In Sponsorizzazioni Sportive

Le Criptovalute e il futuro della sponsorizzazione sportiva

L’impatto delle criptovalute sul mondo della sponsorizzazione sportiva è molto simile a quello avuto dall’industria del tabacco negli anni 70. La finanza decentralizzata, agile, globale e slegata dai confini territoriali e culturali, ha trovato nella sponsorship e negli accordi con squadre ed eventi sportivi di primissimo livello uno strumento di comunicazione e marketing efficace e decisamente trasversale.

Il terreno più fertile per questa rapidissima ascesa è comprensibilmente quello del “tier one motorsport”, ovvero le massime serie delle competizioni a due e quattro ruote. Non può essere una sorpresa. Formula 1, Formula E e MotoGP sono piattaforme sopranazionali, popolarissime, con un pubblico giovane e tech-savvy e, soprattutto, caratterizzate da un profilo tecnologico, digitale e di innovazione di primissimo livello, che ben si concilia con le tante sfumature di questa “nuova finanza”.

Proprio la molteplicità di queste sfumature ed il loro continuo e rapidissimo mutamento rappresentano una delle caratteristiche salienti del mondo delle cripto, degli NFT, dei decentralized exchanges e del new-trading: svincolate da legislazioni assillanti e da regolatori arretrati, questi nuovi strumenti economici si sono rapidamente adattati alle necessità e alle richieste dei consumatori, andando talvolta a saziare appetiti già esistenti ed a volte a solleticarne di nuovi.

La contemporaneità di due narrative di segno differente -gli entusiasti e gli scettici, gli early-adopters contro i late-users- non ha impedito una popolarità straordinaria e una crescita smisurata, lontanissima dagli incerti inizi delle origini, anche in mercati più complessi come quello africano, in cui ben il 35% della popolazione nigeriana ha, ad esempio, investito in cripto valuta.

Sono più di 18.000 le criptocurrencies al momento sul mercato, anche se solo una frazione di queste hanno popolarità e valore sufficienti per ottenere dignità ed esposizione internazionale. Questa straordinaria competizione (per non parlare di quanto avviene nel mercato degli exchangers o degli NFT) impone ai maggiori player di rivolgersi a strumenti di comunicazione che li distinguano dalla massa e ne elevino il percepito agli occhi del consumatore. Non è un mistero in effetti che proprio la reputazione di questi strumenti, sovente ritenuti rischiosi, sia il primo ostacolo da aggirare per queste newco.

Le sponsorizzazioni, le cripto e la Formula 1

Ad oggi è probabilmente la Formula 1 l’oggetto ultimo del desiderio delle aziende della finanza decentralizzata. Forte di un rilancio regolamentare, di immagine e di gestione, la massima serie dell’automobilismo conosce uno stato di straordinaria salute. Lo dimostrano i numeri, sia degli ascolti televisivi che -soprattutto- del pubblico in pista. Ad esempio sono stati più di 475.000 gli appassionati che nei tre giorni del weekend di Melbourne si sono succeduti sui prati del Gran premio d’Australia dell’Aprile 2022, rendendolo di fatto il più imponente evento sportivo della storia del continente australe.

Quasi tutte le scuderie di Formula 1 presenti oggi sulla griglia hanno una sponsorizzazione o una partnership nelle criptovalute, nei token, nelle blockchain e nella finanza decentralizzata. Alcune squadre, come Red Bull, hanno anche avuto la lungimiranza di suddividere ulteriormente la categoria merceologica, facendo così spazio a nuovi e più numerosi partner. Riassumendo la situazione attuale:

Ad impressionare non è solo la numerosità degli accordi, destinata a crescere e a specializzarsi ulteriormente come nel caso di Red Bull, ma il loro valore. L’accordo fra ByBit e Red Bull Racing recentemente siglato vale circa 50 milioni di dollari all’anno, mentre è di 100 milioni l’accordo che Crypto.com ha siglato con il Campionato.

È ormai chiaro che la regina delle ruote scoperte è diventata il “place to be” di una industria che vale miliardi di dollari e che è destinata a crescere. Volendo probabilmente esagerare un po’  il concetto, non è errato dire che la sponsorship in F1 è per queste aziende un suggello di valore, rilevanza e affidabilità: non a caso i massimi player del settore, come Binance (il principale scambiatore di critpovalute del mondo), stanno rilanciando con cifre da capogiro per essere presenti nel campionato.

Il presente e il futuro delle sponsorizzazioni per le criptovalute, gli NFT e gli exchange

Prima di lasciare spazio ad una breve storia delle cripto-sponsorizzazioni (capire il passato è sempre importante per analizzare il futuro), non è errato dare uno sguardo al presente e all’immediato futuro di questo imponente trend del settore.

È evidente che quello che stiamo vivendo oggi, in Formula 1 ma in tutte le massime serie sportive, non è che l’inizio di un pezzo di storia del marketing sportivo. L’arrivo in massa delle cripto, degli NFT, delle blockchain è solo il periscopio di un sottomarino di titaniche dimensioni che rivelerà verosimilmente il suo tonnellaggio solo nel quinquennio a venire.

Dopo essersi scrollate di dosso l’aura nefasta di una reputazione non sempre cristallina, le soluzioni di finanza decentralizzata odierna hanno finalmente indossato la pelle di operazioni di spessore, largamente sostenute finanziariamente, con un pubblico di utenti vastissimo e globale e dalle spalle larghe. È difficile dire che fine faranno tutti questi strumenti, ma è altresì certo che questi rappresenteranno una fetta consistente ed in crescita della finanza e dell’economia mondiale dei decenni futuri.

