In Formula 1

ferrari sf15-t 2015 formula 1 championship

Prima di partire mi pare necessario inanellare una serie di premesse tanto puerili quanto scontate, ma fondamentali per tenere at bay la solita trafila di saccentelli, guardinghi, disfattisti, investigatori dell’ignoto e “io che una volta ho visto una Formula 1 per davvero”. Le premesse, dicevo, sono le seguenti: la quattro giorni di Jerez conta -in termini di risultati sportivi- come il famoso 2 di coppe quando a briscola comanda bastoni e certamente non sta esprimendo davvero i potenziali delle monoposto o lo stato dell’arte delle scuderie in valori assoluti.

Con buona pace, e buona probabilità, tutto il tabellone odierno salterà per aria stile TNT di Wile E Coyote non appena i motori si accenderanno per davvero a Melbourne il 13 di Marzo. Queste, ecco, le premesse.

Detto questo, e ponendosi per una volta nella comoda poltrona del commento miocardico da bar a notte fonda, i segnali che arrivano dall’asfalto iberico sono quantomeno nuova linfa nei cuori dei tifosi ferraristi. E, penso, in tutti quelli di coloro che amano davvero la Formula 1. Ferrari là davanti in tutti e 3 i primi giorni di test, con Vettel ieri e ieri l’altro e con Raikkonen oggi.

Per una volta, e come non si vedeva da tempo, la compagine emiliana appare in forma, sorridente, concentrata e con un piano di lavoro ben redatto. Scongiuri necessari a parte, la SF-15T pare nata meglio e con carattere più collaborativo della sua antenata F14T: il nuovo prodotto di Maranello sembra (il modale rimane comunque d’obbligo) sviluppato in maniera ragionata, con migliorata velocità in percorrenza di curva e buona solidità di prestazioni.  Insomma, per il momento la macchina va molto e si rompe poco, mica un punto di partenza da ridere.

Parimenti, la nuova coppia Vettel – Raikkonen sembra giunta al primo giorno di scuola con rinnovata lena, spinta probabilmente da motivi che sono da ricercarsi più nell’orgoglio che in altro. Il tedesco e il finlandese si giocano molto di più di un sedile in una scuderia prestigiosa: sta a loro -e a questa stagione in rosso- dimostrare che sono davvero straordinari campioni e non semplicemente qualcuno che ha avuto la fortuna di guidare un treno mentre gli altri erano a dorso di cammello.

Il neo-Sebastian nazionale, in particolare, sta facendo tutto quello che c’è nel manuale del bravo Ferrarista (che prima o poi dovrò redigere) per farsi amare dall’intero popolo Rosso e dal Team: per carità, non è detto che duri, ma a quelli col cavallino con il cuore fa sempre piacere vedere che qualcuno si pulisce bene le scarpe e chiede “permesso” prima di entrare a Maranello.

Insomma, sarà il tempo a dire se poi era davvero amore o solo un calesse, però come inizio non c’è male.

Poi datemi del gufo. Oggi ci sta.

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Emanuele Venturoli
Emanuele Venturoli
Laureato in Comunicazione Pubblica, Sociale e Politica all'Università di Bologna, è da sempre appassionato di marketing, design e sport.
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