Quando si parla di sponsorizzazione sportiva è essenziale che ogni decisione sia basata su analisi oggettive e su dati concreti. In questo articolo approfondiremo l’importanza di usare dati e analisi imparziali nella scelta dello sport da sponsorizzare, eliminando il gut feeling e le preferenze personali. Sponsorizzare un team di Formula 1, una scuderia di MotoGP, o partecipare agli eventi di Formula E o WEC non è un gioco: è un investimento strategico, un vero e proprio strumento di business che deve essere valutato in modo scientifico per ottenere il massimo ritorno sull’investimento (ROI).
La Trappola del “Gut Feeling” e delle Preferenze Personali
Per molti manager e decisori aziendali, scegliere uno sport da sponsorizzare spesso coinvolge una componente emotiva: la passione per un team, l’ammirazione per un pilota o la nostalgia legata a uno specifico campionato. Questo approccio, definito come “gut feeling” – letteralmente una sensazione viscerale – è pericoloso quando si tratta di spendere budget considerevoli per la sponsorizzazione.
Non possiamo permetterci di basare decisioni di investimento su preferenze personali o sentimenti soggettivi, perché questo può portare a una valutazione sbagliata del valore reale dell’iniziativa.
Anni di esperienza ci hanno insegnato che spesso le sponsorizzazioni basate su decisioni emozionali non generano il ROI sperato e non raggiungono i risultati commerciali prefissati. Le aziende che utilizzano in una fase iniziale almeno delle metriche quantitative nella scelta delle sponsorizzazioni hanno molte più di probabilità di superare gli obiettivi prefissati rispetto a quelle che si affidano solo all’intuito.
Dati e Analisi: Un Approccio Scientifico alla Sponsorizzazione
Utilizzare i dati significa trasformare una decisione che può sembrare rischiosa in una scelta ponderata e relativamente sicura. In un contesto competitivo come quello del motorsport, avere accesso a metriche precise – come l’audience televisiva, l’engagement sui social media, la demografia degli spettatori e i valori mediatici generati – è cruciale per determinare il valore di una partnership
Audience e Demografia
Il primo aspetto da analizzare riguarda l’audience: chi guarda un determinato campionato e qual è il profilo del pubblico. La Formula 1, ad esempio, ha un’audience globale di oltre 400 milioni di spettatori l’anno, con una base fan molto diversificata in termini di età, sesso e area geografica. La MotoGP, invece, si distingue per una componente più giovane e dinamica, spesso con una maggiore affinità al mondo delle due ruote e della tecnologia ed una distribuzione geografica meno vasta di quella della F1.
Grazie a questi dati, è possibile scegliere una piattaforma che meglio si adatta agli obiettivi dell’azienda: raggiungere un pubblico più giovane? Puntare su una visibilità globale o su mercati specifici? Le risposte si trovano nei dati.
Valore Mediatico e Ritorno Economico
Un altro parametro fondamentale è il valore mediatico generato da un campionato o da un team. Strumenti di analisi come il Media Impact Evaluation o le metriche di Sponsorship Value –
Che prendono in considerazione anche il modo in cui l’audience risponde ai messaggi del brand, al suo sentiment e al comportamento d’acquisto e che devono essere considerate quando si valuta il valore di una sponsorizzazione – e possono fornire una stima precisa del ritorno non solo in termini di visibilità e notorietà del brand.
Misurare il valore economico è altrettanto cruciale: quanti contatti ha generato la sponsorizzazione? Quanti potenziali clienti sono stati acquisiti grazie alla visibilità del brand sui media e alle attività esperienziali offerte al pubblico durante gli eventi? Solo attraverso una corretta misurazione è possibile dimostrare che la sponsorizzazione non è solo una spesa, ma un vero investimento.
L’Importanza della Coerenza con gli Obiettivi di Business
Ogni azienda ha obiettivi di marketing specifici: aumentare la brand awareness, migliorare la reputazione del marchio, incrementare le vendite o penetrare nuovi mercati. La scelta di quale sport sponsorizzare deve partire da una chiara comprensione di questi obiettivi. E’ quindi imperativo valutare la coerenza tra le caratteristiche della property sportiva e gli obiettivi aziendali.
