By Emanuele Venturoli| Posted July 22, 2013
| In Marketing Sportivo, MotoGP
MotoGP e Superbike: L’alba del mattino dopo.
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L’alba del mattino dopo conosce sentimenti contrastanti e potenti, violenti e distanti, in un’alternanza che confonde, smarrisce e inquieta. Come se in un giorno ce ne potessero essere due, come se questa luce non fosse poi davvero di tutti, come se queste storie potessero davvero essere diverse.
L’alba del mattino dopo sorge su terre lontane e diverse, unite da un tratto fragile e incerto, una connessione che eppure pesa e pretende attenzione, imponendo che tutto sia messo a sistema e che da tutto sia tolto un significato ultimo. L’acquitrino terrificante della Russia e la terra arida di Monterey, l’acqua pesante e buia di Mosca e il sole cocente e impietoso della California. Scene diverse della stessa commedia, cartellone unico di spettacoli separati.
L’alba del mattino dopo lascia la bocca arida e amara, come se non potesse contenere una parola di spiegazione, o un accenno di senso. Sono i momenti in cui tutto è inopportuno e in cui nulla lo è, un carnevale dei sentimenti e delle sensazioni in cui non si può dire nulla di davvero giusto e forse nulla di davvero sbagliato. E’ impossibile parlare del trionfo di Marquez senza pensare alla morte di Antonelli, perchè la moto, come la passione che ci unisce, è una sola. E chi la ama, la ama senza se e senza ma.
Un monito, tuttavia. Non strumentalizziamo, non infiocchettiamo, non rendiamo la vita spezzata di Andrea un argomento da bar, da chiacchiera in aperitivo. Non lo è. Oggi si sono già lette e sentite troppe fesserie. Non diamo lo spazio ai giudizi generalisti, ai demagoghi da poltrona, al moralismo da telegiornale delle venti. La moto, inteso come il correre in moto, non venga tacciato di assurdità o di follia. Piuttosto, ci si concentri sui discorsi legati alla sicurezza dei circuiti, ai comitati dei piloti, alle sfumature di senso che stanno dietro la scelta di una pista che presenta problemi strutturali a fronte della sua posizione geografica. La moto non è follia, ma lo è correre su un circuito che non può essere costruito in asfalto drenante per via delle temperature che si raggiungono in inverno e che farebbero crepare la pista.
L’alba del mattino dopo non è tenera, e non fa sconti. Ma siamo certi che nel cielo, oggi, ci sia una luce in più.
By Emanuele Venturoli - RTR Sports Marketing
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