Are you willing to sponsor?
Are you ready to explore the transformative power of athlete sponsorship for your brand? Click here to learn more about how sponsorship can help brands grow and thrive in the exciting world of motorsports.
By Emanuele Venturoli| Posted June 25, 2025 | In MotoGP, MotoGP, MotoGP
La commissione Europea ha fornito a Liberty Media corporation l’approvazione incondizionata al completamento dell’acquisizione del Campionato del Mondo MotoGP. Il processo di annessione del massimo campionato a due ruote del mondo era iniziato l’anno scorso in primavera, per poi subire un fisiologico rallentamento nell’autunno 2024 quando la Commissione aveva dovuto verificare che non vi fossero conflitti di interesse o rischi monopolistici per il settore del motorsport. Quello di oggi è un passo fondamentale e definitivo in un momento storico per il motorsport, benchè poco pubblicizzato: il passaggio di proprietà dell’86% di Dorna (la media company che detiene i diritti del Campionato MotoGP) nella mani del gruppo che ha saputo dare nuova linfa alla Formula 1 -e che oggi è disposta a pagare 4,2 Miliardi di dollari per la massima serie a due ruote- ha finalmente il via libera.
Inizia oggi, a tutti gli effetti, un nuovo corso che avrà necessariamente straordinarie ripercussioni sulla prossima decade di motociclismo e di motorsport.
Liberty Media acquista oggi una property sportiva capace di generare un revenue annuale di appena 486 Milioni di euro l’anno, un numero in linea con una squadra della Premier League come il Tottenham Hotspur e lontanissimo dai 3,65 Miliardi generati dalla Formula 1. A differenza della Formula 1, la MotoGP ottiene quasi la metà del suo revenue dai media rights, ovvero dall’acquisto dei diritti da parte delle televisioni mentre solo 140 Milioni arrivano dalle hosting fees di un calendario che pure si allunga continuamente.
È anche fra le pieghe di questi numeri che Liberty deve avere intravisto importanti opportunità di crescita, specie se si traccia una mediana fra quanto i circuiti pagano per ospitare le gare e il numero crescente di presenze sulle piste.
Le 22 gare del mondiale MotoGP costano in media ai territori poco più di 6 Milioni di Euro l’una, ma fanno registrare numeri di attendance tutt’altro che insignificanti con LeMans a più di 311,000 presenze e Jerez sopra le 220,000. Non è qui di poco rilievo ricordare che in Formula 1, lo stesso Gran Premio di Spagna, che costa al Consorzio dei promoter 25 Milioni di Euro, ha prodotto poco sopra le 300,000 presenze. È un paragone che non si può ignorare, sebbene sia ovviamente vero che lo spettatore della Formula 1 è più altospendente di quello delle motociclette, ma anche questo è certamente qualcosa su cui Liberty Media intende lavorare.
Anche le sponsorizzazioni, che portano oggi nelle tasche di Dorna circa 97 Milioni di euro all’anno, sono un numero su cui certamente il colosso americano vuole apportare qualche fine tuning. I 634 Milioni circa che finiscono nelle casse della sorella a quattro ruote sono lontanissimi, ovviamente, ma è certo che la guida di Dan Rossomondo e del nuovo corso mirerà a ridurre un gap che si sta allargando anzichè riducendo, anche grazie alle recentissime annessioni di prestigio come LVMH, Nestlè, Barilla e Disney al Circus..
Quello che è evidentissimo, da ogni angolazione, è che Liberty Media intravede nella MotoGP un potenziale inespresso straordinario e capace di giustificare un conto assolutamente salato. La scommessa, neppure troppo sussurrata, è riuscire a ripetere il trucco che ha funzionato con la Formula 1 ormai una decina di anni fa.
La MotoGP è oggi il terzo sport a motore più popolare del pianeta, dopo la Formula 1 e la NASCAR. E se è vero che la Formula 1 si sta progressivamente allontanando dalla competizione, raggiungendo vette di audience e di hype difficili da sognare per le altre property, la gara per il secondo posto è più aperta che mai. Certo, la NASCAR dopo le numerose polemiche politiche che l’hanno circondata sembra avere perso un po’ dei fasti passati, ma è altresì vero che WEC, Indycar e WRC stanno recuperando terreno, grazie a cambi di regolamento intelligenti e nuovi manufacturer in entrata.