Ad esempio, se l’obiettivo è quello di posizionare il marchio come sostenibile e tecnologicamente avanzato, la Formula E è probabilmente la scelta ideale, grazie al forte messaggio ecologico e all’accento posto sull’innovazione. Se invece si cerca una piattaforma con un forte seguito nel Sud-Est asiatico, la MotoGP rappresenta un’opzione più adeguata, essendo molto popolare in quella regione.
Come le Analisi Imparziali Possono Guidare la Scelta Giusta
L’uso di analisi imparziali è il miglior antidoto contro l’errore umano e i bias personali. Ricorrere a studi e dati di terze parti, come quelli forniti da società di ricerca specializzate come ad esempio Nielsen, o da altri leader del settore, permette di avere una visione oggettiva del valore reale delle diverse opzioni di sponsorizzazione. Questo approccio minimizza i rischi legati all’affidarsi alle percezioni individuali o alle tendenze del momento, portando a una maggiore probabilità di successo.
Un esempio pratico: un’azienda che produce lubrificanti potrebbe essere naturalmente portata a sponsorizzare un campionato automobilistico per affinità di prodotto. Tuttavia, un’analisi più approfondita potrebbe rivelare che il target più coinvolto e interessato a questi prodotti è più presente nel mondo delle corse motociclistiche, dove la passione per la meccanica è elevata e i fan tendono a essere più tecnici. Senza un’analisi oggettiva, l’azienda avrebbe rischiato di fare una scelta meno efficace.
Eliminare i Bias e Raggiungere Obiettivi Misurabili
I dati consentono di eliminare i bias cognitivi che inevitabilmente condizionano ogni decisore. L’effetto “halo”, ad esempio, può portare a preferire una sponsorizzazione in base alla percezione generale del campionato, senza considerare la reale coerenza con gli obiettivi aziendali. Solo con un’analisi basata su KPI oggettivi, come il numero di lead generati, il costo per contatto o il valore mediatico, si può prendere una decisione realmente informata.
Un altro elemento importante è l’uso di strumenti di business intelligence per monitorare i risultati delle sponsorizzazioni nel tempo. Attraverso dashboard personalizzati, è possibile seguire l’evoluzione del ROI, fare aggiustamenti e ottimizzare la strategia in base ai dati raccolti sul campo.
Sponsorizzare il Motorsport: non solo visibilità, ma coinvolgimento
Oggi la sponsorizzazione sportiva, e in particolare quella nel motorsport, va molto oltre la visibilità del logo sul veicolo o sul pilota. Si tratta di creare esperienze immersive per i fan e di coinvolgere il pubblico attraverso attività digitali e di attivazione. Anche in questo caso, i dati diventano fondamentali: misurare l’efficacia delle campagne digitali, capire cosa funziona e cosa no, e adattare le strategie in tempo reale è la chiave per un engagement di successo.
Ad esempio, l’integrazione con piattaforme social, il coinvolgimento degli influencer e l’uso di tecnologie come la realtà aumentata sono tutti elementi che possono essere ottimizzati grazie all’analisi dei dati. Gli strumenti di monitoraggio social, come quelli forniti da Hootsuite o Brandwatch, possono aiutare a capire il sentimento del pubblico e a modificare la campagna per renderla più efficace.
In poche parole: l’analisi è la chiave del successo
In conclusione, scegliere uno sport da sponsorizzare non è un gioco. Non è una scelta da fare a cuor leggero, basandosi su preferenze personali o emozioni. La sponsorizzazione è uno strumento di business potente, ma solo se usato in maniera scientifica. Utilizzare dati imparziali, affidarsi ad analisi oggettive e adottare un approccio strategico permette di ottenere il massimo da ogni investimento e di raggiungere risultati concreti e misurabili.
Se la vostra azienda sta considerando una sponsorizzazione nel mondo del motorsport e volete fare la scelta giusta, contattateci. In RTR Sports Marketing abbiamo l’esperienza e le competenze per guidarvi attraverso questo processo, assicurandovi che ogni decisione sia basata su dati concreti e non su intuizioni. Perché, alla fine, il business è una questione di numeri, non di fortuna.