In Marketing Sportivo

Procter & Gamble thank you momLa medaglia d’oro per il miglior partner olimpico va sicuramente a Procter & Gamble.

Non solo i video risultano tra i più cliccati del web (ACE Metrix ha collocato il famoso spot “Hardest Job in the World” al primo posto tra tutte le pubblicità sviluppate dai partner ufficiali e non in occasione dei giochi) ma l’intera campagna pubblicitaria, “Thank you mom”, è apparsa ai più alquanto convincente.

P&G ha aderito al TOP program (The Olympic Partners program) nel Luglio 2010 e rimarrà sponsor ufficiale per la categoria “personal care and household products”, prodotti per la cura della persona e della casa, fino al 2020.

Jacques Rogge, Presidente del Comitato Olimpico Internazionale ha dichiarato: “Procter & Gamble è un’azienda di primo livello e noi siamo onorati di annunciare che saremo loro partner fino a tutto il 2020. La capacità di P&G di raggiungere globalmente un vasto pubblico di consumatori, sarà da spinta al nostro impegno nel comunicare il valori olimpici ad una audience mondiale mentre il sostegno economico per i prossimi dieci anni, sarà un aiuto del quale beneficerà l’intero movimento olimpico, inclusi gli atleti.”(fonte: www.pg.com)

Nell’ambito di questa partnership P&G ha promosso un programma denominato “Proud sponsor of Moms”. La multinazionale aiuterà 25 mamme di giovani atleti olimpici di varie nazionalità, sostenendone le spese di viaggio ed alloggio affinché possano stare accanto ai propri figli nel corso della competizione e allo scopo di migliorare le loro vite, quelle dei loro figli e delle loro famiglie nel mondo. (fonte: www.pg.com)

Grazie a “Thank you Mom” l’azienda ha ottenuto una popolarità ed un successo che precedentemente, come corporate, non aveva mai avuto.

Il brand “Procter &Gamble” infatti era scarsamente conosciuto dai consumatori che invece, da anni, fanno largo utilizzo dei prodotti commercializzati dalla compagnia: Dash, Tide, Wella, Duracell, Oral-B, Gillette, Pringles, per citarne soltanto alcuni.

Procter & Gamble è infatti una azienda, fondata nel 1837 che sviluppa, produce, e distribuisce, in oltre 80 paesi nel mondo, beni di largo consumo per la cura della casa e della persona e prodotti alimentari e che conta, nel suo portafoglio prodotti, ben più di 40 marche.

Nessuno di tali brand coincide però con l’insegna “P&G”; la Corporate infatti ha soltanto una funzione istituzionale, di Corporate appunto, ma non di brand. È sostanzialmente staccata rispetto alle marche del suo portafoglio, sia in termini di visibilità (spesso il nome della Corporate non figura o compare marginalmente in riferimento ai prodotti) che di nomenclatura (ogni marca ha un suo nome, una sua etichetta, una sua personalità). Il ventaglio di possibilità offerte al consumatore aumenta notevolmente attraverso tante brand identity autonome e distintive che persino la Corporate di riferimento gestisce in maniera separata.

Procter and gamble thank you momNegli ultimi tempi però, e lo dimostra proprio la campagna in atto, l’azienda non si nasconde più dietro al nome dei propri brand, anzi. L’approccio è fortemente cambiato; infatti ammettere di essere in grado di produrre dagli spazzolini ai pannolini, passando per le patatine , non è più sintomo di una scarsa attenzione per la qualità del prodotto, ma anzi, la corporate si pone come marca “ombrello” garante di qualità ed affidabilità dei propri output.

Questo articolo è parte del programma che RTR sviluppa con gli amici de www.ilbrand.it
Testo e immagini dell'articolo provengono da ilbrand

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Emanuele Venturoli
Emanuele Venturoli
Laureato in Comunicazione Pubblica, Sociale e Politica all'Università di Bologna, è da sempre appassionato di marketing, design e sport.
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