Le moto scontano in questo senso un peccato originale e difficile da negare: le automobili sono più popolari e straordinariamente più facili da comprendere e amare per il grande pubblico, non foss’altro per la enorme familiarità che la maggior parte di noi ha quotidianamente con le quattro ruote. Sembra una banalità, ma sono 34 Milioni le automobili in circolazione nel Regno Unito, mentre sono solo 1,4 Milioni i motocicli, peraltro di qualsiasi cilindrata – una forchetta che si apre ancora di più negli Stati Uniti, dove a 284 Milioni di macchine tengono testa (si fa per dire) unicamente 8,8 Milioni di moto. Un gap troppo rilevante per non essere un fattore.
Eppure le gare di moto sono straordinariamente più emozionanti di quelle di automobili da un punto di vista sportivo. Lungi dall’essere un giudizio personale questo è un dato oggettivo e dovuto alla fisica, alla geometria e al modo in cui le cose si muovono nello spazio e a come noi le percepiamo. Le motociclette sono più piccole e hanno quindi una proporzione di circuito straordinariamente più ampia su cui muoversi e sorpassare. Se nell’automobilismo esiste quasi sempre solo una “racing line”, ce ne sono sempre almeno due o tre nel motociclismo. Inoltre le moto, pur avendo straordinarie velocità di punta, hanno spazi di frenata molto più lunghi e velocità di percorrenza della curva molto più basse – un altro fattore che influisce sulla capacità di cambiare l’ordine dei contendenti in gara. Percezione del rischio, tridimensionalità della guida del pilota, gare più brevi, assenza di cambi gomme e gestione dell’errore sono altri esempi che possono essere portati al tavolo.
Liberty trova in sostanza uno sport che è altamente spettacolare e molto poco praticato, una combinazione che -seppur non senza difficoltà- può generare risultati mediatici straordinari.
Gli Stati Uniti saranno ancora una volta uno dei pivot essenziali del nuovo corso imposto da Liberty Media, nonostante una disaffezione quasi endemica fra il pubblico a stelle e strisce e le due ruote che noi europei tendiamo talvolta a minimizzare senza approfondire l’importante distinguo che esiste fra la pratica della disciplina e la visione della disciplina. È un tema estremamente rilevante, specie per chi si occupa di marketing. Come abbiamo già riportato più volte in queste pagine, gli sport si distinguono anche a seconda di come si sovrappongono l’insieme dei partecipanti e l’insieme degli spettatori. Il calcio è uno sport molto praticato e molto seguito, il running è uno sport molto praticato e poco seguito, la Formula 1 uno sport poco praticato e molto seguito e via discorrendo.
Gli americani sono scarsi utilizzatori di motociclette. E lo sono non per capriccio, ma per ragioni straordinariamente pratiche. Dalla scarsità di motociclette entry level alle mancate linee di credito concesse per l’acquisto a chi è sotto la soglia di “credit 600“, dalle distanze straordinariamente più ampie alla avversità meteorologiche, dalla cultura dell'”Outlaw” al centrale tema della sicurezza – cruciale in un paese in cui si guida tanto ma sempre peggio secondo i dati. Per avere successo in America, Liberty Media dovrà dissociare la MotoGP dalla pratica del motociclismo, reinterpretando la narrativa dello sport mettendone in luce la spettacolarità, il coraggio, l’adrenalina e l’avanzamento tecnologico. Tutti temi chiave dello sport a Stelle e Strisce.
Già, perchè commercialmente parlando nessuna property sportiva può fare a meno oggi degli Stati Uniti, un Paese ancora troppo centrale nelle logiche della sponsorizzazione, del licensing e del consumo sport-related per poterne fare a meno. È sufficiente vedere i dati di vendita di merchandising e prodotti collegati alla pratica sportiva ad ogni evento per comprendere dove cadrebbe la gaussiana se, per qualche motivo, il colpo di Liberty dovesse andare a segno oltreoceano. Un mercato, peraltro, che Liberty ovviamente conosce benissimo e che è diventato in breve temo anche il terreno di caccia numero uno per la Formula 1. Decisivo sarà il ruolo dei broadcasters, con Fox Sports che ha siglato un pluriennale molto importante, specie se si considera che il network offre coverage di prim’ordine a serie quali NFL, NASCAR, MLB e molte altre.
