By Emanuele Venturoli| Posted March 23, 2015
| In Formula 1
By Emanuele Venturoli| Posted March 23, 2015
| In Formula 1
Spuntature: Se scompare la Germania
Diceva Jacques Delors, politico ed economista francese, nonché ministro e Presidente della Commissione Europea, che “una cosa bisogna ammetterla: dove arrivano i Tedeschi, mettono in ordine le loro cose. Anche se non sono sempre le cose loro, ma quelle degli altri”.
All’indomani della scomparsa del Gran Premio di Germania dal calendario F1 2015, il concetto di “cose loro” e “cose degli altri” è assai sfumato. In buona sostanza, e nel fatto di specie, quanto la colpa di questa sparizione sia dei tedeschi, quanto della FIA, quanto della FOM, quanto del sistema o dell’industria dell’automobile non è ben chiaro. Come sempre però, mentre si cerca di trovare un nuovo proprietario dei cocci, l’unica cosa certa è che il vaso è già stato rotto.
Non avere un Gran Premio della massima serie dell’automobilismo nella terra di Mercedes, Audi e Porsche, nella terra natìa degli Schumacher e dei Vettel è come dire che da oggi in avanti il Maracanà lo usiamo per i mondiali di freccette e basta, e chi vuole giocare a pallone si trovi un cortile o un parcheggio.
Chi scrive non è necessariamente nazionalpopolare, ma è comunque convinto che le tradizioni siano tali per ragioni di cultura, di provenienza, di valori e di storia. L’automobilismo è faccenda britannica, italica e teutonica e da qui non si scappa: la Formula 1 viene di conseguenza. Non si prende una margherita, la si pianta in collina e poi si pretende che tutti la chiamino “stella alpina”.
Certamente, lo sport -specialmente quando è piattaforma di comunicazione– deve seguire i mercati più floridi, garantirsi un’esistenza e andare laddove ci sono i soldi e gli interessi che ne sappiano giustificare gli investimenti e coccolare gli investitori. Ma v’è differenza fra seguire e inseguire e -sopratutto- bisogna far in modo che le transizioni siano dolci, liquide, tollerabili. Non me ne si voglia, per carità, ma Sochi,Yas Marina, Sepang, Singapore, Sakhir non valgono quanto il Nurburgring, quanto Monza, quanto Spa o quanto Silverstone. Come si dice dalle mie parti, ne devono ancora mangiare delle tagliatelle.
L’impressione è che il cambiamento forzato che si è voluto imprimere a questa Formula 1 sia troppo rapido e troppo deciso e il rischio è di buttar via il bambino con l’acqua sporca.
Gli americani, maestri del marketing e dei trasferimenti silenziosi, di queste cose sono i maghi assoluti. Hanno capito benissimo che per salvare capra e cavoli, ovvero per non far inferocire i fans e contemporaneamente rincorrere gli aspetti economici e di ammodernamento, occorre ricorrere alla “modifica modulare”. Quindi demoliscono lo storico Boston Garden (per fare spazio allo stadio nuovo, bello e grande) ma spingono forte sul logo tradizionale col trifoglio, rimettono in circolazione le casacche anni ’70, rispolverano il claim Boston Pride e -ciliegina sulla torta- ricostruiscono nel nuovo palazzetto lo storico parquet a legno intrecciato, giurando e spergiurando che quelle sono esattamente le travi originali. Non che nessuno si accorga di niente, ma via, chiudiamo un occhio.
La perdita del GP di Germania, ribadisco, è per la F1 una perdita sanguinosa, violenta e -onestamente- incomprensibile. Ai tedeschi, che insieme a noi costruiscono le migliori vetture del mondo, non passerà la voglia di macchine da corsa: semplicemente trasferiranno tutta la garra nazionale su altri campionati abbondantemente avvincenti, quali il DTM e l’endurance.
Nel frattempo, ai piano alti, qualcuno dovrà iniziare a rispondere alla fatidica domanda: “il 12 aprile, chi si sveglierà in piena notte per guardare Lewis Hamilton dominare a suon di “bzz-bzz” su altre 15 macchine pseudo-elettriche sul circuito-pippa di Shanghai?”.
