In Formula 1

Chi ha assistito con attenzione a una gara di Formula 1, avrà certamente notato che alla fine della corsa i piloti si pesano su apposite bilance, con tanto di casco e Hans alla mano,  alla presenza dei commissari. È una prassi volta a tutelare sia il pilota che il regolare svolgimento della competizione.

Prima di scoprire il perchè di tale prassi, è importante sottolineare un aspetto sempre più centrale nelle odierne competizioni: i piloti di Formula 1 sono tra gli atleti più in forma al mondo, con una preparazione fisica e mentale unica nel genere. Spiccate abilità fisiche, atletiche e mentali, come la resistenza allo sforzo, la capacità di prendere decisioni rapide sotto stress, la coordinazione occhio-mano-piede e una straordinaria prontezza di riflessi sono determinanti in una serie che si gioca sul millesimo di secondo.

Perché non basta il talento?

La preparazione fisica dei piloti di Formula 1

Una monoposto di Formula 1 in curva ed accelerazione può generare fino a 6G di forza gravitazionale: una pressione che si riverbera di conseguenza anche sul corpo del pilota, come avviene per ragioni molto simili ai Top Gun dell’aviazione militare. Basterebbe questo a richiedere una preparazione fisica fuori dal comune. Ma c’è dell’altro.

La F1 adotta infatti sistemi di frenata e di sterzo con ausili alla guida molto ridotti rispetto a quelli delle vetture stradali. In sostanza, il pedale del freno e la rotazione dello sterzo sono molto più “dure” (ma anche più precise e performanti) di quelle di una normale automobile. Per avere la forza di frenare e sterzare è necessario che sia la parte superiore (braccia, petto, spalle, collo) sia la parte inferiore (gambe) del corpo siano ben sviluppate nel pilota, sia in termini di forza che in termini di resistenza.

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Anche gli indumenti svolgono un ruolo fondamentale. Il pilota viene rivestito in vari strati tra tuta (circa 1 kg), biancheria, maglia e passamontagna composti principalmente da Nomex (materiale ignifugo usato dalla NASA per le tute aerospaziali e testato tra i 600 e gli 800°C) senza dimenticare il casco – il cui peso è di 1,25 kg e, come già detto, l’Hans (head and neck support).

Nessuna superficie del corpo rimane scoperta (per ragioni di sicurezza, conosciute molto bene da Romain Grosjean in occasione del potenziale drammatico incidente durante il Gran Premio del Bahrain nel 2020). Di conseguenza, le temperature che si possono raggiungere dentro l’abitacolo quando si è così bardati sono proibitive arrivando fino a 50°C con l’80% di umidità (in casi estremi). Condizioni ai limiti per un essere umano. Questo, insieme allo sforzo fisico e mentale necessario per completare un gran premio, porta il pilota a perdere fino a 4 kg di peso -principalmente liquidi- nel corso di una singola gara.

Al fine di limitare le possibili complicazioni sulla salute e sulla performance derivanti da simili temperature, i piloti cercano di mantenere una ridotta percentuale di massa grassa, così da aiutare il proprio corpo a termoregolarsi. Per riuscirci, seguono un piano nutrizionale apposito ed allenamenti studiati su misura.

Fare sport nello sport: le attività fuori pista di un pilota F1

In genere, l’allenamento di un pilota di Formula 1 inizia al mattino con attività focalizzate sulla resistenza, concludendosi al pomeriggio con esercizi per migliorare la forza.

Nel primo caso, sono gli sport come ciclismocorsacanottaggio e nuoto ad essere protagonisti – tutte attività che sviluppano l’apparato cardiocircolatorio e mantengono alto il metabolismo. Al pomeriggio si prediligono esercizi ad alta intensità (HIIT), propedeutici all’attivazione della muscolatura, e di forza (strength training).

Una parte fondamentale del corpo a cui i piloti dedicano un allenamento speciale è sicuramente il collo, sollecitato ininterrottamente per tutta la durata della gara. È necessario svolgere esercizi appositi per rinforzare la muscolatura in quella zona con macchinari sviluppati esclusivamente a questo fine come il GS Harness di Gatherer Systems.

In diversi video sui social media, i piloti mettono in mostra le loro abilità su apparecchiature capaci di migliorare altri dettagli fondamentali quando ci si trova sotto stress in pista. Il loro training si focalizza infatti anche su coordinazioneconcentrazione e capacità reattive. Essere in grado di reagire velocemente a quello che accade sul circuito non è solo una dote, ma qualcosa che va costantemente allenato.

Perché i piloti di F1 vengono pesati?

Le motivazioni di questa consueta pratica si dividono principalmente in due ambiti: medico e tecnico.

Dopo un paio d’ore a bordo della monoposto, a seconda delle condizioni climatiche, abbiamo detto che un pilota perde fino a 4 kg di peso. È necessario per il personale medico essere a conoscenza di questo dato pre e post gara, in modo tale da sapere come comportarsi nei confronti del pilota per aiutarlo a recuperare. Se dovesse aver perso più peso del dovuto, gli allenamenti dei giorni successivi verrebbero concentrati sul recupero delle forze spese la Domenica precedente, quindi meno intensi.

Scendendo nei dettagli del regolamento FIA (Federazione Internationale de l’Automobile), a partire dalla stagione 2022 il peso del pilota a bordo della vettura deve essere di minimo 795 kg (rispetto ai 764 dell’anno passato). In particolare, il peso del sedile con il pilota in posizione deve risultare di almeno 80 kg. Qualora non raggiungesse questa cifra, verrebbero aggiunti ulteriori elementi nell’abitacolo (zavorra) affinché venga giudicato a norma.