A Liberty starà anche il compito di srotolare la matassa piuttosto confusa del Sudest asiatico, con cui Dorna aveva intessuto una liaison forse troppo ottimista rispetto alle potenzialità effettive di quel quadrante.
Tailandia, Malesia, Indonesia, India, Vietnam e le altre meravigliose terre dell’area del Pacifico sono straordinariamente innamorate delle moto, del motociclismo e della MotoGP, ma sono ancora troppo arretrate commercialmente per potere essere un fattore sulla bilancia del revenue. L’Asia meridionale guarda le moto ma non le finanzia, non le sponsorizza e non possiede le condizioni per fare diventare questa area del mondo una forza trainante del campionato -come invece è successo per la zona del Middle East con la Formula 1. Molte squadre e la Dorna stessa hanno puntato qui – con l’inserimento di nuovi Gran Premi e con le presentazioni dei Team, ma al momento questo rimane un campionato a chiarissimo traino italo-iberico.
Italia e Spagna sono ancora i capofila del paddock MotoGP, sebbene preda da ormai molti anni di una poderosa stagnazione economica che ne pregiudica la capacità di investimento. Le variazioni del Pil Pro Capite dal 2007 ad oggi dicono -2,7% per la penisola Iberica e -9,8% per lo Stivale italiano: numeri che sostanzialmente spiegano che sia gli uni che gli altri sono sensibilmente più poveri di venti anni fa.
Non tutta la ricetta di Liberty Media per dare nuova linfa alla Formula 1 potrà essere riutilizzata per la MotoGP. Alcune cose possono essere replicate, altre no – e questo è fisiologico per la natura di entrambi gli sport. Certamente ci si potrà attendere un riposizionamento dello sport, da “pinnacle del motociclismo” a “pinnacle dell’entertainment”, e non è un caso che sui pannelli che decorano il paddock dalla stagione 2025 campeggi in grande la scritta “the most exciting sport on earth“.
La MotoGP deve diventare una piattaforma per brand: globale, ricca di valori cui associarsi, emozionante, moderna, digitale. L’introduzione di nuove app, nuovi sistemi di raccolta dei dati, pass digitali e di una nuova -splendida- brand identity sono l’inizio del cammino. Questo nuovo terreno fertile sarà il sostrato necessario per l’ingresso dei grandi brand consumer, quelli che ad oggi mancano alla massima serie delle due ruote e che invece la Formula 1 è stata capace di attrarre.
Non è solo una questione economica, anche se l’aspetto monetario è fondamentale. I brand di ampio consumo, quelli spiccatamente B2C e che riempiono i centri commerciali, la grande distribuzione e le vie delle città sono fenomenali volani di marketing e comunicazione. LVMH, Lego e tanti altri lo stanno mostrando benissimo, operando come moltiplicatori online e offline per la brand equity e la popolarità delle serie e delle property sportive che sponsorizzano. Ma, ed è un circolo vizioso, questi sono disposti ad entrare in gioco solo laddove vedono un uno spiraglio per fare breccia nella cultura popolare, nell’immaginario e nell’engagement collettivo. Servono grandi storie -e queste di certo alla MotoGP non mancano- ma anche e soprattutto grandi palcoscenici per le grandi storie.
In questo, probabilmente si vedranno gli effetti più maestosi del cambio di timone da parte di Liberty Media che vorrà “vestire meglio” un campionato che spesso, salvo sporadiche eccezioni, è ancora governato da meccanici entusiasti e faccendieri con una grande passione per le due ruote. Laddove la Formula 1 è elite, prestigio, esclusività, lontananza quasi algida, è sufficiente una passeggiata nel paddock del Mugello per comprendere che le due ruote hanno ancora uno spirito molto più guascone e cameratesco.
Il cambiamento sarà lungo e non privo di ostacoli, difficoltà e qualche setback. Tutto normale e pacifico quando si prende in mano uno sport che ha cucito a doppio filo sottopelle una tradizione che è quasi un testamento. Quello che è certo è che i prossimi 5-10 anni saranno decisivi, forse quanto i precedenti 76 se non di più.