E’ una provocazione, evidentemente, ma nasce da un’esigenza vera: la F1 ha bisogno dell’Europa e viceversa. Specie perchè la stessa fine sembra toccare anche a Monza: servono 40 Milioni di Euro. E’ ora di trovarli.
Sei pronto a esplorare il potere di trasformazione della sponsorizzazione degli atleti per il tuo marchio? Click here Fai clic qui per saperne di più su come la sponsorizzazione può aiutare i marchi a crescere e prosperare nell'entusiasmante mondo degli sport motoristici.
Emanuele Venturoli
Laureato in Comunicazione Pubblica, Sociale e Politica all'Università di Bologna, è da sempre appassionato di marketing, design e sport.
Categoria simile
La piattaforma online dove puoi scoprire le ultime tendenze, strategie e approfondimenti dall'entusiasmante mondo del marketing sportivo.
Nel mondo del motorsport, i trasferimenti dei piloti non sono semplici cambi di casacca: sono eventi che rivoluzionano le strategie di marketing e sponsorizzazione, ridefinendo equilibri e op[...]
Il mondo della Formula 1 sta per vivere un momento storico con l’uscita, prevista per il 25 giugno 2025, del film omonimo prodotto da Apple Original e interpretato da Brad Pitt. Questo [...]
Il panorama della Formula 1, storicamente dominato da piloti maschi, sta assistendo a un cambiamento epocale: le donne entrano nella mischia e infrangono le barriere di lunga data.
La crescen[...]
In un’epoca in cui è possibile arrivare ovunque con un clic, è forte la tentazione di rivolgersi direttamente a team e proprietà per progetti di sponsorizzazione.
Così facendo siamo convinti di accorciare la catena del valore, risparmiando tempo e denaro. Tuttavia questi metodi DYI sono tutt’altro che esenti da rischi e quello che inizialmente sembra essere un vantaggio competitivo si trasforma presto in un problema difficilmente risolvibile. Ecco perché ci sono le agenzie. Ed è per questo che dovresti affidarti a noi per le tue sponsorizzazioni.
Le attivazioni sono il cuore pulsante
Le attivazioni sono il vero cuore della sponsorizzazione sportiva. Senza di esse, rimane solo un’adesivo vuoto su una moto, una macchina o una divisa e nessun contatto con il pubblico, nessun legame emozionale, nessun impatto sulla bottom line. E allora come si fa? Di certo non saranno i team o gli atleti ad aiutarvi a sfruttare la sponsorship e a farvi godere dei tanti diritti di marketing che avete pagato. Per tirare fuori il meglio da un progetto di marketing sportivo vi serve un’agenzia che sappia utilizzare la sponsorship per coinvolgere la fanbase sul web, per arrivare nei Centri Commerciali, per organizzare hospitality, per sviluppare possibilità di B2B e B2C e per portare i “vostri” atleti di fronte a milioni di potenziali consumatori.
Le informazioni giuste, la scelta giusta
Lo sport è una passione immensa e per i nostri colori del cuore saremmo disposti a fare di tutto. Ma il business è un affare diverso ed è importante prendere le migliori decisioni strategiche possibili basandosi su ricerche indipendenti, statistiche e dati affidabili. Un’agenzia di marketing sportivo e di sponsorizzazioni sportive come RTR ha un quadro obiettivo e a 360° dello scenario ed è in grado di dirvi cosa è davvero meglio per voi: quale sport, quale atleta, quale squadra. Questo perchè siamo in possesso di un gran numero di dati e informazioni su ascolti, segmentazione e attitudini. Perchè i numeri non mentono. Mai.
Misurazioni obiettive per un ritorno certo
Andreste mai dal concessionario che vi ha venduto l’auto per chiedere se la macchina della concorrenza è migliore? No, ovviamente. Quindi, come pensate di ottenere misurazioni certe dell’efficacia della vostra sponsorizzazione se non vi affidate a qualcuno di super partes? Noi di RTR collaboriamo da sempre con agenzie terze indipendenti che ci permettono di conoscere il ritorno di ogni esposizione del vostro marchio in TV e sui media. Inoltre, crediamo nel calcolo del ROI come misura ultima del vostro successo: così sappiamo dirvi per ogni centesimo speso quanti ne state guadagnando.
