In MotoGP

Dai test cancellati di Sepang alle condizioni di Marquez, dal vuoto lasciato da Davide Brivio ad un calendario in bilico, la MotoGP 2021 ha già molte sfide da fronteggiare. Ma la piattaforma di Carmelo Ezpeleta ha spalle larghe per affrontare la pandemia e tanti temi di interesse per tenere pubblico e sponsor legati al motomondiale. Su una cosa si può star certi: quello appena iniziato è un anno decisivo per il futuro delle due ruote.

Chi sperava che la fine del 2020 portasse via anche tutti i disastri causati dall’annus horribilis ha dovuto presto ricredersi: sono bastati dieci giorni di questo 2021 per comprendere che la musica non è cambiata. L’ondata pandemica, complici le scoperte di nuove varianti del virus e di piani di controllo sempre più ardui da attuare, non tende ad alleggerire la morsa nonostante l’arrivo di un vaccino.

La MotoGP, come tutti gli altri sport in procinto di prendere il via nella prossima primavera, se da un lato guarda alla finestra la situazione -obbligata a sottostare alle direttive nazionali e sovranazionali- dall’altro lavora internamente per cercare di creare alternative a quel che potrebbe essere, sia sul piano sanitario che sportivo.

jack miller motogp 2021

La bolla, il virus, l’estate

Il primo nodo da sciogliere è infatti quello sull’equilibrio fra la permanenza nella bolla e gli spostamenti dentro e fuori dalla bolla stessa. Se la “bubble” ideata dalla Dorna certamente funziona, non è superfluo ricordare che la MotoGP e la Formula 1 fanno del viaggio uno dei loro temi centrali e che proprio gli spostamenti sono uno dei nemici numero uno in questa lotta al COVID-19.

Già oggi ingegneri e tecnici inglesi della MotoGP e della Superbike, anche complice la Brexit, faticano ad entrare ed uscire serenamente dal Paese, mentre -come è noto agli addetti del settore- il Giappone ha chiuso le frontiere in entrambe le direzioni impedendo così anche ai dipendenti di Honda, Yamaha, Suzuki di entrare o uscire dal Paese del Sol Levante.

L’auspicio è ovviamente che il vaccino e la bella stagione primaverile fra qualche mese riescano ad allentare la presa dell’orrido virus e ad alleggerire -consentendo ovviamente la sicurezza di tutti- le restrizioni sui viaggi.

Il Calendario MotoGP 2021: fra dubbi e risorse

A doppio filo al discorso sugli spostamenti è legato naturalmente anche il tema del calendario. La Dorna ha diramato un fogliettone provvisorio che, come è stato correttamente notato da più parti, è stato pubblicato più per dovere di firma che per altre ragioni.

Se è vero che Argentina e Stati Uniti, rispettivamente la seconda e la terza gara del mondiale, con ottime probabilità non vedranno mai l’arrivo del circus iridato, è altresì vero che Ezpeleta e i suoi hanno in tasca fin d’ora più di una carta da giocarsi, fra cui l’inserimento di Portimao e di una Losail 2 (la gara del Qatar al momento non pare in discussione).

Che ci sia fermento nell’aria e che si stia cercando ancora il punto di equilibrio, lo si capisce anche dalla cancellazione nelle scorse ore del test di Sepang in Malesia fissato per la seconda metà di febbraio. La situazione sanitaria summenzionata rende impossibili l’organizzazione di un appuntamento la cui logistica era giù un incubo per squadre e organizzazione e rimanda di conseguenza tutto allo shakedown del deserto del Qatar pochi giorni prima del via ufficiale del campionato 2021.

Se i piloti MotoGP avranno dunque solo tre giorni a disposizione prima delle FP1 del Qatar, una mini deroga sarà concessa ai rookie, che avranno 72 ore in più dei “veterani” per prendere confidenza con i nuovi mezzi.

Salvifica appare a tal proposito -guardando retrospettivamente- la decisione presa l’anno scorso di congelare moto e gomme fino a fine 2021 (la Formula 1 pensa addirittura alla fine del 2022) e che consente, al netto dei cambi di casacca, di non trovarsi di fronte a oggetti completamente nuovi con pochissime ore di test a disposizione.

marc marquez motogp 2021

Marquez o non Marquez: questo è il problema

Sportivamente parlando, l’elefante nella stanza ha ovviamente il nome di Marc Marquez e prima o poi dovrà venire il tempo per comprendere bene il destino di uno dei massimi talenti che la storia dello sport a motore possa ricordare.

Le condizioni attuali del pluricampione del Mondo sono poco chiare e, come sempre in tempi di mala informaciòn le congetture si moltiplicano. Se infatti i comunicati di Honda sono rari e di difficile interpretazione, le chiacchiere del paddock sono insistenti e cariche di tempesta: da Tito Rabat che garantisce di avere visto Marc ancora con il braccio al collo pochi giorni fa a chi sostiene che il talento di Cervera sia addirittura costretto all’uso di una armatura in metallo che imponga a spalla e braccio di seguire una geometria ben definita.

Oramai una cosa è chiara: difficilmente Marquez sarà al via della stagione in Qatar (anche se appunto nulla è impossibile). I più vicini alla casa dell’Ala sostengono che il rientro potrebbe arrivare intorno al Mugello, lasciando scadere i sei mesi completi dalla terza operazione chirurgica.

Se questo dato lascia HRC, il Team Repsol e diversi studi di avvocati e assicurativi alle prese con un affare che si dice dovrebbe valere circa 100 milioni di Euro, sportivamente il tema è quello del rimpiazzo o meno.