“No vacancy” è il cartello al neon che si illumina sulla segnaletica dei motel americani quando non ci sono più camere libere: l’indicazione per i viaggiatori di passare oltre perchè la disponibilità è terminata.
Liberty Media sta in questo momento storico affrontando una questione che probabilmente nessuno si aspettava fino a qualche anno fa, ovvero quella di collocare partner, sponsor e circuiti che fanno la fila fuori dalla porta per essere parte del campionato di Formula 1. È un bel problema da avere, ma pur sempre un problema. Decine di brand del digitale, dell’intelligenza artificiale, dei pagamenti elettronici, della cyber security che non trovano posto e che -mestamente- sono costretti ad abdicare. È una questione di real estate, o appunto di vacancy.
Con la MotoGP, Liberty si dota di una depandance sportiva e di marketing in cui collocare quei partner che non sono adatti alla F1 o che al momento non hanno spazi in cui essere posizionati. A tutti costoro la promessa potrebbe essere qualcosa di questo tipo: usate la piattaforma a due ruote, che è in crescita e al momento infinitamente meno costosa, poi vedremo se “scalare” verso la Formula 1 o rimanere qui. Una spiegazione un po’ grossolana, se si vuole, ma probabilmente efficace. Un discorso simile probabilmente potrebbe essere fatto anche per i circuiti, sebbene in questo caso entrino in gioco, oltre alle hosting fees, anche il Grado 1 e 2 di classificazione FIA.
Non si può negare che il “dopo Valentino” sia stata un’epoca ricca di complessità per la MotoGP. Il pilota numero 46 – lo sportivo italiano più influente degli ultimi 25 anni- aveva non solo trascinato una massa straordinaria di tifosi sulle piste e davanti alle televisioni, ma completamente trasformato il campionato grazie al suo carisma, talento e capacità di comunicazione. Con il Dottore, a cavallo degli anni 2000, la nuova arrivata Dorna aveva completato il passaggio tecnico e concettuale dal motociclismo del passato a quello del presente. 25 anni dopo siamo di fronte ad una svolta altrettanto epocale e che promette imponenti cambiamenti sia da un lato che dall’altro del paddock. Quello che è in arrivo è un momento entusiasmante: chi saprà coglierlo in tempo ne raccoglierà i frutti per molti anni a venire.
Are you ready to explore the transformative power of athlete sponsorship for your brand? Click here to learn more about how sponsorship can help brands grow and thrive in the exciting world of motorsports.
A graduate in Public, Social and Political Communication from the University of Bologna, he has always been passionate about marketing, design and sport.
The online platform where you can discover the latest trends, strategies and insights from the exciting world of sports marketing.
View our blogJune 17, 2025
Starting in 2027, MotoGP is preparing for a momentous change that will redefine the face of motorcycling’s premier class. The new technical rules, announced by the Grand Prix Commission[...]
Read MoreJune 11, 2025
After 11 years, Marc Marquez is leaving Honda HRC to join Team Gresini. This was announced in a laconic press release, without signatures or photos, by the same House with the Wing. The same [...]
Read MoreMay 6, 2025
In the world of motorsport sponsorship, speed and performance have traditionally reigned supreme. However, a new race is underway, one towards sustainability. Both Formula 1 and MotoGP are st[...]
Read MoreIn an era where it is possible to get anywhere with a click, there is a strong temptation to approach teams and properties directly for sponsorship projects.
By doing so, we are convinced that we are shortening the value chain, saving time and money. However, these DYI methods are anything but risk-free and what initially appears to be a competitive advantage soon turns into a problem that is difficult to resolve. That’s why there are agencies. And this is why you should rely on us for your sponsorships.
When first approaching a sponsorship or sports marketing project, it is difficult to know immediately which stakeholders are correct, what the decision flow is, and what the right timelines are for each process. Sports is a very specialized field of action, and fitting effectively into its paths can take a lot of time and therefore money. We, on the other hand, know referents and spheres of action and know who to talk to, when and how. So you are also more effective.
Sports is an immense passion, and for our heart colors we would be willing to do anything. But business is a different business, and it is important to make the best possible strategic decisions based on independent research, statistics and reliable data. A sports marketing and sports sponsorship agency like RTR has an objective, 360-degree picture of the scenario and can tell you what is really best for you: which sport, which athlete, which team. This is because we possess a great deal of data and information on ratings, segmentation and attitudes. Because the numbers don’t lie. Never.
