unica fava.

Torniamo ad oggi

Nel giorno dell’originario Ferragosto, che per noi pagani motoristi coincide con il giorno dopo il ritrovato Gran Premio di Germania, è ben chiaro chi sia l’Augusto di turno nel Circus della F1. Con la vittoria ad Hockenheim, la quarta in fila, Lewis Hamilton può a buona ragione godersi le sue personali ferie augustane e ritirarsi alle Barbados, o negli altri posti dove svernano i ricchi, ad ammirare tramonti tropicali in -ne siamo certi- ottima compagnia.

Al giro di boa della Stagione, per scomodare un altro inutile clichè estivo, Hamilton fa nuovamente il bello ed il cattivo tempo del principale Campionato motoristico a ruote scoperte del mondo. Ieri ha archiviato la pratica in poche mosse, circa 700 metri, ed ha chiuso l’ufficio con una gara pulita e senza trambusto, lasciando Rosberg a vedersela coi Tori e le Ferrari a cercare la quadra in un mondo di cerchi. Da buon principale, Lewis ha salutato i dipendenti, augurato buone ferie, impostato l’autorisponditore sulla posta elettronica, controllato di aver spento le luci, infilato cappello e occhiali e preso la porta. I suoi 19 punti di vantaggio sul teutonico compagno di squadra non sono neppure lontanamente indicativi del tipo di dominio che Hamilton ha in questo momento sull’andamento del Campionato. Più interessante, per chi crede troppo ai numeri, è constatare che negli ultimi 63 giorni il pilota britannico abbia ammonticchiato la somma non indifferente di 150 punti. Una media di quasi due punti e mezzo al giorno, come rain or shine, come si direbbe nella perfida Albione.

Altri numeri ancora danno forse più da pensare

Dall’inizio della stagione 2014 -ovverosia due anni fa- sino a questo nuovo Ferragosto, il Team Mercedes ha vinto 43  Gran Premi sui 50 corsi in totale. È una percentuale sorprendente, che ferma la calcolatrice al valore pressoché incredibile di 86%. Come a dire che su 10 volte che si corre, appena meno di nove volte è una Freccia D’Argento a  salire sul gradino più alto del podio. Tuttavia, per gli studiosi delle traiettorie, sarà interessante notare come in questa stagione 2016 (o almeno fino a questo punto), questa percentuale sia schizzata a più del 91%. Come a dire che Hamilton o Rosberg vincono più di 9 gare ogni 10 corse.

Sono cifre che impressionano sotto diversi aspetti. Il primo di questi è che non esiste, a memoria, una squadra sportiva che abbia mantenuto un record di vittorie così alto per un tale lasso di tempo. Il paragone forse non calza, ma è bene ricordare che i Golden State Warriors di quest’anno (la squadra con il miglior record di sempre della pallacanestro americana) hanno fermato la lancetta delle vittorie “solo” all’89%. E, di nuovo, stiamo parlando di un solo anno e di uno sport in cui, per regolamento o si vince o si perde, senza fermate intermedie.

In secondo luogo i numeri mostrano che, lungi dall’essere lentamente scemato, il dominio delle Frecce anglo/tedesche si è rinforzato e largamente esteso. Non è questo il luogo, nè il momento per parlare della incerta situazione della Scuderia Ferrari o del ritrovato brio Red Bull, ma quel che è certo è che chi pensava come il sottoscritto che il gap fra le Mercedes e gli altri si sarebbe nel tempo assottigliato ha preso una sonora cantonata. A ridursi è stato solo il gap fra le inseguitrici, con Red Bull e Ferrari ad azzuffarsi per l’osso della seconda piazza, Force India e Williams a inseguire e gli altri dietro, in una purea più o meno indistinta.

Quindi?

C’è da domandarsi, e la domanda è retorica, a chi piaccia e a chi giovi questa Formula Mercedes, tanto elitaria fra i primissimi quanto affastellata e confusa fra gli ultimi: una Formula che anzichè fornire gli strumenti per ridurre i divari fra i competitor impone regolamenti che ne congelano (se non ne amplificano) le dimensioni.  L’auspicio è che queste ferie di Augusto servano per fare i compiti delle vacanze estive con diligenza e acume, per tornare sui banchi con qualche buona idea e una visione del futuro più chiara e illuminata.

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Emanuele Venturoli
Emanuele Venturoli
Laureato in Comunicazione Pubblica, Sociale e Politica all'Università di Bologna, è da sempre appassionato di marketing, design e sport.
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Spuntature: le ferie di Augusto, la F1 e il dominio rinsaldato, RTR Sports
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