Confederations Cup: cosa aspettarsi dal torneo pre-mondiali
By Emanuele Venturoli| Posted June 18, 2013
| In Calcio
By Emanuele Venturoli| Posted June 18, 2013
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Confederations Cup: cosa aspettarsi dal torneo pre-mondiali
Estadio_Maracana
Come consuetudine nell’anno che precede i Campionati del Mondo di calcio, va in scena nel medesimo Paese organizzatore la Confederations Cup. Una competizione che nel corso degli anni ha acquisito un prestigio ed un seguito di pubblico in costante aumento.
L’edizione 2013, in corso di svolgimento in Brasile, vede ai nastri di partenza otto squadre ed ossia quelle che si sono imposte nelle rispettive zone geografiche di appartenenza. Nel Gruppo A è inserito il Brasile in qualità di Paese organizzatore dei Campionati del Mondo del 2014. Nello stesso Gruppo c’è l’Italia di Cesare Prandelli in rappresentanza dell’Europa anche se giunta seconda agli ultimi Europei, ma presente in ragione del fatto che la Spagna ne prende parte come Campione del Mondo in carica, lasciando così un posto libero a favore del vecchio continente. A completare il raggruppamento ci sono il Messico in quanto Campione dell’America Centro – Settentrionale e il Giappone allenato dal commissariato tecnico nostrano Alberto Zaccheroni poiché Campione d’Asia.
Un gruppo che certamente vede in Brasile ed Italia le due grandi favorite per il superamento del turno anche se Messico e Giappone, nonostante una prima giornata per niente positiva, possono essere considerate più che mai in corsa. Infatti, nella prima giornata gli Azzurri hanno piegato il Messico per 2-1 grazie alle reti messe a segno dal centrocampista di proprietà della Juventus Andrea Pirlo e dell’attaccante del Milan Mario Balotelli, mentre il Brasile ha battuto nettamente il Giappone 3-0 trascinato da una ottima prestazione del neo acquisto del Barcellona Neymar.
Nel Gruppo B è stata inserita la Spagna del commissario tecnico Vicente Del BosqueCampione del Mondo e d’Europa in carica, l’Uruguay di Edinson Cavani e Luis Suarez vincitrice dell’ultima edizione della Coppa America, la Nigeria Campione d’Africa e la modesta Tahiti che ha avuto la meglio nell’ultimo torneo per nazionali dell’Oceania.
Un gruppo certamente meno competitivo soprattutto in ragione di una formazione come Tahiti semiprofessionistica ed i cui elementi senza dubbio non sono abituati a confrontarsi a livelli così alti come quelli imposti dalla Confederations Cup. Ovviamente la grande favorita è la Spagna che si giova del supporto di veri e propri fenomeni del calibro di Andres Iniesta, Xavi e Xabi Alonso, mentre per la seconda posizione i giochi sono notevolmente più aperti anche perché l’Uruguay da un annetto a questa parte non pare essere più quella squadra imbattibile che ha ben figurato nel Mondiale Sudafricano e vinto la Coppa America. La Nigeria può giocarsi tranquillamente le sue chance anche in virtù di una condizione psico – fisica che è apparsa essere superiore in termini di brillantezza a quella degli uruguagi.
Tralasciando per un attimo l’aspetto prettamente sportivo della Confederations Cup, è chiaro che essa è stata pensata anche per motivi di tutt’altro genere. In primo luogo è una sorta di prova generale dei Mondiali, in quanto la macchina organizzativa può valutare lo stato di preparazione dei vari ambiti a partire dall’organizzazione e dall’efficacia dei sistemi di sicurezza fino ad arrivare a tutti i vari aspetti logistici riguardanti la gestione degli spostamenti dei tifosi e quello delle varie squadre nazionali. Inoltre, non c’è da sottovalutare il ritorno economico che propone per la FIFA e per tutto il movimento calcistico brasiliano che nei trae vantaggi a più livelli. Basti pensare ai tantissimi sponsor e alle ingenti quantità di denaro ricavate dalla vendita dei diritti televisivi alle varie televisioni nazionali che propongono in diretta l’evento.
Insomma, dalla Confederations Cup 2013 è lecito attendersi tanto spettacolo in ragione degli innumerevoli campioni presenta ma anche una prova di forza dell’organizzazione agli occhi del Mondo che quindi possono toccare con mano l’evoluzione di un Paese in forte ascesa come il Brasile.
Redazione RTR Sports Marketing
Nella foto: Lo Stadio Maracanà
Picture from the web
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Emanuele Venturoli
Laureato in Comunicazione Pubblica, Sociale e Politica all'Università di Bologna, è da sempre appassionato di marketing, design e sport.
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Conosco e lavoro con Riccardo Tafà dal 1995, quando per la prima volta abbiamo collaborato insieme ad un progetto per il Team Williams di Formula 1. Da allora abbiamo sviluppato molti altri accordi. Dopo avere lasciato Williams per lavorare con Gerhard Berger alla scuderia Toro Rosso, mi sono rivolto nuovamente a Riccardo per trovare un fornitore di utensili per il team, e Riccardo ha risposto positivamente con un’introduzione ad USAG: la partnership fra USAG e Toro Rosso sarebbe poi durata ben cinque anni. Di recente ho assunto il ruolo di Group Commercial Director per la prestigiosa squadra Andretti Autosport e mi trovo nuovamente a lavorare con Riccardo su una quantità di interessanti progetti. Perchè dunque questa collaborazione dura da così tanto? È un uomo capace, conosce egregiamente il lato commerciale dello sport ed è onesto e affidabile. Riccardo Tafà è un uomo del fare, più che del parlare: in oltre 20 anni non ho mai avuto uno screzio con lui o con una delle aziende che mi ha presentato. Inoltre, ciascuna delle partnership ha generato un ROI notevole sia per lo sponsor che per la parte sportiva. Non riesco a pensare a nessuna migliore testimonianza di questa per descrivere il lavoro di Riccardo.
Jim Wright
Group Commercial Director
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Lucio Cecchinello
Team Principal
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Gianluca Degliesposti
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