In Formula 1
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Fa i capricci, Fernando Alonso, nel giorno del suo trentaduesimo compleanno. “Voglio una macchina come tutti gli altri”, strepita ai giornali di tutto il mondo, come il bimbo viziato delle fiabe che desidera ciò che non si può avere. E’ il giorno del suo trentaduesimo compleanno, ma anche il giorno dopo il quinto posto insoddisfacente del GP di Budapest e il giorno dopo che il suo manager è stato visto a colloquio con Horner nell’hospitality Red Bull. Non c’è dubbio: in casa Ferrari ci si aspettava un weekend diverso nell’Ungheria bollente in cui, in realtà, il bilancio è assai più tragico di quel che dice la classifica finale.

Il confine fra i capricci di un campione e lo sfogo amaro di chi vede -ancora- allontanarsi il titolo mondiale è labile, ed occorre sapere interpretare. Maranello non è competitiva, ma non solo. Ha problemi di staff, di piloti e di idee, ma non solo. Ha problemi di interpretazione del suo ruolo in questa stagione e all’interno del circus, ma non solo. Ciò che preoccupa, per usare un eufemismo, è che il problema è olistico, e che il passivo è ben più ampio della somma di tutti i suoi componenti proprio perchè tocca tutto e tutti.

L’Hungaroring doveva essere il fine settimana della riscossa per la squadra del Cavallino è invece si è trasformato nella dolorosa presa di coscienza di essere divenuti la quarta forza del Mondiale, dopo Red Bull, Mercedes e Lotus. La F138 va piano in qualifica e non ha passo gara la domenica: la prima non è una notizia, la seconda sì, poichè sulla lunga distanza Maranello ha sempre puntato tantissimo. Guidata da un pilota buono ma non siderale quale è Felipe Massa, la rossa è una vettura da metà classifica. E questa, piaccia o no, è la realtà.

La differenza l’ha sempre fatta Alonso, in termini di talento, aggressività e voglia, ma è pur vero che l’asturiano deve oggi confrontarsi con un gran numero di piloti solidi, brillanti e seduti sopra monoposto più performanti. Lo stesso Sebastian Vettel, da ragazzino velocissimo e imprudente quale era, è divenuto ora calcolatore astuto e deciso a non lasciare per strada punti preziosi.

Da mesi la Scuderia proclama sviluppi tecnici Gran Premio dopo Gran Premio che, alla prova dei fatti, sono deludenti sia nelle prestazioni che nel numero, tant’è vero che sulla pista ungherese la Ferrari è stata una delle vetture con meno innovazioni in griglia e pagando dazio, ad esempio, ad una Lotus che progredisce con costanza e che ora ha messo Raikkonen davanti ad Alonso nella classifica mondiale.

Sia chiaro, la situazione non è disperata e il Mondiale è ancora a portata di “zampata” per lo spagnolo, ma più che altro occorre che Maranello stili un progetto ben redatto su ciò che si deve fare l’anno prossimo, senza mezzi termini e senza indecisioni. Occorre definire con chiarezza quali saranno i punti di forza della vettura 2014 e lavorare per estremizzarli e chiarire alcuni aspetti importanti della conformazione del Team. Infine, ad Alonso occorrerà certamente uno scudiero efficace, capace di sottrarre punti agli avversari o di dare filo da torcere ai possibili avventori in gara, come ieri hanno fatto Webber e Grosjean.

La Ferrari, ieri, si aspettava un sogno di mezz’estate, un exploit grandioso con Alonso davanti a Vettel e una vettura di nuovo invincibile. Così non è stato, anzi, il risveglio è stato brusco e popolato dallo spettro di cattivi sogni. Ora il circus va in vacanza. E’ un momento per riflettere, per progettare e per leccarsi le ferite: il Belgio da ieri fa paura a molti.

By Emanuele Venturoli - RTR Sports Marketing
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Emanuele Venturoli
Emanuele Venturoli
Laureato in Comunicazione Pubblica, Sociale e Politica all'Università di Bologna, è da sempre appassionato di marketing, design e sport.
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