In Marketing Sportivo, MotoGP

I voti

Marquez, 10
La velocità di apprendimento del piccolo spagnolo ormai non fa più notizia. E’ vero che mancano i due leader del Mondiale, ma Marc ha il grande pregio di non lasciarsi scappare l’occasione che gli si presenta ed ora è anche in testa al campionato. Dopo una decina di giri è già solo al comando, cucendo la sua gara di traversi e gomiti sui cordoli. Sempre velocissimo, questa volta è bravo anche a gestire il ritorno di fiamma di Crutchlow. Nota a margine: se riesce a mettere questa costanza e precisione in tutti i Gran Premi l’impressione è che non ce ne sia davvero per nessuno.

Crutchlow, 10
Dare il voto massimo al secondo arrivato può sembrare un eccesso, ma il britannico si conferma il prototipo mitologico del pilota di motociclette. Caparbio, coraggioso, non molla un centimetro neppure dopo avere battuto due volte la testa sull’asfalto tedesco nei giorni di prova. Alla fine riesce pure ad impensierire il cabroncito, infilando quattro giri da maestro nel finale. Non bastano, ma ha già conquistato il cuore di tutti i tifosi. Opinione personale: la rossa di Borgo Panigale, per quanto sedile ufficiale, non è la scelta giusta per l’anno che viene. 

Espargaro, 7+
La consacrazione quanto si farà attendere ancora? Per tutto il 2013, il più grande dei due fratelli Espargaro si è spesso tolto la soddisfazione di mettere il muso della propria CRT davanti alle moto ufficiali. Vederlo addirittura davanti per le prime tornate del GP di Germania è una bella emozione, segno che Aleix è un pilota con i controfiocchi. Ci piace un bel po’.

Bradley Smith, 6/7
Occhio perchè il piccolo britannico di casa Tech3 sta iniziando a infilare gare degne di nota da un mese a questa parte. Al Sachsenring mette il naso davanti alle due Ducati e ad altri concorrenti scomodi, segno che il pacchetto Tech3 è tutto fuorchè male e che lui sta crescendo. Il voto è d’incoraggiamento, ma c’è tanto spazio per crescere.

Bradl, 6 1/2
Pare sempre che al buon Stefan manchi sempre il famoso centesimo per fare l’euro. I cinque giri passati in testa fanno impazzire il Sachsenring e il pubblico di casa, poi il crollo. Alla fine dei conti, il pilota LCR prende 13 secondi e passa e quindi è indispensabile domandarsi come mai il ritmo precipiti a metà gara in maniera così drastica. Arriverà anche lui, ne siamo certi.

Rossi, 6
Giudizio severo? No, perchè Rossi si limita ad una gara sufficiente, giungendo al terzo gradino del podio in una giornata in cui mancano Pedrosa e Lorenzo. Il gap con Crutchlow e Marquez non pare mai ma davvero mai in dubbio e dal Dottore ci si aspettava qualcosa di più dopo la performance di Assen. Domandarsi cosa manchi alla Yamaha M1 ormai è domanda capziosa, poichè forse bisogna interrogarsi sull’aggressività di Valentino per tutta la durata della gara.Si può fare meglio.

Bautista, 6
In parte si ripete il giudizio dato a Stefan Bradl, fatta eccezione per il fatto che Alvaro pare privo di alcuni dei buoni spunti del tedesco. La sua è una gara senza infamia e senza lode, con un quinto posto che potrebbe dargli qualche speranza in più di mantenere una sella MotoGP la prossima stagione. In camera caritatis va anche detto che non ha centrato nessuno per tutto il GP e questo è un buon segno. Scherzi a parte, occorre un acuto.

Dovizioso, 5/6
Mi dispiace, non ce la faccio. Decidete voi se questo è un voto alla moto, al pilota, al pacchetto Ducati, al clima di Bologna. Arrivare settimi in un GP in cui mancano i primi due, superando all’ultima curva una CRT, a più di mezzo minuto dalla testa, non è un risultato sufficiente nè per il pilota di Forlimpopoli nè per la moto emiliana su cui è seduto. Il progetto non funziona, è palese, la moto va rivista da capo e -opinione personale- occorre fare due chiacchiere anche con Nicky Hayden.

By Emanuele Venturoli - RTR Sports Marketing
Pictures from the web

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Emanuele Venturoli
Emanuele Venturoli
Laureato in Comunicazione Pubblica, Sociale e Politica all'Università di Bologna, è da sempre appassionato di marketing, design e sport.
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