Con il numero 1 del motomondiale fuori a tempo indefinito, Honda deve capire (e poi farsi approvare) una strategia per rimanere competitiva in pista, affidando la moto a Stefan Bradl o ad altra figura analoga, fra cui ovviamente c’è il nome di Andrea Dovizioso. Il forlivese, cui è stata negata ufficialmente dalla Dorna la terza moto Honda, potrebbe ora rientrare dalla finestra con un contratto “a gettone” che è ora nelle mani (pare) della commissione sportiva.

È una occasione per HRC per avere da subito un pilota esperto, veloce e desideroso di rivincita, così come per Dovizioso questa potrebbe essere un’opportunità per non perdere neppure un giro di giostra e -perchè no- togliersi dallo stivale qualche sassolino sportivo nei confronti degli ex datori di lavoro.

Suzuki al…Brivio

In cerca d’autore è anche un’altra storia tutta Giapponese, quella di Suzuki. Al termine di un anno che ha visto Joan Mir conquistare il titolo mondiale, il team di Hamamatsu ha perduto il condottiero che ha reso possibile l’impresa. Il team manager Davide Brivio ha scelto di proseguire la sua lunga e brillante carriera in Formula 1, divenendo Team Principal del Team Alpine (ex Renault) con Esteban Ocon e Fernando Alonso.

Chi sostituirà Brivio in Suzuki non è ancora noto e, nonostante i nomi in lizza siano tanti e prestigiosi, non è compito di queste pagine azzardare scommesse sul cambio della guardia. Certamente, chiunque arrivi al posto del brianzolo, si troverà sulle spalle grandi onori e grandi oneri poiché se da un lato la squadra azzurra è ancora fra le favorite per il 2021, non sarà facile ripetere l’eccellente prestazione dello scorso anno.

joan mir motogp 2021

MotoGP 2021: un anno decisivo

Il punto di caduta di tutti i temi trattati fin qui (e di tanti altri ancora ovviamente) è la centralità del 2021 nelle ottiche di lungo respiro del principale campionato a due ruote del mondo e sulle ripercussioni che il COVID avrà a lungo termine sulle principali discipline sportive.

Chi infatti ritiene che il coronavirus sia un affare ad orologeria, destinato a chiudersi quando l’immunità di gregge sarà finalmente raggiunta, manca di cogliere un tema fondamentale della narrazione, ovvero che il virus non cambia solo il presente, ma anche il futuro delle cose. Le abitudini, i modelli, gli interessi nati e maturati in questi ormai dodici mesi di lockdown –sunt lacrimae rerum– saranno duri a morire e sarà difficile colmare l’eventuale gap fra ciò che si è perso e ciò che si è guadagnato almeno tanto quanto rimarremo forse scettici per anni di fronte ad una folla senza mascherine.

In buona sostanza, e senza girarci attorno, tutti gli sport in questi mesi corrono una gara decisiva fra chi rimane al centro della scena continuando ad attrarre sponsor e spettatori e chi rimane fermo al palo del virus. Quelle discipline che in questi mesi hanno perso e perderanno il contatto con la loro fanbase dovranno faticare non una ma sette camicie per ritornare in auge e riprendere momento. Chi in questi mesi ha sostituito nel proprio entertainment la disciplina X con la disciplina Y -più disponibile, meglio distribuita- non tornerà indietro tanto facilmente al termine della pandemia. E questo, ovviamente, è tanto più vero quanto più lunga sarà la pandemia stessa. È ciò che si stanno domandando anche gli operatori di sport marketing dall’altra parte della medaglia quando si guarda il lato degli utilizzatori e dei praticanti: un ragazzo di 15 anni che per un anno e mezzo non abbia praticato il gioco della pallamano per ragioni legate alle restrizioni, sostituendo quell’interesse con i videogiochi, la lettura, lo studio di uno strumento o un nuovo hobby, tornerà alla pratica della pallamano al termine dell’emergenza?

Il precipitato ultimo di questo ragionamento deve lasciare la MotoGP sufficientemente tranquilla, per due ordini di motivi.

In primis, la MotoGP sarà sempre la massima espressione di un’industria, più che l’apice di un movimento di praticanti e finché esisterà qualcuno che produce veicoli a due ruote il motomondiale questo dato non sarà modificato.

In secondo luogo, Dorna, IRTA e tutti gli organismi coinvolti dall’organizzazione del Mondiale hanno già dimostrato come si diceva in apertura spalle larghe e una buona dose di creatività. La MotoGP non solo ha affrontato benissimo (forse meglio di tutti gli altri, eccezion fatta forse per la NBA) la prima stagione epidemica, ma sta mettendo in campo risorse e competenze per fare in modo che anche la seconda risenta il meno possibile degli scossoni di questo pazzo biennio. La bolla paneuropea creata da Ezpeleta ha funzionato, le case e i piloti si sono mostrati ligi alle indicazioni, e non solo lo show è andato avanti, ma ha regalato un mondiale (lo scorso) assolutamente meraviglioso.

Proprio in ciò il 2021 sarà appunto un anno decisivo, in cui il Campionato del Mondo MotoGP potrà cementare il suo ruolo fra le massime espressioni sportive a livello globale non solo per gli appassionati di due ruote. È un’occasione imperdibile, per la Dorna certamente ma anche per tutto ciò che ruota attorno al motomondiale.

 

Le foto in questo articolo sono di Mirco Lazzari
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Emanuele Venturoli
Emanuele Venturoli
Laureato in Comunicazione Pubblica, Sociale e Politica all'Università di Bologna, è da sempre appassionato di marketing, design e sport.
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