Si aprirà tra poco una nuova stagione di F1, ma i problemi per quanto riguarda l’engagement del consumatore sembrano essere sempre gli stessi e le soluzioni sono ancora orientate al breve-termine. Tutto questo avviene nonostante i vertici di FIA e FOM abbiano dalla loro dati che spiegano chiaramente cosa il pubblico vuole e come soddisfare le sue richieste.
La scorsa estate la GPDA (Gran Prix Driver Association) ha commissionato a Repucom, nota agenzia di ricerche di mercato, la realizzazione di un sondaggio per capire quale direzione la F1 dovesse prendere come prodotto di entartainment. Ne sono venuti fuori dati molto interessanti che però stanno passando ancora inosservati.
Guardiamo i dati
Il 90% del pubblico ha dichiarato che capire le strategie sia molto importante ai fini della soddisfazione come spettatore, questo non significa che i telespettatori vogliono format di qualifica o gara complicati per potersi mettere alla prova, bensì vorrebbero un prodotto più fruibile, un prodotto semplice da comprendere. In questa ottica la sedia bollente e la multitudine di mescole (quest’anno debutta l’ultrasoft) che Pirelli porta ad ogni GP rendendolo quasi indecifrabile non giocano a favore.
La rivalità e competitività sono due valori che il 42,6% degli spettatori vuole trovare nella F1, valori che sono andati un po’ smarriti nei primi due anni dei motori ibridi ma che già dal prossimo anno potranno tornare ad esserci grazie ad un appiattimento delle prestazioni dei vari motori.
Ma se questo è ciò che il pubblico vuole ricevere, quanto invece lo stesso pubblico è disposto a pagare per seguire la F1?
Secondo il sondaggio condotto da Repucom, il 56,6 % delle persone sarebbe disposto a pagare per guardare in streaming su vari dispositivi la F1. Il 31,4% pagherebbe meno di 5 dollari per gara, il 21.7% spenderebbe tra i 5 e 10 dollari, mentre il 3.4% andrebbe oltre i 10 dollari.
In questo senso la FOM non sta cambiando la sua strategia, anzi. Dal prossimo anno un altro paese importante per il motorsport perde la F1 in chiaro, la Spagna. Questa strategia di innalzare finchè “vendibile” il prezzo dei diritti tv alle major dell’entartainment porta evidenti benefici monetari ad Ecclestone e ai team, ma non è in linea con quello che il pubblico vuole. Poichè maggiore è il prezzo al quale Sky acquista i diritti e maggiore sarà quello a cui, tramite un pacchetto fisso, li rivenderà agli spettatori.
Diversificare l’offerta
Se con il prezzo non si può scendere per ragioni di profitto, perchè non si prova a diversificare l’offerta proponendo al pubblico anche l’acquisto del singolo Gran Premio? Il vero appassionato che attualmente paga l’abbonamento a Sky continuerebbe a guardare tutti i gran premi pagando l’intero pacchetto, ma magari Mario Rossi quando la domenica non sa cosa fare potrebbe decidere di acquistare il Gp come avviene attualmente con le partite di calcio che hanno pure l’handicap di essere spesso match ad un senso solo.
Ci sarebbero altri dati da riportare, come la preferenza del pubblico per una gomma che duri tutta la gara senza le 2-3 strategie diverse per gran premio e il ritorno al rifornimento come unica variabile di spettacolo.
Purtroppo, quello che viene fuori da questo pre-campionato 2016, è una F1 che non vuole salvarsi e che continua ad ignorare il pubblico.