In realtà, la grana dei test segreti scoppiata in queste settimane è solamente la punta dell’iceberg di un rapporto sempre più teso tra il circus faraonico della F1 e il fornitore di pneumatici: non è un mistero, infatti, che i vertici della Pirelli abbiano il sospetto che il caso sia stato montato ad arte per gettare cattiva luce sulla casa milanese, in modo da attirare l’ingresso di nuovi costruttori nel 2014, quando le novità regolamentari (tra cui il ritorno dei motori turbo V6) modificheranno radicalmente le macchine.
HANKOOK – In un primo momento, si era pensato alla Hankook come valida alternativa alla Pirelli per la fornitura di pneumatici nel triennio 2014-2016: tuttavia, nonostante l’interesse iniziale, i sudcoreani hanno deciso di rimanere nelle categorie DTM e AutoGP, poiché il salto alla Formula 1 richiederebbe grossi investimenti e si avrebbe poco tempo a disposizione per effettuare tutti gli studi e i collaudi necessari.
MICHELIN – La casa francese manca dalla Formula 1 dal 2006: da allora è in vigore il monogamma, prima con Bridgestone dal 2007 al 2010 e poi con Pirelli dal 2011 a oggi. Siccome nel 2014 le vetture verranno ridisegnate praticamente da zero, alla Michelin sarebbero interessati a gettarsi nella mischia, purché ci siano le condizioni per iniziare una guerra tra gommisti. L’attuale presidente della FIA, Jean Todt, spinge per il ritorno di Michelin in F1, mentre Bernie Ecclestone preferirebbe continuare il rapporto di collaborazione con la Pirelli.
In ogni caso, è molto difficile immaginare che le undici squadre che prendono parte al campionato vedano di buon occhio il ritorno della competizione tra i gommisti, considerando soprattutto l’aumento esponenziale dei costi che la cosa comporterebbe. Visti gli sforzi compiuti in questi anni nel tentativo di ridurre le spese che erano ormai lievitate, la scelta più coerente sarebbe quella di proseguire con il regime di monogomma, che consentirebbe di limitare la ricerca, le prestazioni e il numero di test che occorrono per la messa a punto degli pneumatici.FIA – La querelle dei test segreti rischia di minare ulteriormente la credibilità della Federazione Internazionale, con il rischio concreto che Jean Todt, il quale ha già cominciato a fare campagna elettorale in vista di un secondo mandato presidenziale, possa perdere quel largo consenso che si era faticosmente guadagnato nel corso degli anni. Ricordiamo che nella FIA ci sono due correnti: quella inglese, capeggiata da Charlie Whiting (uomo di fiducia di Ecclestone sin dai tempi della Braham) e che si occupa di stilare i regolamenti tecnici e sportivi della F1, e quella francese, spesso in contrasto tra loro.
La mancanza di trasparenza in tutta questa storia rischia di creare un grosso danno all’immagine della Formula 1, la quale è alla continua ricerca di nuovi sponsor che possano dare linfa vitale alle squadre che, senza i soldi del patto della concordia, si ritroverebbero a spasso. Da parte sua, per il bene della massima categoria automobilistica, la Pirelli è disposta a coprire un ruolo più marginale a partire dall’anno prossimo, con l’obiettivo di produrre degli pneumatici che si adattino in fretta ai nuovi motori turbo. Gli stessi motoristi sono avvisati: se nel corso dei test invernali dovessero accorgersi che i propulsori di ultima generazione non sono sufficientemente affidabili, allora potrebbe già essere troppo tardi per rimediare.