Nel frattempo il settore, il nostro settore, ovvero quello delle sponsorizzazioni sportive, deve ritornare alla proverbiale lavagna e mettere mano ad una serie di strumenti teorici e pratici capaci di dare risposte nuove a problemi nuovi, evitando di trovarsi impreparato ad un’ondata di novità ed introduzioni che necessariamente arriveranno. È infatti palese che le necessità di queste nuove realtà sono ben diverse da quelle, ben conosciute, delle tradizioni corporations del passato. Marketing benefits, flessibilità degli accordi e nuovi approcci devono quindi essere alla base di un nuovo capitolo dello sports marketing e della sponsorizzazione, che ora rivede centrale il ruolo dell’exposure -online e offline- e che invece deve rivalutare il peso di tante attivazioni uno-a-uno che hanno sempre fatto la parte del leone nel passato.

È un’evoluzione rapidissima, costante e che non pazienterà più di tanto, e che coinvolgerà properties, agenzie e professionisti del settore. Che ancora una volta, non possono fare altro che abbracciare il cambiamento.

La storia: gli inizi e le sponsorizzazioni del 2014

Nel 2014, il mondo dello sport professionistico ha ricevuto un’iniezione di denaro da una fonte fino ad allora impensata. Mentre il bitcoin si avvicinava a quota $ 1.000 per la prima volta, le aziende della crypto-economy si sono lanciate nel mondo delle sponsorizzazioni sportive.

La squadra giamaicana di bob è arrivata alle Olimpiadi invernali di Sochi dopo aver raccolto $ 30.000 in Dogecoin (una delle più famose critpovalute, che porta come logo il famoso cane Shiba Inu del meme di internet), il St. Petersburg Bowl della Florida è stato rinominato “Bitcoin” St. Petersbrurg Bowl dal brand BitPay, e la comunità dei Dogecoin su Reddit ha raccolto $ 55.000 per sponsorizzare l’auto del pilota della NASCAR Josh Wise.

A livello globale, la sponsorizzazione sportiva è un’industria da 40 miliardi di dollari: un’arena assolutamente imperdibile per chi, come le monete elettroniche, ha bisogno di credibilità e visibilità. La maggior parte dei token, infatti, non è sostenuta da risorse economiche effettive o da corrispettivi valoriali, ed è quindi evidente che awareness, popolarità e grande visibilità siano i principali scopi di marketing degli operatori del settore.

Tuttavia, dopo la clamorosa impennata del 2014, il boom delle sponsorizzazioni crittografiche nel mondo dello sport è improvvisamente finito. Con il prezzo del bitcoin crollato alla fine dello stesso 2014, i danari per la sponsorizzazione si sono prosciugati e le cripto-aziende hanno dovuto pensare più a ricostruire sulle macerie che ad investire nel futuro. Almeno fino ad ora.

Il Boom della cripto-sponsorizzazione del 2018

Trascinate da una borsa in forte rialzo, le cripto-sponsorizzazioni tornano a fare capolino ad inizio 2018.

CashBet, azienda statunitense di gaming tokens, ha dato il via alle danze a gennaio firmando un accordo di sponsorizzazione con l’Arsenal, un accordo che ha visto l’ICO di CashBet (la Initial Coin Offering, uno dei principali sistemi di finanziamento delle crypto-currencies pubblicizzato sui led a bordocampo.

Nel mese di luglio Crypto Exchange CoinDeal è diventato lo sponsor di manica del Wolverhampton FC, e in ottobre la piattaforma di social trading eToro ha siglato un accordo per sponsorizzare il Tottenham Hotspur e altre sei squadre della Premier League, un accordo che ha pagato in bitcoin.

“Fin dall’inizio abbiamo avuto un piano per contrassegnare la nostra presenza a livello globale. Volevamo ottimi giocatori e ottimi marchi, e il meglio del calcio a livello mondiale è la Premier League, per lo spettacolo offerto e per la passione sterminata dei tifosi”, ha detto a Forbes Kajetan Mackowiak, co-fondatore e capo marketing di CoinDeal.

Il calcio britannico ha ovviamente un appeal globale, ma le crypto-sponsorizzazioni si stanno già espandendo oltre il pallone. Lo scorso ottobre il torneo di golf British Masters è stato sponsorizzato da LIFElabs, creatore del token crittografico LIFEtoken, un terzo dei quali è destinato ad investire in cause filantropiche.

Luke Chittock, CEO di LIFElabs, ha dichiarato a Forbes che i Masters erano solo l’inizio di un programma di marketing ben più ampio: “stiamo cercando di diversificare l’impatto del marchio in diversi sport. Vogliamo spaziare dalle gare automobilistiche agli sport invernali, dal calcio al nuoto”.

Uscendo dal Regno Unito, il 25% della squadra di calcio Rimini F.C. è stata acquisita dall’investitore sportivo Heritage Sports Holdings (HSH), un acquisto che è stato realizzato in moneta digitale Quantocoin e ha visto il token stesso diventare sponsor di maglia del Team.

Pablo Victor Dana, fondatore di HSH, ha dichiarato a Forbes che dopo l’acquisizione del Rimini sarebbe “stato contattato da diverse altre squadre disposte a ricevere Crypto / Quatocoin in cambio di azioni. Una di queste in Inghilterra. 

 

 

 

Parte di questo articolo è una traduzione dell’articolo “Crypto Sponsorships are Heating Up (again)” di Oliver Smith e pubblicato su Forbes il 15 Novembre 2018

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Emanuele Venturoli
Emanuele Venturoli
Laureato in Comunicazione Pubblica, Sociale e Politica all'Università di Bologna, è da sempre appassionato di marketing, design e sport.
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