- Lorenzo, 10
Difficile dargli meno. Parte terzo e, dopo aver passato Pedrosa alla prima curva, non commette neppure una sbavatura. Gara perfetta sotto tutti i punti di vista, quella del maiorchino è una corsa di incredibile concentrazione e tecnica. Il momento dolcissimo in cui sul podio fa salire Anna, la ragazza disabile che gli ha disegnato il casco, è uno squarcio di umanità e tenerezza che fa bene al cuore. Bravo, davvero. - Pedrosa, 9
Secondo me è ancora lì che si sta chiedendo come sia possibile non aver vinto. Camillino ha una moto che è una bomba e guida divinamente sull’asfalto torrido di Montmelò. Una gara eccezionale macchiata semplicemente dalla prestazione aliena di un Lorenzo contro cui neppure la perfezione bastava. Secondo giustificato. - Marquez, 8
Il bimbo prodigio rischia di combinare un patatrac a pochi giri dalla fine cercando di superare Pedrosa in un punto in cui, righello alla mano, proprio non c’è spazio. Stavolta gli va bene, ma in Honda gli danno i compiti a casa e lui chiede -diligentemente- scusa. E’ indiscutibile che è saldamente uno dei tre top rider del campionato ma l’aggressività non basta contro piloti in stato di grazia come Pedrosa e Lorenzo. Il ragazzo è molto talentuoso, ma occorre applicarsi. A scuola coi grandi. - Rossi, 7
Forse il miglior weekend complessivo dal ritorno in Yamaha. Quello del venerdì è un sogno, e Vale lo sa, ma in gara segna un rispettabile quarto posto che è probabilmente l’esemplificazione più precisa di dove il Dottore si colloca attualmente nel Motomondiale, ovvero dopo Lorenzo, Marquez e Pedrosa. Ne ha ancora voglia e non molla mai, ed è una cosa meravigliosa per chi di titoli mondiali ne ha vinti già 9. Unica cosa che continua a convincere poco sono le singolari uscite del dopo gara, tipo “all’inizio ho dei problemi con la moto piena”, come se gli altri partissero già senza carburante. Poi c’è la polemica con Bautista ma meglio non addentrarcisi. Giusto così. - Bradl, 7-
Nessuno gli dà una cippa, ma il buon tedeschino arriva quinto e dimostra di avere più di qualche numero. Come al solito non fa notizia, perchè il suo profilo più che basso è rasoterra. In Spagna è autore di un buon weekend e si toglie più di una soddisfazione. Per fare il salto di categoria deve trovare continuità di risultati e un po’ di personalità. Animo. - Smith 6 1/2
Sia chiaro: il sesto posto non riflette niente di quello che l’inglesino significa in questo momento per il MotoGP, ma è un posto che può dare morale. Attorno, davanti e dietro cascano più o meno tutti ma poco importa. Per una volta, può passare una domenica sera tranquillo. D’incoraggiamento. - Dovizioso, 4 1/2
Il mio è un voto d’insofferenza, sia per lui che per la Ducati. In una gara in cui Bautista, Crutchlow, Hayden e Iannone sono caduti, il forlivese riesce a farsi metter nel sacco da Smith e da Bradl. Meno male che hanno messo le CRT, così almeno qualcuno è riuscito anche ad arrivargli dietro. E’ uno scherzo, così non si va avanti. Adesso basta. - Crutchlow, 4
Come sempre l’ìnglese emoziona per intensità e grinta. Dopodichè, quando si hanno solo due ruote, bisognerebbe fare un pelo di attenzione in più e finire la gara in piedi. Se Cal non imparerà a limitare di molto gli errori banali come la scivolata di ieri non ne capiremo mai il valore vero. Più divertente che utile. - Bautista, 2
Non ha capito. E’ evidente che non ha capito. Chi per la seconda gara consecutiva non riesce neppure a finire il primo giro non è un motociclista: è uno a cui andrebbe ritirata la patente. Occhio, che ci si fa male.
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