Risparmiate tempo e denaro
Quando ci si avvicina per la prima volta ad una sponsorizzazione o a un progetto di marketing sportivo è difficile conoscere immediatamente quali siano gli interlocutori corretti, quale il flow decisionale e quali le giuste tempistiche per ogni processo. Lo sport è un ambito d’azione molto specialistico e inserirsi efficacemente nei suoi percorsi può richiedere un sacco di tempo e quindi di denaro. Noi invece conosciamo referenti e ambiti d’azione e sappiamo con chi parlare, quando e in che modo. Così anche voi siete più efficaci.
Sedetevi, rilassatevi, ci pensiamo noi
Da più di 30 anni ci occupiamo di sponsorizzazioni sportive e di marketing sportivo. Siamo consulenti, nel senso che il nostro obiettivo è quello di massimizzare il vostro investimento, ma siamo anche un’agenzia che gestisce il progetto dall’inizio alla fine. Lo facciamo dal 1995 con passione e professionalità, seguendo tre principi che sono diventati cardine della nostra attività: indipendenza, verticalità e trasparenza.
Conosco e lavoro con Riccardo Tafà dal 1995, quando per la prima volta abbiamo collaborato insieme ad un progetto per il Team Williams di Formula 1. Da allora abbiamo sviluppato molti altri accordi. Dopo avere lasciato Williams per lavorare con Gerhard Berger alla scuderia Toro Rosso, mi sono rivolto nuovamente a Riccardo per trovare un fornitore di utensili per il team, e Riccardo ha risposto positivamente con un’introduzione ad USAG: la partnership fra USAG e Toro Rosso sarebbe poi durata ben cinque anni. Di recente ho assunto il ruolo di Group Commercial Director per la prestigiosa squadra Andretti Autosport e mi trovo nuovamente a lavorare con Riccardo su una quantità di interessanti progetti. Perchè dunque questa collaborazione dura da così tanto? È un uomo capace, conosce egregiamente il lato commerciale dello sport ed è onesto e affidabile. Riccardo Tafà è un uomo del fare, più che del parlare: in oltre 20 anni non ho mai avuto uno screzio con lui o con una delle aziende che mi ha presentato. Inoltre, ciascuna delle partnership ha generato un ROI notevole sia per lo sponsor che per la parte sportiva. Non riesco a pensare a nessuna migliore testimonianza di questa per descrivere il lavoro di Riccardo.
Jim Wright
Group Commercial Director
Da oltre 10 anni lavoriamo con RTR Sport, gli obiettivi e i programmi di collaborazione continuano a rinnovarsi e a crescere con grande soddisfazione da parte nostra. Personalmente considero RTR una squadra di grandi professionisti capitanata da Riccardo Tafà che considero abbia competenze eccezionali e una sviscerata passione per il proprio lavoro.
Lucio Cecchinello
Team Principal
Vorrei porre in rilievo che tra le qualità di RTR c’è la sua grande abilità nell’approcciarsi strategicamente allo scenario delle sponsorizzazioni, connessa ad un modo di fare appassionato, una enorme volontà di risolvere i problemi, e una robusta professionalità.
Gianluca Degliesposti
Executive Director Server&Storage EMEA
Messaggi recenti
La piattaforma online in cui puoi scoprire le ultime tendenze, strategie e approfondimenti dall'entusiasmante mondo del marketing sportivo.
Sono le ore 15.02 di sabato quando l’urlo dei quasi 300CV dei prototipi MotoGP si alza al cielo e i ventidue bolidi si lanciano verso le fauci spalancate della prima curva. Luca, che no[...]
Nel mondo del motorsport, i trasferimenti dei piloti non sono semplici cambi di casacca: sono eventi che rivoluzionano le strategie di marketing e sponsorizzazione, ridefinendo equilibri e op[...]
La serie completamente elettrica mantiene la sua posizione di sport motoristico in più rapida crescita a livello mondiale
La Formula E ha registrato un aumento significativo dell&rsquo[...]