In Formula 1, Marketing Sportivo

Nel 1830 Stendhal vendette per 1500 franchi il suo romanzo più famoso, “Il rosso e il nero“. E’ una storia di amore, passione, ambizione e di un combattuto rapporto con il proprio passato. Rileggendolo, Nietzsche definirà Stendhal come l’ultimo dei grandi psicologi francesi.

Il Team McLaren ha presentato oggi sul circuito di Montmelò la nuova e tanto anticipata livrea, rivista nel colore e nel disegno. Quella che ne è uscita, al netto dei professionalismi da designer, è una macchina nera con inserti rossi.

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Chi redige questa rubrica ritiene che, da parte della Scuderia di Woking, questa sia stata una solenne occasione sprecata. Il mondo intero, o per lo meno quella parte di mondo che ancora si emoziona quando sente un motore rombare, ha nel cuore e nella testa una macchina metà bianca e metà rossa. Ne è arrivata una nera con qualche baffo scarlatto.

Sul perchè sia stata fatta questa scelta ci può essere ovviamente giurisprudenza, che risponde a ragioni di marketing e di competitività. I più caustici, i meno sognatori e i più pragmatici dicono e diranno -a tal proposito- che la livrea bianca e rossa sarà accantonata fino a quando la monoposto britannica non sarà competitiva nei termini che storicamente le spettano. Un’altra teoria è che sia Honda che McLaren vogliano sbarazzarsi dell’ingombrante passato marchiato Marlboro e aprire, commercialmente e filosoficamente, una nuova era, più moderna, più efficiente, più future-oriented.

Ma, come detto in apertura, anche questa è una storia di amore, passione, ambizione e di un combattuto rapporto con il proprio passato. E’ una questione di stereotipi, anche, e di ricordi. In un’epoca di tale trasformazione dello sport motoristico, e di tale difficoltà per fare breccia nei cuori del pubblico, rivedere in pista quella freccia bianca e rossa avrebbe riportato più di un sorriso e forse fatto scendere più di una lacrima. Ci si aspettava una rivoluzione, è arrivato un leggero tremolio della sedia. Volevamo amore, è arrivato il calesse.

Woking, esattamente come tutti gli altri, ha solo un “tot” di occasioni da giocarsi, prima che la sua storica fama vada sempre più disperdendosi in un presente nebuloso, poco chiaro e apparentemente senza direzione. Questa, della livrea, era una di queste occasioni. Poteva essere un manifesto di intenzioni, un ribadire un heritage e una passione ancora vivi, un omaggio ad un passato prestigioso da emulare ancora una volta.

Strano essere, questa nuova McLaren Honda, quasi sempre in tempesta.

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Emanuele Venturoli
Emanuele Venturoli
Laureato in Comunicazione Pubblica, Sociale e Politica all'Università di Bologna, è da sempre appassionato di marketing, design e sport.
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Spuntature: Stendhal, il marketing e la McLaren, RTR Sports