Tale regola, in vigore dal 2019, è volta a tutelare quei piloti che per questione di altezza e costituzione sarebbero svantaggiati rispetto ai colleghi più minuti. Se paragonassimo la stazza di Alexander Albon (186 cm per 74 kg) con quella di Yuki Tsunoda (159 cm per 54 kg) sarebbe evidente che il giapponese trarrebbe dei vantaggi significativi per la sua leggerezza.

Finita la corsa, il pilota e la vettura vengono pesati separatamente, sia per avere la misurazione precisa di entrambi, sia per permettere ai vari autori di podi/vittorie di poter accelerare il processo e partecipare ad interviste e premiazioni. Se il peso di una vettura non dovesse rientrare nei parametri prestabiliti dal regolamento (con focus particolare ad un carico di benzina troppo basso) la scuderia incorrerebbe in sanzioni quali penalità o squalifica a seconda della gravità e del giudizio dei commissari.

Ossessione al dettaglio: quanto conta il peso in Formula 1?

In uno sport dove i millesimi di secondo fanno la differenza, il peso è uno dei punti più critici poiché influisce sulla velocità. Lo sa bene Nico Rosberg, campione del mondo nel 2016, il quale ha dichiarato che durante la corsa per la vittoria del campionato ha preso in considerazione ogni aspetto che potesse dargli un vantaggio . Oltre ad aver rimosso la vernice dal suo casco per alleggerirlo, ha interrotto anche uno degli sport che praticava per il medesimo scopo:

“Ho smesso di andare in bici perché in estate stavo davvero impazzendo per capire come avrei potuto perdere un altro chilo a metà stagione. Non potevo mettermi a dieta perché sarebbe stata troppo dura mentalmente e fisicamente, quindi non era la cosa giusta da fare. E così ho smesso di andare in bici per ridurre la muscolatura delle gambe. 

Ho perso un chilo quell’estate ed in Giappone ero in pole a 3 centesimi da Lewis. I muscoli delle gambe valevano 4 centesimi di secondo. Vincere quella gara mi ha portato un grande vantaggio in campionato”.

La storia della F1 è stata sin dagli inizi influenzata da questo fattore: basti pensare al soprannome di “Frecce d’Argento” attribuito alle auto da corsa Mercedes nei primi anni 30. Tale appellativo deriva dall’intuizione degli ingegneri dell’epoca di raschiare via la vernice dalla vettura per guadagnare in leggerezza, mettendo in mostra il corpo “nudo” della carrozzeria in alluminio argentato. Per alleggerire le vetture, si partì da queste piccolezze fino ad arrivare ai giorni nostri: interi studi ingegneristici sui materiali più sofisticati nell’automotive  – come la fibra di carbonio – per arrivare al mix perfetto tra leggerezza, aerodinamica e velocità.

E allora perché le auto di Formula 1 pesano sempre di più?

Come giustamente qualcuno potrebbe far notare, il peso delle monoposto è aumentato nel corso delle ultime decadi. Basti pensare che rispetto alla stagione 2021 sono stati aggiunti circa 50 kg. Il trend sembra sia destinato a crescere, costituendo così un incremento di quasi 100 kg solo negli ultimi 8 anni.

A giustificare questa controtendenza sono stati i progressi ottenuti in termini di sicurezza ed efficienza. Come purtroppo ci insegna il passato, spesso un incidente in F1 comportava lesioni gravi – se non fatali – nella maggior parte dei casi. Oggi è molto più raro ed è un sollievo veder uscire incolumi i piloti da scontri che una volta avrebbero potuto avere esiti differenti.

Ciò che più interessa ai tanti è che l’aumento di peso non abbia intaccato la spettacolarità, anzi: i tempi sul giro e la battaglia in pista tendono a migliorare di anno in anno. Inoltre – da ultimo ma non meno importante – le livree e le curve mozzafiato delle monoposto non ne hanno per nulla risentito, rimanendo tra i capolavori a quattro ruote più affascinanti mai costruiti dall’uomo.

Conclusione

Nel corso di questo articolo – diventato poi occasione per un approfondimento generale – è stato possibile sviscerare le varie sfaccettature che riguardano l’importanza del peso in F1.

La cura del dettaglio parte dal vestiario composto da materiali all’avanguardia, dagli allenamenti strutturati ad-hoc per ogni esigenza del pilota, fino alle regole attualmente vigenti sulle vetture: un quadro che spiega solo alcuni dei motivi per il quale la Formula 1 è uno degli sport più competitivi ed emozionati del pianeta.

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Fonti:

https://www.technogym.com/vn/newsroom/training-formula-one-driver/

https://racingnews365.com/2022-f1-drivers-height-and-weight

https://onestopracing.com/why-f1-drivers-are-weighed/

https://www.fia.com/sites/default/files/formula_1_-_technical_regulations_-_2022_-_iss_11_-_2022-04-29.pdf

https://racingnews365.com/minimum-f1-car-weight-set-to-be-increased-again/amp

https://ftw.usatoday.com/2017/11/nico-rosberg-quit-cycling-leg-muscle-2016-lewis-hamilton

https://www.hitc.com/en-gb/2022/04/08/heres-what-f1-drivers-actually-wear-during-grands-prix/?amp

https://www.mercedes-benz.com/en/classic/history/mercedes-benz-silver-arrows/

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Silvia Schweiger
Silvia Schweiger
Direttore Associato, Marketing Esecutivo e Commerciale di RTR Sports Marketing, una società di marketing sportivo con sede a Londra, specializzata in sport motoristici da oltre 25 anni.
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