Activations are the real heart of sports sponsorship. Without them, there remains only a blank sticker on a motorcycle, car or uniform and no contact with the public, no emotional connection, no impact on the bottom line. Then how do you do it? It certainly won’t be the teams or the athletes who will help you leverage sponsorship and enjoy the many marketing rights you have paid for. To bring out the best in a sports marketing project you need an agency that knows how to use sponsorship to engage the fanbase on the Web, to reach out to Shopping Centers, to organize hospitality, to develop B2B and B2C opportunities, and to get “your” athletes in front of millions of potential consumers.
Would you ever go to the dealer who sold you the car and ask if the competitor’s car is better? No, of course. So, how do you expect to get firm measurements of the effectiveness of your sponsorship if you do not rely on someone super partes? At RTR, we have always worked with independent third-party agencies that allow us to know the return on any exposure of your brand on TV and in the media. In addition, we believe in calculating ROI as the ultimate measure of your success-so we can tell you for every penny you spend how much you are making.
We have been involved in sports sponsorship and sports marketing for more than 15 years. We are consultants in the sense that our goal is to maximize your investment, but we are also an agency that manages the project from start to finish. We have been doing this since 1995 with passion and professionalism, following three principles that have become cornerstones of our business: independence, verticality and transparency.
I would like to highlight the fact that one of the qualities of RTR is its great ability to approach the sponsorship scenario strategically, together with its passionate attitude, its amazing enthusiasm for solving problems, and its high level of professionalism.
Gianluca Degliesposti
Executive Director Server&Storage EMEA
Eurosport is truly delighted with its business relationship with Riccardo Tafà, who has become extremely popular, thanks to his detailed knowledge of the sports marketing sector and his highly diligent attitude to work.
Francois Ribeiro
Commercial Director
Passion and Expertise are the features that I have found in RTR since the very beginning. Serious and reliable professionals but also very helpful, nice and open-mind people, willing to listen and compare different ideas. All the values in which RTR believes make this agency a partner, not just a supplier, a partner with whom we have had the opportunity to achieve significant commercial results in term of success and image.
Luca Pacitto
Head of Communication
We have been working with RTR Sports Marketing for over 10 years. The objectives and the programmes of collaboration continue to be renewed and to grow with mutual satisfaction. I believe RTR is a team of great professionals led by Riccardo Tafà, who I consider a manager of exceptional skills and with a great passion for his work.
Lucio Cecchinello
Team Principal
I have known and worked with Riccardo Tafà since 1995 when we collaborated for the first time on a project for the Williams Formula 1 team. Several clients followed. After leaving Williams to work for Gerhard Berger then owner of the Toro Rosso F1 Team, I turned again to Riccardo to seek his help in finding a tool supplier for the team and Riccardo duly obliged with an introduction to USAG, a partnership with Toro Rosso which endured for five years. I recently started a new role as Group Commercial Director for the renowned Andretti Autosport organisation and I find myself working with Riccardo once again on a number of interesting projects. Why has this relationship with Riccardo endured ? He’s smart, knows the commercial side of sport inside out and back to front and he’s honest and trustworthy. Riccardo Tafà is a “doer” not a “talker”: in over 20 years I have never had a dispute either with him or with a company that he has introduced and each partnership introduced by Riccardo has delivered quantifiable ROI to rights holder and sponsor alike. I can think of no better testimonial of Riccardo’s diligence, knowledge, contact base and hard work than that.
Jim Wright
Group Commercial Director
The online platform where you can discover the latest trends, strategies and insights from the exciting world of sports marketing.
View our blogJune 18, 2025
When you think of sports, what comes to mind? For many, the answer is sports marketing management. We see Super Bowl or Olympic commercials and it seems like every other product is marketed t[...]
Read MoreJune 17, 2025
Starting in 2027, MotoGP is preparing for a momentous change that will redefine the face of motorcycling’s premier class. The new technical rules, announced by the Grand Prix Commission[...]
Read MoreJune 16, 2025
The evolution of the MotoGP technical engine regulations is at the heart of the development strategies, sponsorship and communication choices of teams and sponsors. For a CMO or sponsorship m[...]
Read More