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Mirco Lazzari’s ML Magazine

Numero 3 – 2020

mirco lazzari ml magazine motorsport photography

ML Magazine è la nuova avventura editoriale di Mirco Lazzari: un viaggio tra fotografia, sport, cultura e colori. Mirco Lazzari è uno dei più conosciuti e apprezzati fotografi del Mondiale MotoGP e Superbike e ha realizzato alcuni degli scatti più celebri di tutto il motorsport. Siamo onorati di potere ospitare il suo lavoro sulle nostre pagine. Potete leggere l’edizione completa di ML Magazine al link sottostante.

A Million Dollar Smile: Nicky Hayden

Se vi dico che Nicky piaceva a tutti, chi non lo conosceva penserà: ecco la solita ipocrisia di quando qualcuno se ne va. Diventa all’improvviso un eroe, particolari insignificanti si trasformano in imprese, i difetti si dimenticano, le malefatte passano in archivio come se la morte rendesse tutti improvvisamente innocenti e uguali. Come se morire non fosse l’unico destino da cui nessuno sfugge, nemmeno se è abituato a volare a 300 all’ora. Beh, per Nicky non è così. Nicky piaceva davvero a tutti. E a ognuno per un buon motivo. Alle donne perché basta vedere le foto. Ai motociclisti perché ci dava dentro senza risparmiarsi e sapeva stare in alto anche senza possedere il talento dei predestinati.

Forse era perché lo sapeva, e si conosceva, e conosceva l’importanza e la potenza delle maniche rimboccate e delle dita sporche di grasso, Bruce Springsteen meccanico che canta “I’m on fire” e guida la Ford Thunderbird sognando di conquistare la bionda che vive in collina: solo che il Kentucky Kid il sogno lo ha realizzato. “A volte non mi sembra vero di essere accostato ai grandi del passato come Spencer, Lawson, Rainey…”, ha detto una volta, ma non parlava da falso umile. Semplicemente – così onesto da apparire fuori tempo – constatava una realtà, salvo rivendicare con orgoglio la legittimità della sua più grande vittoria, il Mondiale MotoGp del 2006, quando qualcuno sosteneva che era successo solo perché Rossi era caduto a Valencia: “Ragazzi, io questo titolo l’ho meritato. Ricordate che la pista non mente mai”.

Ai giornalisti perché tra un “You kno’ ’”, un “brother” e un “I mean” raccontava storie belle di polvere, Midwest, America totale; di una famiglia dove andavano in moto tutti ma proprio tutti, forse anche il pesce rosso nel salotto: “Tutto quello che ha due ruote fa per noi”; di papà Earl che lo seguiva passo a passo per il mondo e gli aveva regalato la passione per il numero 69 sul cupolino, “comodo perché si legge al contrario anche quando cadi”; di Indy giardino di casa e Laguna Seca villeggiatura felice; di vita leggera, di sorrisi e mai nessuna invidia: “Com’è essere compagni di Valentino? – raccontava ai tempi della Honda -. Figo. E qualche volta ne approfitto con le ragazze. Vengono al mio motorhome, mi chiedono di lui e io dico loro: è qua dentro, vieni che te lo presento…”.

Alle Case perché era serio, un lavoratore, tester indefesso, professionista totale, sempre disponibile alla dura vita di coppia nel box, pure con divinità come Rossi e Stoner, senza mai battere ciglio, guidando e cooperando con la consueta etica del lavoro. Mai sentito nessuno lamentarsi di lui. E se lo ha fatto aveva bevuto o si era visto un altro film.

Agli avversari perché era leale, mai sporco né vendicativo: l’unica volta che si è incazzato sul serio è stato sempre in quel 2006 quando Pedrosa in Portogallo lo ha speronato e gli stava per fare perdere il Mondiale che poi avrebbe vinto la gara dopo. Ma, a parte che in quell’occasione si sarebbe incazzato pure Gandhi, anche lì Nicky se la prese con un certo stile e nuovamente ripartì dall’unica strada che conosceva: rimboccarsi le maniche, dimenticare il passato, stare sul presente perché il futuro non potrà che essere migliore.

Agli sponsor perché era uno di quelli che si chiamano personaggi positivi che non se la tirano, comunicativi, trasversali, non finti, mille facce in una – skater o attore, studente o rockstar – e poi simpatico, easy, lontano dai divismi, disincantato come sanno esserlo gli uomini che si conoscono e conoscono la vita, e sanno che alla fine è meglio non prenderla mai troppo sul serio.

Ai fotografi, e anche qui basta vedere questi scatti per capire il perché. Un giorno, in una pista in qualche parte del globo, raccontò che si considerava il tipo più fortunato del mondo perché faceva la cosa che più amava nella vita. “You kno’, mica capita a tutti, sai?”. E poi un sorriso, l’occhio strizzato, pugno contro pugno e la parola che distingue sempre gli uomini veri: “Thanks man”. No, grazie a te Nicky. Ci si vede in giro prima o poi.

Lewis

Hamilton

“Mi manca correre ogni giorno. Questa è la prima volta da quando avevo 8 anni che non ho iniziato una stagione. Quando vivi e respiri qualcosa che ami, quando questo se ne è andato ci lascia sicuramente un grande vuoto. Ma ci sono sempre indicazioni positive anche in questi momenti. Ora tutti nel mondo abbiamo il tempo di riflettere sulla vita, sulle nostre decisioni, sui nostri obiettivi, sulle persone che abbiamo intorno a noi, sulle nostre carriere.

Oggi noi vediamo cieli più chiari in tutto il mondo, meno animali vengono uccisi per il nostro piacere semplicemente perché le nostre richieste sono minori e tutti restiamo chiusi in casa. Non

torneremo gli stessi di prima, nel modo in cui siamo entrati in questo difficile momento ne verremo fuori con una migliore conoscenza del nostro mondo semplicemente cambiando le nostre scelte e abitudini personali.

Ne verremo fuori con un nuovo noi, avremo un nuovo vigore, ci sentiremo più in forma, più sani e più concentrati ma soprattutto, più gentili, più generosi e premurosi per il nostro mondo e le persone in esso. Io spero lo facciamo tutti.”

Tutte le fotografie e il contenuto di questa pagina sono proprietà di Mirco Lazzari e sono qui ripubblicate con il consenso dell’autore e dei suoi soci.

carrera castel san pietro
il futuro della sponsorizzazione motogp