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vettel austin 2013

Il muso della Red Bull di Sebastian Vettel taglia per l’ottava volta di seguito il traguardo davanti a tutti gli altri. Belgio, Monza, Singapore, Corea, Giappone, India, Abu Dhabi, Stati Uniti d’America, quella del toro color sangue e del suo teutonico scudiero è una scorribanda vittoriosa e sfrenata per i sette mari e per tutte le terre emerse. Un altro record in fumo, un’altra manciata di grandi nomi del passato buttati dietro le spalle come bruscolini. Da qui sopra Ascari sembra solo un puntino, Schumacher una mera riga di un blocco note già vecchio. Amen.

E mentre il toro impazza e galoppa senza alcuna fatica apparente fra un ciclo continuo di pole, giro veloce e vittoria, il cavallino è sempre meno rampante, il rosso sempre più pallido, la speranza di vedere finalmente un coniglio emergere dal cappello modenese sempre più fiacca. La consolazione, magrissima, è solo una: è quasi finita. Brasile, poi tutti a casa, a leccarsi le ferite e a godersi un po’ di tempo lontani dai video con i crono, sui quali il primo nome è sempre lo stesso dal primo weekend dopo Ferragosto.

La concorrenza non c’è. Ci sarebbe, potenzialmente, ma ha preferito mandare a monte piuttosto che impegnarsi per davvero e continuare comunque a prendere legnate sul muso. Ad Austin, teste, cuori e visioni avevano già l’etichetta 2014 e quella che è andata in scena è stata una ben misera tenzone. L’unico a fare vedere buone cose è Grosjean, il francesino matto, quello che l’anno scorso chiamavano sfasciacarrozze e che ora è l’unico a mettere un po’ di colore nella daltonia gialla-rossa-blu. Bravo lui a provarci, a crederci, a far quello che non ci sta e che alla fine conclude a solo sei secondi da Vettel.

Il resto della compagine fa solo confusione: fra gente che va e gente che viene, il mercato lascia in pista zero spettacolo e qualche grossa fesseria, fra cui forse per caratura e dissennatezza spiccano quelle di Maldonado. Alonso, quinto, fa vedere le solite buone cose, rese opache dalla mediocre prestazione in qualifica, mentre Hamilton passeggia in zona punti lontano però dal podio.

Come detto, il circus ha già la testa all’anno prossimo, mentre una sola domanda ronza silenziosa nelle stradine del paddock: chi e come spezzerà il dominio Red Bull? C’è il Brasile, adesso, con il suo sole caldo, le spiagge bianche e il carnevale imminente. Ultima tappa, poi si torna a casa.

Finalmente.

Emanuele Venturoli
RTR Sports Marketing
Pictures from the web

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Emanuele Venturoli
Emanuele Venturoli
Laureato in Comunicazione Pubblica, Sociale e Politica all'Università di Bologna, è da sempre appassionato di marketing, design e sport.
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